capitolo 37

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La pioggia aveva smesso di cadere sulla cittadina di Derry, Maine, verso le sette di mattina del primo lunedì di settembre. Appena in tempo, per le famiglie legate alle tradizioni, per andare a mettere in ordine, nei limiti del possibile, il giardino infangato e preparare il barbecue del Labor Day, a giudizio di Richie, la festività nazionale più inutile mai creata.
Non l'aveva mai festeggiata: i suoi avevano sempre lavorato quel giorno e grigliare la carne non era mai stato esattamente l'attività preferita dei Tozier, inoltre gli unici parenti che avrebbero potuto invitare per l'occasione sarebbero potuti essere i nonni di Bangor, ma Richie già se li immaginava con le dentiere incastrate nelle salsicce.
Certe tradizioni non fanno per tutte le famiglie, punto e basta, poi per quel che lo riguardava le feste non si potevano definire tali se non erano un motivo per saltare scuola, di conseguenza questa filosofia escludeva tutte le festività estive.
Quell'anno avrebbe passato la giornata solo con Eddie e magari sarebbero anche usciti dopo quei giorni di reclusione! Non che gli fossero dispiaciuti: erano stati probabilmente i più belli della sua vita.
Ogni tanto lui ed Eds rimanevano a sfogliare i fumetti in silenzio, anche per ore, poi chiacchieravano e scoppiavano a ridere per le cose più stupide.
Spesso litigavano, anche se non per davvero.
Un paio di volte il suo ragazzo l'aveva convinto a mettersi a studiare, ma non aveva fatto per davvero neanche quello. Si limitava a prendere un quaderno degli appunti a caso dietro al quale nascondersi, fingendo di esserne interessato, mentre accarezzava distrattamente i capelli del castano, che se ne stava rannicchiato di fianco a lui, con la testa appoggiata alla sua spalla mentre leggeva, così un po' di sbieco, qualche libro che aveva trovato su uno scaffale. Gli era talmente vicino che si sentiva bruciare.

Qualche volta si baciavano.
Non lo facevano troppo di frequente, Richie non prendeva spesso l'iniziativa, quasi temesse di essere rifiutato o che l'altro si stancasse o si sentisse soffocare. Non voleva essere appiccicoso, non voleva che Eddie si accorgesse di quanta voglia avesse di baciarlo fino a perdere il fiato.
Capitava però che, così di punto in bianco, mentre erano soli in camera i loro sguardi si incontrassero e che nessuno dei due riuscisse più a trattenersi.
Si attraevano come due calamite, nello stesso attimo, in loro scattava qualcosa.
Quei momenti rincuoravano entrambi, che per un secondo abbandonavano ogni insicurezza e quasi riuscivano a credere che l'altro davvero provasse il loro stesso stesso sentimento, solo che alla fine ognuno era convinto di essere il più coinvolto in quella relazione.

Emma li guardava stuzzicarsi, ridere e forse coglieva parte della tensione che si era creata tra loro.
Magari era per questo che aveva scelto di lasciarli soli e uscire presto, prima che si svegliassero, per andare a badare alla figlia dei Reese, che si erano offerti aiutare come volontari a ripulire le strade dai ciottoli o svolgere qualsiasi compito fosse assegnato volontari dopo un diluvio catastrofico, o almeno questo era ciò che aveva scritto su un post-it attaccato al frigo.

«A quanto pare la mia sorellina ha deciso di tagliare la corda»
Richie sventolava il foglietto arancione mentre andava a sedersi sul divano della sala, dove il suo ragazzo lo aspettava dentro una delle sue camicie hawaiane, con una tazza di latte al cioccolato tra le mani.
Fare colazione dove si vuole: uno dei vantaggi di vivere in una casa senza genitori.
Il corvino passò di fianco alla famosa poltrona su cui lui ed Eddie si erano dati il primo bacio, le lanciò un'occhiata e decise che quello sarebbe stato un posto migliore dove appollaiarsi.

L'altro lo guardò con la coda dell'occhio e sorrise.

«È andata a fare la babysitter ad Old Cape»
«Torna prima di sera?»
Richie alzò le spalle.
«Non mangi nulla?»
«Non ho fame»
Il castano storse il naso.
«Va tutto bene?»
«È così preoccupante il fatto che per una volta non abbia voglia di mangiare?»
Eddie si limitò a roteare gli occhi e sorseggiare il suo latte e cioccolato, ma Richie cedette ugualmente.
«Ho paura che tu voglia tornare da tua madre e che lei ti porti via»
«Oh» appoggiò la tazza vuota per terra.
«Non puoi sperare veramente che dopo essertene andato di casa tua mamma, e sottolineo tua mamma, la donna più ansiosa che sia mai esistita, non si preoccupi minimamente per te:  come minimo denuncerà la tua scomparsa appena avrà occasione di presentarsi personalmente alla centrale di polizia... ormai ti crederà morto affogato in qualche angolo allagato dei Barrens. Quando saprà che sei qui ti non ti lascerà in pace, pensa ancora di sapere che cosa è meglio per te, farà di tutto per riportarti a casa, a costo di chiamare i cazzo di assistenti sociali e corromperli...»

Eddie lo ascoltava esterrefatto, consapevole del fatto che il suo ragazzo avesse ragione.
Non si aspettava sarebbe stato lui a intavolare quella discussione, ma sapeva che con la fine della pioggia sarebbe arrivato anche il momento di prendere una decisione. Pareva che Richie avesse riflettuto a lungo su quella situazione, era raro che i monologhi usciti dalla sua boccaccia fossero di contenuto logico, ma quella volta sembrava veramente che avesse ragionato prima di parlare.

«...perché Emma non guadagna molto facendo la babysitter, ma troveremmo un modo! I soldi che ci mandano in nostri genitori- Eddie? Ci sei?»

«Mh?»

«Eds, è una cosa seria!»

Richie Tozier che mi chiede di essere serio: credo di averle viste tutte ormai.
Era un pensiero divertente, ma non gli venne proprio da ridere.

«Lo so... mi dispiace. Devo essere sincero, credo che dovrò rivedere mia madre, è inevitabile...»
L'espressione del più grande mutò in una smorfia addolorata, come se quelle parole fossero riuscite a provocargli dolore fisico.
«...ma non riuscirà a trascinarmi ad Atlanta, né a chiudermi in un manicomio! Te lo prometto sulla tomba di Pennywise»
Richie sgranò gli occhi prima di scoppiare a ridere. Eddie si maledì per aver fatto un giuramento così stupido e fuori luogo.
«Attento alle tombe su cui prometti, Eduardo. Quel pagliaccio bastardo potrebbe risvegliarsi da un momento all'altro»
«Porca puttana, non so come mi sia uscita! Io-»
Il corvino rise di nuovo.
«Non ti preoccupare, scherzavo! Pennywise è morto e defunto, quindi sì... si fotta lui e si fotta tua madre!» esclamò alzandosi, preso da un improvviso moto di ottimismo, per poi dirigersi di fronte al suo ragazzo.
Gli tese la mano ed Eddie, quasi timidamente, la strinse e si lasciò issare in piedi.
«G-già... GIÀ! Si fottano»
«Così mi piaci, Spaghetti!»

Quella precipitosa e forse un po' incosciente promessa sembrava aver lenito, almeno superficialmente, le ferite di entrambi.

Sono sparita per un po', ma questo capitolo è lungo il doppio del solito, quindi perdonatemi, ve ne prego.

Ridendo e scherzando, sono davvero andata a cercare su Internet "che cos'è il Labor Day", dopo aver scoperto per caso della sua esistenza in America, mentre provavo a scoprire che giorno inizia la scuola nel Maine.

Poi ho cambiato una cosa in non ricordo quale capitolo, in pratica mi sono accorta di un'incongruenza riguardo dove si trovava Emma nel momento del primo bacio tra Eddie e Richie, ma ora dovrebbe essere a posto.
Mi ero scordata dell'esistenza dei Reese yey.

Comunque dedico il capitolo ad una mia amica che ieri mi ha regalato IT, il libro, dato che quando l'ho letto l'ho preso dalla biblioteca e fino ad ora ho finto di averlo mettendo nella mia libreria un'enciclopedia con una finta copertina disegnata da me.

Grazie Sabri, ti adoro.

E adoro anche voi, grazie di tutto <3

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora