capitolo 10

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«Se vuoi parlare io sono sempre qui comunque»
«Grazie Beverly»
Aveva cercato di essere disponibile, utile, ma alla fine non aveva fatto altro che ripetere che sarebbe andato tutto bene.
Una parte di lei... ecco... può darsi che provasse ancora qualcosa per Bill.
Non era innamorata, non voleva nemmeno una relazione se vogliamo essere sinceri.
Non voleva correre, intendeva vivere la sua vita e fare tutte le esperienze che avrebbe ritenuto necessarie, a costo della reputazione... non che avesse chissà quale reputazione da mantenere, restava la solita troietta agli occhi della gente di Derry.
Ormai non ci faceva quasi più caso.
Sarebbe stata se stessa, sarebbe stata libera, e se il cosiddetto "grande amore" fosse arrivato allora tanto meglio, ma se la sarebbe benissimo cavata da sola. Troia, puttana, sporcacciona, stronzetta, spazzatura... erano solo alcuni degli affettuosi nomignoli con i quali era stata apostrofata: tutti le stavano alla larga.
Sapere che almeno un ragazzo su tutta Derry non era rimasto disgustato dal suo bacio le aveva scaldato il cuore. Infatti, dopo il bacio scenico della recita scolastica, si era aggrappata all'immagine di Bill per sentirsi in qualche modo desiderabile.
Non l'aveva fatto a posta, era stato involontario, ma tutto si riduceva al fatto che aveva sfruttato quello che ormai considerava il suo migliore amico per sentirsi meno una... puttana. Lui non aveva paura di avere a che fare con "la troietta" ed era stato il primo a non considerarla tale.
Ora che Bev aveva una parvenza di famiglia, composta dai suoi amici sfigati e la sua zietta, non avrebbe mandato all'aria la sua "stabilità", per così dire, e solo per rincorrere un ragazzo per il quale forse provava ancora dei sentimenti.
Probabilmente non era mai stata così felice nonostante tutto ciò che aveva passato.
Ogni tanto si chiedeva che fine avesse fatto suo padre. L'ultima volta che aveva avuto sue notizie era stato quando, mesi prima, le aveva mandato una lettera, alla quale lei non aveva puntualmente risposto. Sua zia gli aveva intimato di stare lontano da loro, quindi si doveva essere trasferito altrove, magari in un paese più vicino a Boston.
Doveva ammettere che c'era stato un tempo in cui lei aveva davvero voluto bene a suo padre, e anche dopo tutte le violenze subite non riusciva ad odiarlo completamente, ma ora lui apparteneva al passato e Bev aveva altro cui pensare.

A quanto pare, stava succedendo qualcosa tra Bill e Stan.
Li trovava carini insieme.
Doveva poi ammettere che Tartaglia non era stata la sua unica cotta che temeva di essersi trascinata fino ad allora.
Non ne avevano più parlato, ma tra lei e Ben c'era stato un bacio. Non era sicura di cosa significasse... o se avesse un significato.
Non era stato decisamente un bacio normale.
Un anno prima, per svegliarla dal suo stato di trans causato dalla deadlight, il ragazzo aveva posato le labbra sulle sue, proprio davanti agli altri perdenti.
Era stato un contatto breve, fugace, stile Bella Addormentata nel Bosco e, che sia forse perché era appena uscita da un vero e proprio mondo di tormento, Ben le parve davvero il suo principe azzurro.
Le era ormai chiaro che fosse autore di quella breve poesia anonima, scritta a penna sul retro di una cartolina e per di più con una bella calligrafia ordinata, dalla quale era rimasta affascinata: le parole parevano così semplici, eppure così sentite.
E pensare che inizialmente le aveva attribuite a Bill!
Non ne avevano più riparlato, in realtà nessuno di loro aveva più riparlato di qualunque faccenda fosse vagamente ricollegabile, riconducibile a Neibolt Street, i bambini scomparsi e a... "lui".
Ogniqualvolta che i ricordi riaffioravano un brivido le percorreva la schiena, ma li scacciava in un attimo chiudendo gli occhi e scuotendo leggermente la testa.
Le bastava pensare a cose belle.
Ovviamente l'haiku di Ben era da considerarsi una delle cose belle.
Un sorriso le nasceva spontaneo anche solo recitandolo nella sua testa:

Brace d'inverno,
i capelli tuoi,
dove il mio cuore brucia.

La faceva sentire amata.
Ad essere sinceri, non credeva di aver mai visto Ben in quel modo, ma gli era sempre sembrato un bravo ragazzo, sensibile e alquanto interessante, per non dire intelligente!
Era rimasta per troppo tempo concentrata su Bill, davvero troppo tempo, tanto che non era riuscita a notare quali fossero i veri sentimenti di Ben Hanscom, dunque non era riuscita neanche a dargli la possibilità di far breccia nel suo cuore, come se fosse partita dal presupposto che a nessun altro pazzo potesse mai piacere lei.

Beverly guardò assorta Stanley Uris andarsene in silenzio e a testa bassa.
Il rumore dei suoi passi sulle scale del palazzo veniva leggermente amplificato dall'eco.
Dove starà andando?

Non è un granché come capitolo, ma non mi dispiaceva approfondire un po' il personaggio di Beverly.
Ah, e non temete: avrete una la riflessione di Stan e una bella conversazione Stanbrough... tra un po'... ok, un po' tanto, minimo tra tre capitoli.
Abbiate pazienza 😅😂

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora