La verità fa male, la verità brucia
E quando la nascondi forse,
Perdi anche la fiducia."Papà... devo dirti la verità."
Il signor Jeon non capiva. "In che senso?"
"Questa mattina... sono entrato a scuola, ma il mio amico Jimin si è sentito male, ha avuto un attacco di panico per colpa mia, così assieme a Tae-hyung lo abbiamo portato a casa sua e abbiamo aspettato che si riprendesse. Il compagno di appartamento di Taehyung ci ha fatto il pranzo e siamo rimasti lì per un po'. Io mi sono sentito in colpa, non potevo abbandonarlo lì dopo essere stato io la causa del suo panico."
Suo padre annuì. "Non devi dirmi le bugie, Jungkook. Avresti potuto ammettere subito la verità, bastava mandarmi un messaggio con il telefono di qualcuno dei tuoi amici. Non mi piace questo comportamento, ora vai in camera tua e rifletti sulle tue azioni. Spero almeno tu abbia avvisato Hoseok che non eri a scuola..."
Jungkook sobbalzò. "Lo c-chiamo subito per scusarmi!"Una volta in camera, fece partire la videochiamata dal pc, stando a distanza di sicurezza per via del pacemaker.
"Jungkook?! Stai bene? Mi sono preoccupato molto quando all'intervallo non ti ho visto... in segreteria hanno detto che eri andato via prima dell'inizio delle lezioni per un'emergenza, sapendo che non usi il cellulare non sapevo come rintracciarti e non ho il numero di tuo padre nel telefono nuovo..."
Il castano abbassò lo sguardo, raccontando quanto era accaduto e scusandosi con lo hyung.
"Beh, almeno stai bene. Kookie, non c'è bisogno di piangere! Piuttosto, hai mangiato qualcosa?"
Il minore annuì.
"Molto bene. Ora devo andare, ho molto da studiare, fai il bravo coniglietto, passo domani alla solita ora!"Qualcuno bussò alla porta circa un'ora dopo: era suo padre.
"Vuoi farmi del male perchè sono stato disobbediente?"
L'uomo scosse la testa, sedendosi accanto a lui. "Tesoro, sono solo preoccupato, non sono come tua madre, non mi piace alzare le mani. Vedi, sono arrivati i risultati delle ultime analisi, e il tuo cuore sta peggiorando."
Jungkook sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
"Non ti preoccupare, troveremo una soluzione. Il fatto è che il dottore non vuole che tu faccia sforzi, quindi per il momento niente attività fisica. Non so nemmeno se conviene mandarti ancora a scuola."
Il ragazzo riuscì a trattenersi dal piangere, tremava per la paura. "Ti prego appa, non voglio tornare a studiare a casa, mi sono fatto degli amici..."
Suo padre lo abbracciò. "Parleremo con il preside, magari riesce a fare qualcosa."Il giorno dopo, mentre faceva colazione, Jungkook pensò a come sarebbe stata la sua vita se fosse stata una serie tv.
Altro che 《nelle puntate precedenti》, ma un 《nelle cazzate precedenti》, già, perchè in quel poco tempo aveva fatto un casino dietro l'altro.
Aveva fatto preoccupare i suoi hyung, era diventato quello che tutti in classe prendevano in giro, aveva causato un attacco di panico a Jimin seppur involontariamente, fatto rimanere male Taehyung per il suo comportamento, disobbedito a suo padre e fatto spaventare Hoseok da vero ragazzino irresponsabile qual'era, oltre al fatto che il suo cuore stava peggio del solito.
"Oggi ti accompagnerà Hoseok in macchina, e ci ha fatto il grande favore di poterti portare a casa tutti i giorni... mi raccomando Jungkook, ti darò tutte le settimane dei soldi, almeno il pieno dobbiamo pagarglielo in parte visto che ti porta lui a scuola."
Il castano annuì, prendendo il suo zaino e salutando il padre.
Il maggiore lo aspettava con la sua auto rossa davanti al cancello, e una volta a bordo partirono alla volta della scuola.
"Tuo padre mi ha detto delle tue condizioni di salute, ti ha lasciato andare a scuola ma devi stare molto attento. Hanno spostato la vostra classe al piano terra."
Il castano sospirò. "È solo colpa mia..."
"No, Kookie. Vedrai, andrà tutto per il meglio."
Davanti alla scuola, lo aspettavano gli hyung Jimin e Taehyung, il primo sembrava anche stare molto meglio rispetto al giorno precedente.
"La classe mia e di Kookie è stata spostata al piano terra, TaeTae." Stava dicendo Jimin. "Anche se non ci hanno detto perchè."
"Mistero della fede." Rise Taehyung, accogliendo gli altri con un sorriso.
"In realtà è colpa mia." Ammise Jungkook. "Con i miei problemi, il preside mi ha proposto di cambiare aula. Io... non volevo causare casini, mi dispiace tanto. Oltre ad aver fatto cazzate i giorni scorsi, ho anche-"
"Va tutto bene." Lo calmò Jimin. "Non hai deciso tu per la tua salute, Kookie, è chiaro? A me sta bene, almeno faccio prima ad andare in classe quando arrivo in ritardo e non devo fare le scale di corsa.""Perchè siamo al piano terra?" Domandò uno dei ragazzi appena arrivati in aula, sembrava arrabbiato.
"Lee, calma, non è nulla di grave!" Esclamò Jimin.
"Calma un cazzo hyung, scommetto che è colpa sua! È arrivato da poco e già fa danni!" Indicò Jungkook, che si spaventò vedendo tutti quegli sguardi rivolti a lui.
"Io... io non ho colpa, mi dispiace!" Jungkook corse via dall'aula, piangendo.
"Bravi, proprio bravi." Sentì gridare da parte di Jimin.Il biondo lo raggiunse sul tetto, avvicinandosi a lui.
"H-Hyung." Jungkook era poggiato alla recinzione.
"Kookie! Hey... senti, come stai? Devo chiamare qualcuno?"
Il castano scosse la testa. "Non serve, dico davvero, o-ora mi riprendo."
Era pallidissimo, ne era consapevole, e sapeva che Jimin si stava preoccupando ma non riusciva ad avvicinarsi a lui, probabilmente per via del panico che aveva provocato la volta precedente.
"Siediti Jungkook, fa respiri profondi."
In quel momento, il professore di storia entrò. "Cosa succede qui? Jeon Jungkook, dovresti andare subito in presidenza... esci dall'aula prima delle lezioni e senza permesso? E anche Park Jimin, ora!"
I due annuirono, e Jungkook si chiedeva perchè proprio a lui, mentre debolmente usciva dall'ascensore. Taehyung lo aspettava, aveva... una sedia a rotelle?!
"Qualcuno mi spiega che cazzo sta succedendo?!"
"Non devi sforzarti troppo, Kookie, tutto qui, Jimin mi ha spiegato tutto per messaggio." Riassunse Taehyung, calmo.
"Non voglio quella cosa. Posso farcela benissimo da solo!"
"Altri due passi e svieni, Jungkook, hai corso sapendo benissimo che non avresti dovuto." Lo ammonì il maggiore.
"Hyung..."
Jimin sospirò. "Posso provare a prenderlo in braccio anche se ho paura, o se riesci fallo tu. Se si sente a disagio, Tae, non possiamo obbligarlo. Dai, dammi una mano, lo accompagneremo noi visto devo andare anche io dal preside."Arrivati nell'ufficio dell'uomo, il ragazzo dai capelli blu posò Jungkook su una sedia, e Jimin si mise accanto a lui, mentre Taehyung usciva dopo un inchino di rispetto.
"Allora, che è successo? Il professore di storia mi ha detto che siete usciti dall'aula senza permesso poco prima dell'inizio della lezione."
"Parlo io, Jungkook non sta bene in questo momento." Prese la parola Jimin. "Dunque... i nostri compagni hanno iniziato ad insultarlo dicendo che era colpa sua se avevano spostato la nostra aula, e lui si è rifugiato sul tetto, ma si è sentito poco bene, io sono salito con le scale e stavo cercando di aiutarlo, ma il professore è intervenuto e ci ha mandati in presidenza. Signor preside, Jungkook se fa qualche altro passo sviene... metta in punizione me, non lui, la prego." Il biondo aveva gli occhi lucidi.
Il preside Min annuì. "Ha sbagliato lui, non voi, ragazzi. Jungkook, cosa ti senti?"
"Io..."
Vide sfocato, e sentì Jimin chiamarlo, ma stava troppo male per rispondergli.
Era solo colpa della sua stupida, stupidissima idea di correre via.
Era consapevole di non essere in pericolo di vita, ma correre così lo aveva stancato troppo e aveva perso le forze.
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𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤
Fanfiction[Conclusa] 𝐉𝐢𝐦𝐢𝐧, 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐉𝐮𝐧𝐠𝐤𝐨𝐨𝐤, 𝐢𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐞𝐫𝐢𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐫𝐚 𝐬𝐢 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐞...