capitolo 31

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«Tu non sei preoccupato di dirlo ai tuoi genitori?»

Eddie era andato a sedersi sullo sgabello girevole di fronte alla scrivania, sulla quale non compariva neanche un libro scolastico ovviamente, solo una variopinta distesa di fumetti.
Richie invece era rimasto seduto per terra, appoggiato all'armadio.

«Sinceramente sì, ma non ho veramente paura di come potrebbero reagire: a papà non credo fregherà qualcosa e mamma potrebbe pure essere contenta»
Il castano lo guardò storto.
«In che senso?»
«Maggie ha sempre voluto una femmina, sognava di parlare di ragazzi con sua figlia, pettinarle i capelli e cazzate simili, ma Emma non è mai stata incline a questo genere di cose» si voltò un secondo verso la porta a vetri.
Aveva cominciato a piovere. «Non lo ammetterebbero mai, però io sono un "secondo tentativo" nuovamente mal riuscito»

Eddie pensò per un attimo di consolarlo con le solite frasi fatte come "non dire così, non è vero", ma fu solo un attimo, perché alla fine non erano cose che pensava: Richie era solo realista e non dubitava minimamente che due persone potessero dare alla luce un figlio solo per un capriccio, del resto gli adulti si mettono a sfornare bambini per non altro che "scopi egoistici", perché vogliono un marmocchio, punto e basta, è la normalità.
In quel momento Eddie fu certo che non avrebbe mai avuto figli, ma realizzò che non avrebbe potuto neanche se avesse voluto: per quello serve una ragazza, no?
Si sentì un po' stupido.

Concluse che perdersi in stupidi "oh, mi dispiace", eccetera, non sarebbe servito a niente.

«Credi che potrebbe consolarla il fatto che potrà... parlare di ragazzi con te?»
«Già, potrebbe farsi quest'illusione, poi è da un po' che non mi taglio i capelli...»

Entrambi scoppiarono a ridere.

«Comunque loro abitano in un altro Stato, no? Non gliene potrebbe importare di meno di ciò che faccio nel Maine, a chilometri di distanza, dove "non rischio di infangare la loro reputazione" in Vermont»
Eddie pensò che sua madre lo avrebbe disprezzato in qualsiasi parte del mondo, ma decise di tenere quell'osservazione per sé.
Preferì cambiare argomento piuttosto.

«Toglimi una curiosità, hai detto qualcosa ad Emma?»
Richie si era perso tra i suoi pensieri, sembrava rammaricato, nonostante conservasse sulle labbra un sorriso sbiadito, rimasto dalle ceneri della risata liberatoria di poco prima, ma alzò la testa di scatto sentendo nominare sua sorella.

«Perché? Che ti ha detto?»
«Niente... mi ha dato quell'impressione»

Anche dopo quella rassicurazione non sembrava essersi particolarmente rasserenato. Poi perché avrebbe dovuto sentirsi più tranquillo, anzi, perché sarebbe dovuto essere agitato?

«Devo prenderlo per un sì?»
«No, anzi, sì... okay sì»
Richie non proseguì, come se sperasse di poter chiudere lì il discorso.
«Quindi? Quindi che le hai detto?» lo esortò l'altro.
«Che- Le ho detto che sono gay, non è di questo che parlavamo?»
Risposta legittima, però Eddie sapeva stesse facendo il finto tonto.
Certo che non era proprio bravo a mentire.
Decise comunque di non scavare più a fondo, si limitò quindi ad annuire.

Richie sembrò turbato, come se si sentisse in colpa, intuendo di aver deluso in qualche modo il castano.
Avrebbe voluto dirgli tutto, ogni cosa per vederlo sorridere, ma temeva che la risposta a quello che Eddie voleva sapere lo avrebbe solo spaventato.

Sì Eds, ho detto a mia sorella che mi piacciono i maschi per te, perché tu esisti: io sono omosessuale, certo, però l'unico ragazzo che desidero sei tu

Credette di essere sull'orlo del pianto, ma le lacrime sembravano esserglisi congelate negli occhi, costringendo il suo sguardo ghiacciato ad incatenarsi con quello di Eddie, che riuscì a percepire distintamente un brivido di freddo.

Quel brivido fece traboccare il vaso.

Nessuno dei due ne poteva più di quei giri di parole, di quel rimbalzare su e giù della conversazione, che continuava a sfuggire loro di mano e rotolava via finché uno dei due la ripescava e riusciva a deviare il discorso.
Eddie se ne rese conto in quel momento.

Richie era sempre stato il più coraggioso, il più impulsivo, mentre ora cercava trattenersi nascondendosi dietro quel mutismo innaturale e se c'era qualcosa che Eddie aveva imparato di lui era che quando diventava silenzioso c'era da allarmarsi quasi quanto quando apriva bocca.
Ora sembrava irrequieto, forse addirittura un po' smarrito, eppure dal modo in cui si stava torturando il labbro inferiore con i denti il castano intuì avesse voglia di parlare a cuore aperto almeno quando lui, ma stava aspettando che gli tendesse la mano.
Gli fece un po' tenerezza.
Richie era sempre stato il più coraggioso, il più impulsivo, ma stavolta quella parte sarebbe toccata a lui.

«Non voglio più che siamo amici»
La frase uscì come formulata da un bimbo di sei anni, ma centrò il punto.

«Beh, se la metti così... nemmeno io»
Il ghiaccio si sciolse e gli sguardi di entrambi affondarono nel pavimento.

Il vetro della porta finestra tremò sotto i colpi dei goccioloni di quello che sarebbe diventato durante la notte il diluvio poi ricordato a Derry come secondo solo a quello dell'ottobre 1988.

I WANNA RUIN OUR FRIENDSHIP!1!! WHE SHOUD BE LOVERS INSTEAD!!11!1!1!!
scusate, mi sono ispirata un po' a sta canzone e adesso ce l'ho in testa ahaha

Ok, mi calmo. Sono ritornata e in questo periodo evidentemente sono diventata una persona orribile, cioè, se fossi una lettrice e l'autrice di una ff finisse così un capitolo, probabilmente verrei a cercarla a casa per darle una sprangata in testa. Scusate ahaha
Comunque ho riportato il fatto di Maggie che voleva una femmina bla bla bla, un collegamento al libro, per chi l'ha letto.

E niente... I DON'T KNOW HOW TO SAY THIS, 'CAUSE YOU'RE REALLY MY DEAREST FRIEEEEEEEËEND!!!

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora