1.7 - but i'm a cute dick

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diciassette; però sono un cazzone carino

Michael's POV

Il bagno dei ragazzi fu il mio rifugio di salvezza fino alla fine della terza ora, quando realizzai che non potevo permettermi di saltare ancora un'altra ora di educazione fisica. Con un sospiro silenzioso e il cuore pesante, afferrai il mio zaino e sbloccai la serratura del bagno in cui ero rimasto per tutto quel tempo, dopodiché uscii dalla stanza.

Mentre attraversavo il campus per raggiungere la palestra di ginnastica, pensai a quante cose erano successe fino a quel momento in quel giorno. Prima di tutto, Calum aveva scaricato la sua merda tutta su di me e probabilmente c'e l'aveva con me temporaneamente. Seconda cosa, Ashton sarebbe stato sicuramente dalla parte di Calum perché lui é Ashton. Terza cosa, Luke aveva deciso di fare il cazzone quel giorno e mi spacciava per un ragazzino del secondo anno assetato. Ottimo.

Arrancando dentro al famigliare stanzino degli armadietti, aprii l'armadietto con ira di ginnastica che mi era stato assegnato e iniziai a cambiarmi. Mi piaceva arrivare alla stanza degli armadietti prima di tutti gli altri così nessuno avrebbe potuto vedermi mezzo nudo. A parer mio, gli stavo facendo un favore, davvero.

Finii di allacciare le mie scarpe alte e nere, dal momento che mi ero rifiutato di indossare le scarpe da running richieste, quando altri ragazzi cominciarono ad entrare a file nella stanza. Calum mi superò, con un espressione illeggibile sul volto. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo.

Accigliato, mi sedetti su una delle panche presenti nella stanza e curiosai tra i post di Tumblr finché tutti non furono effettivamente pronti. Seguii il gruppo di ragazzi uscire in palestra, che era connesso con lo spogliatoio da uno stretto, corto corridoio. Mi assicurai di rimanere proprio in fondo alla massa. Calum mi guardò da dietro le sue spalle, facendomi un piccolo sorriso moderato. Non ricambiai, guardando semplicemente i miei piedi mentre camminavo.

"Bene, ragazzi!" Ci urlò il Coach Harvey, applaudendo con le mani mentre camminava avanti e indietro. "Venti giri di corsa, via!" E con il suono del suo fischio, partimmo.

Nei primi secondi del primo giro iniziai subito a sentire un crampo doloroso al fianco. Avrei quasi voluto piangere al solo pensiero degli altri diciannove giri che mi sarebbero toccati, desiderando di potermi solamente sedere da qualche parte con il mio laptop invece che correre. E comunque quando mai avrei dovuto fare venti giri di corsa nella mia vita?

Calum aveva iniziato a correre avanti a me, visto che stava praticamente correndo da solo, ma durante il secondo giro decise di rallentare abbastanza da raggiungermi. Smise di far oscillare il braccio e me lo conficcò nel fianco facendomi gridare. Già volevo accartocciarmi a terra e rannicchiarmi in una piccola bolla di tristezza, in più Calum non stava rendendo le cose migliori.

"Ho constatato che tu non riesci ad essere arrabbiato con me," Calum finalmente iniziò a parlare, con il fiato ancora normale.

"Perché," Ansimai, "Dici così?"

"Perché ho ragione."

Alzai gli occhi al cielo. "Sei un cazzone."

"Sì, però sono un cazzone carino."

Chiusi praticamente la discussione quando iniziammo anche il terzo giro. "Per favore smettila di parlare per sempre."

"Sono come una mamma protettiva, Mikey."

"Sta zitto."

"Mi sto solo prendendo cura di te e della tua omosessualità."

"Basta," Lo pregai. "Davvero."

"É solo che non voglio che tu vada in giro a fartelo mettere nel culo da una troia eterosessuale, é tutto," Affermò con semplicità Calum, come se le parole che gli erano uscite dalla bocca fossero amorevoli e premurose.

"Fine del discorso, me ne vado," Scossi la testa, andando via da Calum per raggiungere il Coach Harvey.

"Usi la carta del malato ogni fottuta singola volta," Protestò Calum, ovviamente irritato con me per il fatto che lo lasciassi sempre da solo nell'ora di ginnastica. Alzai il dito medio dietro la mia schiena quando mi avvicinai al professore.

"Um, Coach Harvey?" Chiesi, facendo suonare la mia voce stanca. "Penso di starmi ammalando."

Coach Harvey alzò gli occhi cielo ma ciò nonostante mi fece cenno di andarmene, borbottando qualcosa sul sdraiarmi nello spogliatoio. Camminai verso la stanza degli armadietti apposta in modo lento abbastanza da farmi superare di nuovo da Calum. Schiaffeggiai discretamente il suo sedere, mi scappò una risata leggera quando vidi la faccia che aveva.

"Tu non sei Ashton, gay dalla piccola scopata." Sfolgorò guardandomi di spalle. Tirai semplicemente fuori la lingua in ritorno prima di sparire nello spogliatoio.

-

Canticchiando con me stesso, ritornai fino al mio armadietto e tirai fuori i miei vestiti di scuola, stavo slacciando le mie scarpe per cambiarle quando sentii un rumore. Mi fermai per un momento, ma poi decisi di ignorarlo, desideroso di togliere quegli stupidi pantaloncini da basket. Avevo tolto sia la maglietta che i pantaloni, rimanendo in boxer quando il rumore si fece sentire di nuovo.

"Pssst!"

Mi alzai dritto in piedi, rimasi completamente immobile mentre aspettavo di sentire il rumore di nuovo. Poi si sentirono dei passi.

Cercai di girarmi indietro ma fui troppo lento, i passi si fermarono proprio dietro di me e una mano mi apparve davanti, coprendomi la bocca. L'altra mano della persona mi afferrò entrambi i polsi, tenendo essi dietro la mia schiena poi mi trascinò in una delle tre docce dello spogliatoio, chiudendo la tendina scorrevole dietro di noi.

Gridai, il suono era ovattato contro la mano dello sconosciuto prima che venissi premuto con la faccia sul muro della doccia, le mani mi lasciarono.

Mi girai sul posto, quasi urlai di nuovo quando vidi chi era stato.

"Luke, cosa cazzo stai facendo?" Gridai, prima che premesse la punta del suo dito sulle mie labbra, facendo scappare un suono dalla sua bocca per zittirmi.

"Stai tranquillo," Sibilò, con sguardo allarmato mentre guardava intorno a noi. Alzai gli occhi al cielo, ricordandogli che eravamo in una cabina doccia chiusa. Si accigliò a me e al mio commento. "Lo so, e mi dispiace ma ho bisogno di parlare con te."

"Okay," Dissi infastidito. "Bene ora parla."

Luke sospirò, cadendo indietro per restare appoggiato al muro opposto al mio con la schiena. "Sono dispiaciuto per come ti ho trattato prima nell'ora di matematica," Disse piano, così piano che dovetti leggermente inchinarmi in avanti per poterlo sentire.

"Sì, dovresti esserlo."

Luke ignorò il mio commento. "É solo...Ero con Sophie prima delle lezioni e lei mi spinge sempre a comportarmi come la star di hockey sicura di sé che tutti si aspettano che io sia," Spiegò, e potei sentire un certo tipo di insensibilità nel suo tono di voce. "Mi fa sentire come qualcuno che non sono, lei-" Luke si interruppe da solo, guardando in basso verso le sue scarpe. "Mi sento come una persona diversa quando sto con lei."

"E chi sei quando stai con me?" Chiesi, le mie parole dolci si avvolsero intorno all'insicurezza di Luke come uno scialle in finissima seta. Il cuore mi batteva all'impazzata ma feci comunque due piccoli passi in avanti, appoggiando una mano sul suo braccio.

Luke si morse il labbro, finalmente riportando lo sguardo su di me. "Me stesso."

Spazio me:
Questa parte finale é fin troppo cucciolosa. *^*

Non ve lo ricordavate, Luke quando Michael ha ginnastica ha un'ora buca, ecco perché é andato da Michael.

Ci vediamo nel prossimo capitolo, e mi raccomando. Quando lo leggerete assicuratevi di essere pronte a tutto.

high score ✩ muke (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora