capitolo 39

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Il cuore di Richie batteva ad un ritmo eccessivamente veloce, tanto che iniziava seriamente a temere che se ne potesse sentire il rumore.
Non era mai stato così pieno di energie - a quanto pare le emozioni sono molto più eccitanti dello zucchero - ma era allo stesso tempo un po' intorpidito mentre inforcava la bici e faceva segno al suo Eds di salire dietro di lui.

Un sogno, non può essere altro.

Forse andare in bicicletta non sarebbe stata la cosa più consigliabile da fare dopo un diluvio, vista la condizione delle strade, tuttavia Richie era troppo entusiasta per pensarci ed Eddie troppo curioso di sapere dove il suo ragazzo lo stesse portando, sempre conservando la speranza di non doversi di lì a poco chinare sulla ghiaia umida e sul fango per raccogliere i pezzi del suo piccolo cuore infranto.
Continuava a ripetersi che non bisognerebbe parlare di amore a quattordici anni, ma generalmente non bisognerebbe nemmeno combattere contro un cazzo di clown assassino a tredici, non c'era un granché di nuovo nel considerarsi l'eccezione.

Si posizionò sul portapacchi, lo stesso su cui aveva già viaggiato tante volte, e cinse con le braccia i fianchi del corvino, facendolo leggermente rabbrividire.
Partirono.

Richie pedalava come mai prima d'allora, giudando quella ferraglia come nemmeno Big Bill avrebbe potuto fare con Silver.
Non riusciva credere a quel che stava facendo, a ciò che stava succedendo.
Si guardava intorno e quasi gli sembrava di vedere il se stesso appena tredicenne, che ora gli appariva così piccolo e sperduto, percorrere con chissà quale coraggio quella che ai tempi aveva rappresentato la sua via Crucis verso la più grande umiliazione che qualcuno abituato ad indossare una maschera possa mai sperimentare: ammettere i propri sentimenti.

Eddie lo stringeva un po' più forte ogni volta che sentiva le ruote sotto di loro essere sul punto di scivolare sulla fanghiglia fuggendo dal controllo della guida del suo ragazzo, eppure non provava neanche a rimproverarlo o a lamentarsi, concentrandosi invece sulla strada, cercando di capire dove fossero diretti.

Arrivarono in un lampo l'incrocio tra la Jackson e Costello Avenue, proseguirono dritto per poi svoltare in Kansas Street e girare a sinistra, sfreciando di fianco alla vecchia biblioteca.
Raggiunsero Bassey Park e lì Richie decise finalmente di fermarsi. Esitò per un momento prima di venire giù dal sellino, tanto che Eddie credette avesse sbagliato strada.
Lo aiutò a scendere dal suo destriero "come un principe farebbe con la principessa" gli fece notare con un ghigno, guadagnandosi un'occhiataccia, un mezzo sorriso imbarazzato e un insulto non molto carino, anche se poco credibile.
Lo prese per mano e si avviò a passo spedito verso il Kenduskeag, abbandonando con noncuranza la bici sul prato annacquato.

Eddie lo seguiva paziente, sopportando la fastidiosa sensazione di avere i calzini impregnati d'acqua, mentre iniziava a farsi un'idea di dove fossero diretti, finché non si fermarono: il Ponte dei Baci.

«Dammi un- solo un secondo» esordì Richie, iniziando ad esaminare le incisioni sulla staccionata di legno bagnato. «Cazzo, giuro che era qui...»

Eddie lo guardava senza sapere bene che cosa aspettarsi, con semplice curiosità.
«Cosa stai-»
«Porca puttana, eccola!» esclamò il ragazzo indicando con orgoglio un punto su una delle travi umide.

Il castano si chinò per osservare e una volta letta la scritta si voltò verso il suo ragazzo con sguardo interrogativo.
«R+E» lesse ancora.
«R+E» ripeté l'altro «L'ho fatta io»

Eddie era ancora più perplesso.
«Quando??»
«Più di un anno fa»
Davanti all'espressione sbigottita del più piccolo, Richie non riuscì a trattenere una risata. «Sono cotto da un po', sai Spaghetti?»
«La E sono io?»
«Chi se no?»
«Davvero l'hai incisa tu?»
«Che c'è? Sei scettico Kaspbrak?»

A Bassey Park non c'era anima viva in quel momento. I volontari e gli operai del comune si stavano occupando di contenere le acque del fiume e ricostruire gli argini dove questi erano ceduti, ma i danni erano circoscritti in una zona più bassa di Derry a quanto pare, perché lì nei pressi del ponte c'era solo una marea di fango e un albero caduto, colpito da un fulmine, non certo la prima preoccupazione degli addetti.

Richie sembrò ricordarsi solo allora di trovarsi in un luogo pubblico, ma a prescindere da chi fosse stato nei dintorni era certo che avrebbe fatto ugualmente ciò di cui aveva intenzione.

Salì sopra lo steccato e si sedette, le gambe a dondolare qualche metro sopra l'acqua e gli occhi che scrutavano il cielo e le cime degli alberi.

«Hey ma che cazzo fai? Potresti cadere, scendi!»
Ma il ragazzo non lo ascoltò.
Mise le mani a cono intorno alla bocca, come un megafono, ed esitò ancora un altro attimo, non tanto per paura, ma per godersi meglio l'attimo, e poi così, d'un tratto, la più grande umiliazione che potesse sperimentare acquisì un sapore dolce.

«IO AMO EDDIE KASPBRAK!»
«Oh mio dio, ma sei matto?! Sei completamente impazzito»

Eddie era rosso dalla testa ai piedi e, se in un primo momento la sorpresa lo aveva irrigidito, ora credeva che le sue gambe fossero diventate molli come due stringhe di liquirizia lasciate per troppo tempo al sole.
Per un secondo fu certo che ogni scherzo, ogni battuta, ogni sguardo, il loro primo incontro quando erano ancora dei bambini, di cui nemmeno avevano più memoria, e la loro intera amicizia fossero solo un enorme premessa per raggiungere quella conclusione, come se lo sbocciare di ciò che c'era tra loro fosse stato inevitabile.

Richie si girò e gli sorrise malizioso.
«Tu dici?»
«Sì, cretino, ma a questo punto direi che lo sono anche io:» detto questo fece un passo avanti e si sporse un po' oltre quello steccato, almeno per quanto le vertigini gli consentirono. «E IO AMO RICHIE TOZIER»

Oltre Bassey Park, poco lontano dalla statua di Paul Bunyan, in Center Street, una donna che stava portando a passeggio il suo cane sentì le voci non troppo lontane di due ragazzi gridare quelle che parevano essere dichiarazioni d'amore ma, se l'udito non la ingannava, entrambe rivolte a due ragazzi. Nel tragitto verso casa si convinse che... no, doveva aver sentito male: quando mai si sono visti due maschi innamorati l'uno dell'altro?

Vi ringrazio tantissimo per le 3k di visualizzazioni, per i voti e per tutti i commenti che mi mettono di buon umore ogni volta, vi adoro.
Mi dispiace tantissimo di aver perso la costanza nell'aggiornare, mi sarebbe piaciuto portare un capitolo a settimana, ma evidentemente non sono in grado, scusatemi tantissimo. Il mio obbiettivo ora sarebbe quello di metterci meno di due settimane a pubblicare, però non prometto nulla.
Detto questo passo e chiudo, andate i pace, ciao.

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora