capitolo 30

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«Come mai avevi un'enorme vaschetta di gelato in frigo?»
«Meglio prepararsi ad ogni evenienza, non si sa mai che possa farti vista uno gnometto affamato»
Richie pizzicò la guancia ad Eddie.

Mostro mostro mostro

«Cretino... comunque lo sai che non sono qui solo perché - a quanto pare sono diventato un senzatetto! - cioè... lo sai, no? Dobbiamo parlare suppongo»

Eddie aveva buttato lì il discorso come fosse un sacchetto di caramelle.
Lo espose con una mitezza che non aveva nulla dell'Eddie paralizzato nell'ingresso di giusto mezz'ora prima.
Non si può dire avesse racimolato del coraggio, sarebbe più corretto affermare che quei 30 minuti con Richie Tozier erano riusciti ad atrofizzare i suoi freni inibitori, la sua caratteristica prudenza, e soprattutto a concretizzare i suoi obiettivi: ormai era certo che valesse la pena giocarsi la carta "dell'essere diretto".
Si era arreso al fatto che quella fosse davvero la resa dei conti, che per inciso non avava niente a che fare con la rassegnazione, quella che sapeva di sconfitta, quella che aveva conosciuto per colpa di sua madre, ma era quasi nostalgia, la nostalgia dei tempi in cui si beava dell'estraneità ad ogni tipo di questione di cuore, soprattutto di quel tipo, considerato così innaturale dalla pluralità degli abitanti di Derry.
Per la verità una parte di lui aveva ingenuamente creduto che dalla battaglia con Pennywise la sua vita sarebbe stata tutta in discesa, che si sarebbe aperto il cielo, che il resto della sua esistenza avrebbe costituito non altro che una continuazione implicita del lieto fine di una storia dell'orrore.
Era una sorpresa realizzare di essere già ad un capitolo decisivo di un'altra storia appassionante di cui non si era ancora nemmeno reso conto di fare parte, una storia di un genere molto diverso da quello che le persone come sua madre si aspettavano da lui.

«Sì... sì lo so» e l'espressione di Richie si rabbuiò, anche se in quell'oscurarsi del suo stupido sorrisetto c'era qualcosa che andava vicino al sollievo, un sospiro nascosto «Perché non sei andato da Bill o... oppure da Beverly?»
«Avresti preferito?»
«No! Cioè, cazzo... » Eddie ridacchiò compiaciuto «È che dopo quello che è successo credevo volessi evitarmi» ma la risata gli morì in gola.
Era questo che si aspettava da lui?

Carta "dell'essere diretto"...

«Ho detto a mia mamma che sono gay»
Richie sgranò gli occhi e alzò le sopracciglia tanto che mancavano pochi centimetri a che toccassero il soffitto.
«Dici sul serio?»
Eddie parve rifletterci un secondo «Sì... sì decisamente» e rispose infatti con lo sguardo perso di un incredulo, mentre il suo tono era deciso, abbastanza da convincere Richie.

«E gliel'hai detto per farla arrabbiare... qualcosa di simile... o perch-»
«È vero. Gliel'ho detto perché è vero»

Eddie ripensò a quel che Emma gli aveva estorto, che loro erano "migliori amici". In un certo senso non aveva mentito, anzi, sarebbe stato sbagliato affermare il contrario, ufficialmente non erano nulla di più e in ogni caso le emozioni non contavano più dei fatti: avrebbero benissimo potuto provare lo stesso l'uno per l'altro e decidere di "mantenere le distanze", soprattutto visti i rischi che avrebbero corso due ragazzini "finocchi" di provincia in un epoca in cui nella maggior parte degli Stati Uniti l'omosessualità era considerata una forma di sodomia.
Sarebbe stato azzardato stare insieme, teoricamente parlando, alla luce del sole e sarebbe stato altrettanto difficile nascondersi, ma cavolo se "migliori amici" gli suonava male ormai.

Intanto Richie aveva un attacco di tachicardia.

Il suo cuore aveva fatto una tripla capriola all'indietro, una ruota, aveva spiccato un salto e, passando per la gola, era arrivato fino a dare un pugno al cervello, annebbiando del tutto il povero ragazzo.
Era possibile che Eddie avesse capito una cosa del genere grazie al loro bacio? Magari lo sapeva da tempo e non gliel'aveva detto, ma perché mai? Non si fidava? Si sentiva a disagio? Poteva sempre aver iniziato a farsi qualche domanda dopo che lui gli aveva svelato il suo "grande segreto", poteva avergli semplicemente fatto sorgere qualche dubbio.
Lui sembrò leggergli nel pensiero.

«Credo di non averlo davvero capito finché non l'ho detto»
Richie restò in silenzio.
«Forse all'inizio nella mia testa avevo davvero l'idea di esagerare un po', solo per essere sicuro che mia madre capisse di che stavo parlando, perché... scusa, le ho detto anche quello che è successo tra noi»
Il corvino si limitò ad alzare le spalle e fare un cenno con la testa, per fargli capire che non gli importava. Eddie prese un bel respiro e continuò: «Però... porca puttana, mi sa proprio che non le abbia detto stronzate alla fine»

Salve! Ho già iniziato il prossimo capitolo, solo che non ho esattamente idea di come andare avanti, sto aspettando un'illuminazione divina. Questo periodo è un po' così, sta finendo il primo trimestre scolastico e mi mi sto strappando i capelli, non tanto perché non riesca a stare ad organizzarmi con verifiche e interrogazioni, più che altro perché non sopporto i prof. Mi innervosiscono molto facilmente.
Per non parlare del fatto che non mi ricordo più l'ultima volta che sono uscita di casa, essendo in quarantena con mio padre col covid e vivendo in un appartamento senza giardino. Si soffoca aiuto.
Pazienza... vi ricordaro che vi adoro e i commenti e le stelline mi fanno tanto piacere cyauuu

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora