capitolo 11

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Ditemi che sto sognando
si disse Eddie Kaspbrak, ancora così maledettamente vicino a Richie.
Aveva le labbra stranamente rosse e le guance segnate da lievi scie lasciate dalle lacrime quasi asciutte sul suo viso.
Si alzano il piedi.

«Oh, per l'amor di Dio! Sei tu Toser!» esclamò, con ancora la mazza da golf in mano, la signora K, che ovviamente non mancò di sbagliare il cognome del migliore amico di suo figlio e pronunciarlo con aria vagamente disgustata.
«Sarebbe Tozier in realtà. Tesoro mio, luce dei miei occhi, signora K, è mai possibile che dopo tutti questi anni di passione tra di noi...» Richie ammiccò e le mandò un bacio «...ancora riesca a storpiare il mio cognome?!»
Se prima la donna sembrava un po' disgustata, ora pareva sul punto di vomitare.
«MAMMA! Si può sapere che ci fai qui ORA e con una MAZZA DA GOLF in mano?!?!!!»
«NON ALZARE IL TONO CON ME!!! Ho sentito delle voci ed ero convinta ci fossero dei ladri!»
«Tu sapevi benissimo che a quest'ora in casa ci sarei stato io, ma evidentemente non ti è proprio passato per la testa che quelle voci potessero appartenere a me e a qualche mio amico!!»
«NON FARE IL SACCENTE CON ME EDDINO»
A Richie scappò da ridere.
«Non avevi alcun permesso di invitare i tuoi "amici", specialmente quello squilibrato di Tozier!»
«BINGO!» esultò allora Rich. Eddie e sua madre lo guardarono male «Che c'è? Sono contento che abbia azzeccato come mi chiamo!»
La donna continuò a sbraitare «Non capisci che ti stai circondando di brutte persone che hanno solo una pessima influenza su di te?! Per primo questo...» fece una pausa per trovare il trovare il termine adatto, che non fosse volgare... sia mai che il suo amato figliolo prendesse di esempio un simile linguaggio «... QUESTO MISERABILE ti sta allontanando da me e ti sta portando sulla cattiva strada! Deve andarsense immediatamente»
Eddie fece un passo avanti: sembrava pronto a balzarle addosso per attaccarla, ma si voltò a guardare Richie sentendo la sua mano posarsi sulla sua spalla.
Si tranquillizzò.
Il ragazzo gli fece l'occhiolino abbozzando un sorriso, stando attento a non farlo notare alla signora Kaspbrak fingendo di mettersi a posto gli occhiali e abbassando leggermente la testa.
«Non preoccuparti, ora vado Eds» si avviò verso la porta e, appena sorpassata sua madre, si girò per salutarlo con un cenno della mano e in labiale disse «A domani»
Per un attimo per la testa di Eddie passò l'idea di rincorrerlo fregandosene di sua mamma.

Non voleva se ne andasse.

Ci fu il silenzio finché non sentirono la porta d'ingresso aprirsi e poi richiudersi.
«Si può sapere perché diavolo sei già a casa, ma'?!»
«Avevo in programma di restare a dormire in albergo e tornare domani mattina, ma ho finito in anticipo di fare ciò che dovevo ed ero in pensiero per te. Ho preso il primo aereo disponibile e-»
Eddie la interruppe «E CHE COSA DOVEVI FARE?! PERCHÉ NON ME L'HAI VOLUTO DIRE?! Tu te ne vai di punto in bianco chissà dove, torni in anticipo e poi ti permetti di insultare il mio migliore amico»
La donna distolse lo sguardo scocciata.
«Sono andata ad Atlanta»
«Intendi Atlanta in... Georgia?!!!»
«Esatto»

Che va a fare una donnona sedentaria come mia madre in Georgia?!

«Ci trasferiremo temporaneamente là» asserì la signora K prima che lui potesse farle ulteriori domande.
Eddie rimase congelato.
«Sono andata a trovare una vecchia amica, staremo da lei durante il trasloco, e ho visitato un paio di villette nella zona in vendita ad ottimo prezzo»
Ora parlava con un tono più basso che ricordava quello che si usa quando si spiega qualcosa di importante ad un bambino piccolo «Mi ha colpita una in particolare. Avrai una bella stanz-»
«PERCHÉ?!»
Eddie l'aveva interrotta di nuovo, spinto da un'improvvisa corrente d'ira.
«Non ti arrabbiare orsetto, lo faccio per il tuo bene, non voglio che tu cresca in questa città e frequenti cattive compagnie»
«Io non frequento "cattive compagnie" e... ma',
io sono già cresciuto, non sono un bambino!»
«Ora sei tu sei troppo giovane per capirlo, ma i tuoi amichetti ti stanno deviando e ti stanno portando via da me»
«E PER QUESTO NON GLI SARÒ MAI ABBASTANZA GRATO! È solo grazie a loro se non sono come te, come tu mi hai sempre voluto: è grazie a loro che ho capito di non essere solo una tua appendice»
La signora Kaspbrak ammutolì.

Eddie 1, signora Kaspbrak 0!
Ok, fortunatamente Richie non si è preso una mazza da golf in testa.
Sono indecisa se scrivere il prossimo capitolo dal suo punto di vista o ritornare già alla Stanbrough.
Vedremo.
Se avete una preferenza scrivetelo nei commenti.
Bye!

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