capitolo 23

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«E allora cosa vuoi? Che devo fare?!» chiese Eddie avvicinandosi con cautela.
Ebbe il tempo di immaginare come sarebbe sarebbe proceduta la giornata se non avesse combinato quel pasticcio, se si fosse trattenuto. Che film avrebbero visto? Quante volte avrebbe distolto lo sguardo per sbirciare le espressioni di Richie?

«Eds, io ora vorrei solo che mi spiegassi perché lo hai fatto!»

Perché avevo bisogno di farlo.
Bisogno.
Non avrebbe saputo spiegarlo meglio.
Non poteva essere omosessuale... era un concetto talmente estraneo applicato a sé stesso, ma più ci rifletteva più trovava giusto lasciare socchiusa quella porta. Non si sentiva nella posizione di poter escludere l'opzione.
I sentimenti erano diventati improvvisamente qualcosa di indecifrabile. Lentamente ogni sguardo scambiato con Richie acquisiva un significato, un senso nuovo appena decifrato e perfettamente coerente.
A conti fatti non avrebbe potuto stabilire da quale genere fosse attratto, faticava a distinguere le emozioni vere da quelle finte, montate d'abitudine.
Poi c'era Richie.
Eddie lo vedeva in senso figurato al centro del tutto, come nell'occhio di un ciclone, e nonostante la tempesta che lo circondava, per lui era rimasto intoccabile.
In quel disordine di pensieri, Richie appariva adesso come l'unico soggetto nitido.
Era possibile provare qualcosa per una persona dello stesso sesso e non essere gay? Cioè, non stava ammettendo di provare davvero qualcosa per lui, però...
E mentre si interrogava sulla natura della sue emozioni una nuova domanda si fece spazio tra le altre.
E Richie cosa prova?
Si sentiva in colpa per averlo stordito con tutti i suoi dubbi.
Non se lo meritava.
Era egoista il fatto che fino a quel momento non si fosse curato minimamente di quello che provava.
Per quale ragione aveva ricambiato il bacio?
Se si concentrava sentiva ancora le sue mani cingergli la vita.
Si era semplicemente approfittato della situazione? Non gliene avrebbe fatto una colpa, probabilmente nemmeno Richie aveva mai baciato un ragazzo e aveva colto l'occasione per fare un po' di esperienza.
Una parte di lui sperava sinceramente che non fosse così.

«Terra chiama Eddie»
La voce di Richie lo riportò alla realtà.
Sembrava tranquillo, anche abbastanza comprensivo e ancora una volta era riuscito a metterlo a suo agio, come al solito.
«Oh, i-io non lo so! Cioè...» si prese la libertà di guardarlo dritto negli occhi.
In quell'attimo tra loro si formò una specie di "contatto" ed Eddie riuscì a percepirlo fin troppo bene.
Era da andare giù di testa.

Intanto Richie si chiedeva come fosse possibile che quel piccoletto riuscisse a fargli perdere il fiato anche mentre discutevano.

«Cioè... se riprovassimo magari saprei dirtelo meglio» continuò con aria di sfida, ma senza nascondere un certo rossore sulle gote.
Non erano da lui uscite del genere, ma dal momento in cui aveva capito che Richie Boccaccia Tozier non era solo il suo migliore amico la ragione era diventata soggettiva.

Richie non se lo fece ripetere due volte.
Riempì la distanza che li separava con un bacio affamato, provocatorio.
Fece scivolare il pollice sul suo mento, fino al labbro inferiore, mentre l'altra mano stringeva i suoi capelli castani.
Il suo petto stava per esplodere e probabilmente anche il bottone dei suoi jeans, ma era troppo distratto da altro per rendersene conto.
Nemmeno Eddie se ne accorse: perso nella sua estasi, l'unico pensiero che era in grado di metabolizzare, e nemmeno molto lucidamente, era che lui ne voleva ancora.
Non voleva solo cercare di soddisfare i suoi istinti, non voleva un bacio o un esperimento: voleva proprio Richie.

Quando si staccarono rimasero per un numero imprecisato di secondi fronte contro fronte e con gli occhi chiusi.

Le conseguenze non importavano a nessuno dei due, tanto le cose erano già andate a puttane.

HJLTUDIITDUDYI

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora