capitolo 14

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Stanley non aveva minimamente voglia di tornare a casa, dunque decise di fare un giro più lungo.
Molto più lungo.
Mentre attraversava il Main St. Bridge, continuava ad immaginare la faccia che avrebbero fatto i suoi genitori se avessero saputo che si era preso una cotta per un ragazzo e che per di più si erano baciati.
"Oh per pietà di tutto ciò che è santo! Mio figlio è stato toccato dal demonio!!!" avrebbe gridato sua mamma.
"Avete commesso un SACRILEGIO!" lo avrebbe accusato suo padre, il ché per qualche ragione lo divertì.
Esatto, Stanley era divertito.
Si sforzò di trovare almeno un motivo per il quale i commenti dei suoi avrebbero dovuto urtarlo, ma non ci riuscì. Era già una delusione per loro, non era una novità, quindi perché avrebbe dovuto stare ancora male?
Non si sarebbe certo sentito in colpa per qualcosa che non dipendeva da lui, che non aveva scelto e che in tutti i casi non faceva male a nessuno: amare.
Si chiese dove fosse e a che pensasse Bill in quel momento.

D'un tratto fu come se gli si fosse accesa una lampadina.
Sapeva dov'era Bill, per qualche ragione era certo si trovasse là: l'ultimo posto dove lui sarebbe voluto andare.
●●●
Quella casa era ancora in piedi, ma a causa di un cedimento del terreno tutta la parte davanti della veranda era crollata impedendo totalmente il passaggio.
Meglio così.
Nessun curiosone sarebbe più entrato in quel postaccio, almeno finché chiunque fosse responsabile di quella zona non si fosse deciso a demolire la struttura.

Il 29 di Neibolt Street.

Rabbrividì.

Attraversò il vialetto e tagliò per il giardino pieno di erbacce e cocci di bottiglia, per arrivare sul retro della vecchia villetta.
Il suo istinto aveva avuto ragione: Bill era lì. Se ne stava mezzo rannicchiato vicino al muro scrostato e... piangeva.
Alzò lo sguardo e incrociò quello di Stan.
«C-come diavolo m-m-mi hai tr-trovato?»
Uris si limitò ad alzare le spalle e sedersi a gambe incrociate di fronte all'amico... o non esattamente "amico"... insomma, Bill.
«Non venivo c-qui d-da t-tanto»
«Anche io»
«Esat-ttamente u-un anno»

Ed ecco che si tornava lì.
In un attimo fu come se quell'anno non fosse passato, come se fossero appena usciti da quella casa, da quel labirinto di fognature. In realtà a volte Stan dubitava di esserne veramente uscito.
In un certo senso, era convinto di essere rimasto là, di essere là a "galleggiare" o che almeno una parte di lui lo fosse. Del resto tutti i perdenti avevano abbandonato per sempre qualcosa di loro durante quella famosa battaglia.

Un anno.

Per Bill era stato più che difficile accettare la morte di Giorge e i suoi genitori, nonostante si fossero rassegnati perdendo le speranze dal principio, non erano ancora riusciti a mettersi l'anima in pace.
Ogni tanto adesso sorridevano, capitava perfino che la signora Denbrough chiedesse al figlio come era andata la giornata, ma in famiglia persisteva un'atmosfera da funerale. Bill aveva trovato sostegno nei suoi amici e, se dobbiamo essere sinceri, si era stufato di fare da collante per tenere uniti sua madre e suo padre, doveva vivere la sua vita e fino a quel momento non era andata neanche così male.
La sua sostanziosa paghetta gli permetteva di comprarsi quel che voleva da solo, se aveva problemi con la scuola si faceva aiutare da Stan e ormai aveva quasi quindici anni, era naturale che si distaccasse dai genitori.
Era stata dura, ma ora lui stava bene ed era felice, anche se lo spazio che un tempo Giorgie aveva occupato nel suo cuore non sarebbe mai più stato colmato.
Ecco, quello era ciò che più di ogni altra cosa faceva male.

HEEEEEy!
Ci ho messo abbastanza ad aggiornare, mi dispiace, sono stata un pochino incasinata e, se devo essere sincera, ho dovuto praticamente riscrivere da capo il capitolo una volta concluso perché mi faceva cagare 😂
Che vi devo dire? Non mi piaceva!
Spero che questo sia uscito un po' meglio.

In questo momento sono indecisa su quanto farvi aspettare prima del famoso primo bacio che in una ff non può mai mancare.
Dovrei tirarla per le lunghe? Non so, è che non sono nemmeno sicura che riuscirò a pubblicare regolarmente da settembre, sarebbe un bell'impegno.

E niente, buon Ferragosto!
Io non credo che io riuscirò a godermelo personalmente, passerò la giornata dai nonni dato che mia madre è in ospedale con la labirintite.
Ieri era pure il suo compleanno.
Che sfiga assurda.
Amen, ciaooo

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora