1.Un oppa che scopa in diagonale

2.4K 77 33
                                    

Non sapeva per quale motivo
Ma voleva capire quel giovane
Oltrepassare il limite degli sguardi
Comprendere a parole
Vedere il suo sorriso
Doveva essere bellissimo
Insomma, proprio come quel ragazzo

Park Jimin aveva voglia di cominciare le lezioni, ma non certamente di vedere quello stuolo di ragazze morirgli dietro.
"Ti prego, Jimin oppa, firma questo!" Gridò una, con un cartonato di Jimin in mano.
"Scopami, ti prego!" Urlò un'altra, sembrava assatanata.
"Sei bellissimo! Sposami!" Gridò un'altra, reggendo un poster quasi a grandezza naturale del giovane.
Nemmeno il suo compagno di squadra Taehyung se la passava molto bene: il ragazzo dai capelli blu era infatti impegnato a salutare con la mano tutte le fan, cercando di non farsi toccare in punti poco consoni.
"Scopami oppa, anche in diagonale se vuoi!"
"Taehyung lo sai, morirò per colpa tua!"
Era tipico sopportarle, per loro, giocatori titolari della squadra di nuoto della scuola.
Finalmente i due superarono il corridoio, stanchi.
"Ah, odio ricominciare la scuola. Mi sembra sempre di dover scappare dalle fan pazze. Come se non bastasse, anche i ragazzi ci si mettono." Sospirò Taehyung, al suo ultimo anno.
"A chi lo dici, Tae."
I due si dovettero separare, poiché Jimin frequentava il penultimo anno, mentre l'amico l'ultimo: il più grande era stato bocciato un anno, ma ora la situazione era risolta ed aveva ottimi voti.
Nonostante questo, i due continuavano a vedersi agli allenamenti e fuori dalla scuola, erano amici dall'asilo e si volevano molto bene, come veri e propri soulmate.
"Ci vediamo all'intervallo, Jiminie." Sorrise il blu, scompigliandogli i capelli biondi come il grano.
"A dopo, alieno." Jimin ricambiò il favore, avviandosi nella sua classe.

Stranamente, al primo banco, nel posto accanto al suo che di solito era sempre vuoto (e dove i professori lo costringevano a sedersi per evitare che succedesse qualcosa, quello di cui aveva tanta paura) sedeva un ragazzo.
Aveva i capelli scuri scompigliati, e sembrava davvero stanco.
Poi, notò un comportamento da parte degli altri compagni che gli diede piuttosto fastidio.
Decise di intervenire, era più grande e avrebbe potuto fare qualcosa per modificare la situazione.
"Hey, perchè lo state fissando tutti?"
Un suo compagno di classe sospirò. "Ma lo vedi come sta messo, hyung? Indossa la mascherina in aula, neanche fossimo tutti malati, e non calcola nessuno, io penso che sia proprio uno snobbettino con la pizza sotto al naso."
"Si dice puzza. Lasciatelo stare, Lee. Magari non ha ancora confidenza a sufficienza per parlare con noi. E poi, mascherina o meno sono affari suoi, magari è germofobico."
Si sedette accanto al ragazzo, mettendo le sue cose sul banco e sorridendogli.
"È un piacere conoscerti, mi chiamo Jimin."
L'altro abbassò lo sguardo. "Mi chiamo Jungkook. Sono più piccolo di tutti voi... quindi, dovrei chiamarti hyung, altrettanto piacere, comunque."
Si chiese come mai fosse avanti di un anno, ma decise di tenere la curiosità per sè e lasciar stare il ragazzo.
La sua mascherina nera copriva naso e bocca, ma si vedeva che era un ragazzo carino, e i capelli scompigliati certamente contribuivano a quell'immagine.

Il professore non disse nulla a Jungkook, semplicemente si limitò a dargli il benvenuto e presentarlo ufficialmente alla classe. Iniziò la lezione con un'interrogazione a tappeto, escludendo ovviamente il nuovo arrivato, che doveva prima farsi un'idea dei compagni che avrebbe avuto per i due anni a venire.
"Bene, Park, vuole dirmi chi fu lo scrittore conosciuto per le tragedie celebri in tutto il mondo?"
Jimin annuì. "Si tratta di Shakespeare. Egli è ricordato per l'Amleto, in cui viene messa in atto una rappresentazione teatrale a seguito della quale succedono molti tragici e sfortunati eventi, Romeo e Giulietta che tratta dell'amore proibito tra i figli di due famiglie, rivali unite poi dalla tragedia, e molte altre opere. La mia preferita personalmente è The Tempest. Egli nacque nel 1564 a Stratford Upon-Avon, e morì nel 1616, nello stesso luogo..."
"Bene, basta così, grazie, vedo che ha studiato."
Il suo compagno di banco sembrava attento, anche se qualche volta si perdeva nei suoi pensieri, chissà che cosa gli era successo.
Jimin dovette ammetterlo: a volte anche lui era così, ma trattenne la curiosità per sè e continuò a seguire le lezioni.

"Yo, ChimChim, cos'è quel faccino?"
Taehyung gli sorrise, appena lo vide all'intervallo. "Sei pensieroso per qualcosa?"
Jimin annuì: Taehyung sapeva leggere molto bene le sue emozioni, ma sapeva di essere lui stesso una persona molto leggibile emotivamente.
"Ovvero?"
"In classe è arrivato un nuovo studente, e l'ho difeso davanti a tutti. Mi intriga, sai... indossa la mascherina in classe e non parla con nessuno, ma lo stavano deridendo e non mi andava proprio giù."
"Sai il motivo per il quale sta così?"
Jimin scosse la testa. "Non ne ho la più pallida idea."
Taehyung ci pensò su. "Forse è malato per qualche motivo e non vuole prendersi infezioni o passare la malattia."
Il biondino annuì. "Potrebbe essere, ma se avesse una malattia contagiosa non verrebbe a scuola, sai che non si può. Opto per la prima opzione. Solo che non posso certo andare lì e chiederlo, sarebbe esagerato e pure maleducato."
L'alieno concordava con lui, e decisero di far merenda per farsi gli affari loro. Mangiarono entrambi una ciambella di quelle fatte dalla nonna di Tae, erano superlative e alle volte il suo migliore amico gli diceva di non portare nulla come snack perchè la donna faceva qualche nuovo esperimento culinario.
A differenza dei genitori di Taehyung, che abitavano a Daegu, la nonna del ragazzo aveva una pasticceria a Seoul, una delle più rinomate tra l'altro, la Seoul Sweet on the Street visto che era sulla strada principale della zona nel centro.
"TaeTae tua nonna è patrimonio mondiale."
"Beh sai, modestamente... un posto che è stato classificato cinque stelle! Ha promesso che mi insegnerà a fare i mochi, così poi potrò mangiarti Jiminie, ogni volta che mi andrà di farlo."
Jimin fece finta di picchiarlo, e Taehyung resse il gioco fingendo di essersi fatto male, sembravano due bambini dell'asilo.
"Cavolo Tae, dobbiamo tornare in classe! Ci vediamo all'uscita soulmate!"
"Ciaooooooo Jiminiiiieeee a dopo!" Con una scompigliata di capelli, l'alieno dai capelli blu corse verso la sua classe.

Ciao a tutti!
Spero che questo primo capitolo abbia stuzzicato il vostro interesse ^^
Mi auguro che supporterete questa storia, aggiornerò settimanalmente, vi farò sapere esattamente quando a breve nella zona avvisi del mio profilo!
-Ely❤

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora