capitolo 9

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«Certo che ero preoccupato per te! La punta dell'iceberg è stata realizzare che nel futuro poteva esserti successo qualcosa di brutto, altrimenti saresti stato insieme ai noi adulti! Magari era stata colpa mia, ma in tutti i casi ora non commetterò gli stessi errori fatti dal Richie della... bhe, della prima linea temporale. Ho intenzione di proteggerti, come mi ha detto di fare lui... dato che non ci era riuscito» esclamò tutto d'un fiato alzandosi a sedere.

Oh cazzo.
Possibile che non riuscisse mai a mettere a freno la lingua?!

«Allora è questo ciò che ti ha detto prima di sparire?»
Eddie era senza parole.
Avrebbe voluto rispondere che lui non aveva bisogno di protezione, che non aveva bisogno di una "guardia del corpo", ma del resto se ci fosse stata anche la più microscopica possibilità che Richie fosse stato in pericolo, per quel che valeva, avrebbe dato qualunque cosa per tenerlo al sicuro.

«S-sì, è una delle cose...»
Richie teneva la testa bassa.
«Rich, sai che con me ti puoi confidare. Sono il tuo migliore amico. Cos'altro ti ha detto?»

Era raro che Boccaccia non avesse la risposta pronta, però in quel momento la sua lingua pareva essere annodata.
Sentiva la stanza girare.
Come si fa ad uscire da una situazione del genere?
L'idea di ammettere per la prima volta di essere finocchio proprio davanti ad Eddie non lo elettrizzava, però non avrebbe potuto nasconderlo per sempre.
Lo avrebbe accettato?
Le opzioni erano due: avrebbe potuto appoggiarlo, e Richie avrebbe finalmente avuto una persona con la quale poter essere sé stesso, oppure respingerlo, provare disgusto nei suoi confronti.
In questo caso avrebbe quasi sicuramente smesso di guardarsi allo specchio e non sarebbe più uscito di casa.
«Senti, io non voglio obbligarti a dirmi nulla, ma tu sei il mio migliore amico... se posso fare qualcosa per te o se hai bisogno di parlare sono qui»
Boccaccia sentiva le due semplici parole "sono gay" solleticarli le labbra, come fosse un colpo di tosse per farle sgattaiolare fuori, ma allo stesso tempo non riusciva a muovere un muscolo.
Non sarebbe riuscito a confidarsi nemmeno se l'avesse voluto, e una parte di lui lo voleva, eppure aveva l'impressione che più gli pareva semplice cogliere l'occasione per confessare il suo peccato, più l'istinto lo ostacolava dal farlo.

«È una cosa su di me» Richie decise di raggirare l'istinto. Non poteva più vivere con quel segreto, era diventata una sofferenza inutile, e decise di credere che anche se si fosse rivelato ad Eddie di certo lui non avrebbe capito ciò che provava nei suoi confronti: in effetti nemmeno Richie stesso lo capiva fino in fondo.
Non poteva promettersi che le cose tra loro sarebbero rimaste come prima, ma valeva la pena togliersi il dente prima che si facesse nuovamente prendere dalla paura e dalla vergogna e cambiasse idea.
Non importava quanto si sarebbe reso patetico, avrebbe dato indizi ad Eddie finché non fosse riuscito a tirargli fuori la verità, finché non si fosse spinto troppo in là per tornare indietro.
«Intendi sul tuo futuro?» indagò il ragazzino.
«Non proprio. È una cosa che... sono»
«Insopportabile? Quella non è una novità»
«Molto simpatico Kaspbrak, ma non è questo»
«Irritante? Volgare? Inconscente?»
«Piantala Eds io sono-»
Il castano, vedendo l'amico interrompersi con tanta apprensione, corrugò le sopracciglia, per la prima volta seriamente preoccupato.
«È una cosa così brutta?»
«Io non lo so. Il fatto è che a me piacciono...» Richie si prese una lunga pausa strategica, come se spezzare la frase ed evitare il termine "gay" o "omosessuale" potesse cambiare il senso del concetto «... i maschi»

Lo aveva detto.
Lo aveva detto ad alta voce.
Aveva smesso di pensare e le parole erano uscite da sole... come sempre del resto.
Se Eds teneva a lui come sosteneva lo avrebbe accettato, no? Eppure Richie stava sudando freddo.

Richie non sta scherzando.
Era stato un fulmine a ciel sereno.
Eddie era diventato tutto rosso, non sapeva come rispondere.
Era felice che il ragazzo si fosse aperto con lui, ma non si aspettava nulla del genere.
Quello era il suo segreto, quello a cui Pennywise aveva fatto riferimento, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Improvvisamente venne colto da una grandissima... tristezza.
Essere gay significava (come se ora non fosse così, ma sorvoliamo...) doversi nascondere, subire gli insulti degli omofobi, che spesso e volentieri non si limitavano alle offese, ed essere presi di mira dai bulli. In più il suo Richie aveva dovuto affrontare questo lato sé completamente da solo per cercare di accettarsi.
Non aveva avuto nessuno che lo confortasse e nessuno con cui confrontarsi.
Tutto questo non è giusto, non lo è per niente.
Avrebbe voluto abbracciarlo, ma forse sarebbe stato inopportuno...
Sti cazzi.
«Dio, vieni qua coglione!» disse con tono rassicurante gettandosi al collo dell'amico, che sorrise istintivamente.
Capitava raramente che cercasse un qualsiasi tipo di contatto fisico per dimostrare il suo affetto. Di solito era lui ad infastidirlo stuzzicandolo, dandogli pizzicotti, abbracci e occasionalmente baci sulle guance.
Si divertiva a guardarlo mentre cercava disperatamente di rimproverarlo evitando di balbettare come Bill.
«Quindi a te... va bene?»

Eddie non aveva mai avuto effettivamente nulla contro omosessuali e compagnia, ma non poteva negare di essere sempre stato influenzato dalla mentalità della gente che lo circondava.
Però ora per lui nessuno avrebbe dovuto considerare "gay" un insulto se lo era effettivamente il suo migliore amico, solo adesso si rendeva conto di quanto fosse sbagliato.
E Richie non poteva essere sbagliato.

«Cretino, avresti potuto dirmi di tutto: per me sarai sempre il solito frocietto!»
A quelle parole il più grande lo strinse forte, lasciando che la mano dell'altro si posasse sulla sua testa piena di ricci scuri.
«Grazie»
Aveva i capelli spettinati, le guance rigate di lacrime e gli occhiali leggermente storti, ma a Eddie parve così... carino.

Ma che diavolo vado a pensare!?

«Non mi ringraziare»
«Ora scollati, sembriamo due ragazze col ciclo che hanno appena guardato insieme un film drammatico!»
Si staccarono e scoppiarono a ridere.
Per quanto Richie potesse essere sollevato, non poteva che rassegnarsi al fatto che Eddie non sarebbe mai stato altro che un buon amico per lui.
Lo sapeva ora esattamente come lo sapeva prima: se davvero lo amava non lo avrebbe spaventato e dunque allontanato per colpa di una stupida dichiarazione d'amore.
Dichiarazione d'amore.
Suonava strano. Lui, che di amore ne sapeva ben poco, ormai viveva solo grazie a quello.
A Derry non gli era rimasto molto: aveva la scuola (yeee), sua sorella e una manciata di ricordi traumatici.
Lui viveva per i suoi amici e viveva per Eddie.

È sempre bellissimo.
Aveva gli occhi lucidi, le labbra rosa e il naso leggermente arrossato.
«Rich, va tutto bene?»
«C-certo»
Si guardarono negli occhi per qualche interminabile secondo.
Forse qualche secondo di troppo.

Probabilmente sarebbero volentieri rimasti lì ancora per un po'... se non fosse per il fatto che la signora K fece capolino dalla porta della stanza con... una mazza da golf?!

Colpo di scena!

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora