capitolo 34

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Richie ed Eddie si alzarono dal letto verso verso le 9.
Il primo prestò al secondo qualcosa da mettersi per proteggersi dal freddo della mattina, anche visto che il ragazzo aveva dormito con ancora addosso i jeans e la maglietta con cui era arrivato.

«Non mi ha più ridato i miei vestiti, sai... dall'anno scorso, dopo che Pennywise ti aveva vomitato addosso»
«Wow, grazie di aver revocato questo meraviglioso ricordo»

Eddie non aveva mai pensato così poco a It come negli ultimi giorni. Dopo l'anniversario della morte di quel figlio di puttana aveva avuto decisamente altro per la testa.

«Li rivuoi? Ti avverto, dovresti accompagnarmi tu a casa da mia madre a recuperarli»
Richie lo guardò come se avesse appena detto la cosa più stupida del mondo.
«Naaa, tienili, stavano meglio a te!»

Di lì a poco si ritrovarono nuovamente nel loro solito angolo vicino all'armadio, aspettando che uno dei due prendesse l'iniziativa e si decidesse ad alzare il culo e andare a fare colazione, questo a meno che Richie in particolare non avesse qualcosa da dire, da chiedere.

«Eds, tu hai paura? Non intendo ora, cioè... adesso cosa succede?»
Eddie gli sorrise, come per fargli capire che capiva la domanda, poi si fermò a riflettere. Pensò a sua madre, all'ormai defunto clown assassino, al signor Keene e a Greta, perfino a Bowers e tutti gli passarono davanti agli occhi, come in un montaggio di immagini, in un lampo.
Eddie aveva paura, per quanto aveva memoria ne aveva sempre avuta, c'era sempre stato qualcosa da temere: prima le urla isteriche delle maestre delle elementari, i primi bulli, i pizzicotti sulle guance e le iniezioni, poi le malattie, i germi, la morte e infine sé stesso, quello che era e si era rifiutato a lungo di accettare.
Inoltre da piccolo era terrorizzato dai cani, o almeno così Sonia gli aveva raccontato, dato che probabilmente era lei in realtà ad avere avuto il terrore che quelle disgraziate bestiole gli facessero del male, facessero del male al suo bambino.
Gli aveva addossato le sue paure, le aveva caricate sulle sue spalle e si era nascosta dietro la sagoma cartonata della classica mamma protettiva "solo perché vuole davvero bene al figlio", mentre le sue preoccupazioni e la sua ipocondria avevano un'origine molto più oscura, derivata da una specie di disturbo di mania di controllo, forse apparsa dopo la scomparsa di suo padre. Lui nemmeno se lo ricordava. Durante la sua infanzia non aveva mai desiderato avere un papà, non ne aveva mai sentito davvero la mancanza, anche perché la sua idea di genitore era stata abbastanza distorta dalla madre, dunque non trovava particolarmente allettante la prospettiva di vivere in una casa insieme a non una, ma ben due signora K. Ad ogni modo ora avrebbe dato tutto l'oro del mondo per far risorgere il famigerato Frank Kaspbrak per restituirlo a quella donna, così che si mettesse finalmente l'anima in pace.
Un po' gli dispiaceva per lei, vedova, spaventata da tutto, anche dal "diverso", anche da suo figlio. Doveva sentirsi tanto sola, ma non avrebbe certo potuto aiutarla finché non si fosse decisa a cambiare e affrontare le sue paure.
La paura è limitante, se si ha paura non si può essere liberi, infatti Eddie non aveva avuto paura la sera prima e ciò che aveva provato era stato troppo bello per immaginare un futuro in cui non avrebbe mai più avuto nulla del genere. Una parte di lui voleva che ogni giorno da allora in avanti fosse esattamente come quel momento e se ci fosse stato un prezzo per stare con un ragazzo che lo faceva stare bene lo avrebbe pagato, avrebbe corso dei rischi e avrebbe affrontato qualsiasi cosa, se avesse potuto contare su qualcuno che gli avrebbe ricordato ogni giorno che lui non era sbagliato.

«Richie, io ho paura però non voglio più averne»
Il ragazzo parve perplesso, ma lo esortò a continuare.
«Io non so cosa tu voglia fare, ma io voglio stare con te» Richie rimase praticamente a bocca aperta «io ho bisogno di stare con te» si corresse imbarazzato Eddie.

Il corvino si sistemò gli occhiali sul naso e distolse lo sguardo, più che altro per frenare la sua voglia di baciarlo e riuscire a finire una volta per tutte quella maledetta conversazione iniziata già tre giorni prima. Richie avrebbe voluto dire che desiderava lo stesso, perché lo desiderava davvero, ma non avrebbe potuto aspirare a una vita normale se avesse avuto una relazione come la loro, tra due maschi, e non gliene sarebbe importato nulla se in quel casino non fosse stato coinvolto Eddie. Eddie se la meritava una vita normale e non intendeva convincerlo ad abbandonarla.
«Sai a cosa andremmo in contro? La vita a Derry diventerebbe un inferno, lo saprebbero tutti dopo una settimana e nessuno ti guarderebbe più con gli stessi occhi. Bowers non c'è più, ma l'eventualità che qualche prepotente gli rubi il posto e ti prenda di mira non è per niente remota e-»
«Perché parli al singolare?» Eddie lo interruppe «So qual è l'opinione della gente riguardo ai gay... mia madre è stata un ottimo esempio di come tutti mi vedranno, ma tu mi hai chiesto se ho paura e ti giuro che piuttosto che vivere il resto della mia vita fingendo che mi piacciano le ragazze e sposarmi con una donna come mia madre (spaventoso), preferirei affrontare tutti i bulli del mondo ed essere insultato dalla mattina alla sera fino al giorno della mia cazzo di morte»
Richie, da serio che era, iniziò a ridacchiare, un po' per l'ambiguità della situazione in generale, un po' per l'espressione di Eddie, che ormai era diventato rosso come un peperone.
«Che hai da ridere?! Piantala!»
Il castano lo afferrò per il colletto della camicia e riuscì a zittirlo con un bacio. Si staccarono qualche secondo dopo per riprendere fiato.
«Quindi... vuoi essere il mio ragazzo Eds?» chiese Richie con ancora la fronte contro quella dell'altro.
Eddie infilò la testa nell'incavo del suo collo e lo abbracciò.
«Vaffanculo, non mi piace essere chiamato così»
«È un no?»
«È un sì, stronzo»

Non scesero in cucina prima delle 10.

Il momento tanto atteso! Scusate se mi è voluto un po' a portare questo capitolo, mi sono dedicata molto alla lettura in questi giorni. Sono andata a recuperare tutte le cavolo di ff reddie che ho letto e le ho cacciate tutte in un elenco di lettura, così magari la smetterò di iniziare una storia per poi avere dei déjàvu e trovare miei vecchi commenti quando ormai sono già arrivata a metà.
Alla prossima allora, ciauuuuuuu.

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora