29. Jungkook non brucia la cucina come Nam

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A volte commetteva errori,
Errori per l'amore
Che piano piano stava
Crescendo nel suo cuore

Jimin era grato, davvero grato a Jungkook per averlo aiutato con il panico.
Se non ci fosse stato lui... non aveva idea di come sarebbe finita quel giorno.
"Ti ringrazio davvero." Sospirò, mentre uscivano dalla scuola.
"Me lo hai già detto cinque volte, hyung, sta tranquillo." Ridacchiò il minore, con un sorriso gentile. 
"Non sarà mai abbastanza."
"Hyungie, tu mi hai dato una mano tante di quelle volte che ho perso il conto." Jungkook lo prese per mano, e Jimin si sentì morire (in senso positivo).
"Ma tu sei..." Si bloccò, doveva chiudere la bocca. Non poteva dirgli che era normale farlo per qualcuno di malato, perchè alla fine lo aveva pure fatto perchè ci teneva a lui.
"Lo so, so cosa vuoi dire." Il tono del castano era più mogio.
"No aspetta Kookie-"
"Pensavo che fosse stato così la prima volta, quando non ci conoscevamo, e non anche ora." Jungkook staccò il contatto tra le loro mani, e Jimin iniziò a sentire i sensi di colpa farsi strada.
Mai che io riesca a tenere la bocca chiusa
Perchè si era permesso di parlare? Aveva solo ferito il ragazzo che gli piaceva, era stato un idiota.
Ora se ne andrà, rimarrò da solo
Vederlo voltarsi per andare via, incapace di chiamarlo di nuovo, sentiva il respiro mozzarsi.
Stava accadendo di nuovo, non poteva essere! Non sapeva se sarebbe riuscito a calmarsi, era incapace di prendere il suo farmaco di emergenza da solo in quel momento.
Jungkook... ti prego...
Pensò, ma non poteva usare di certo la telepatia.
Si ranicchiò su una panchina lì vicino, respirando affannosamente alla ricerca di aria. Era disperato, non sapeva cosa fare, eppure era diventato bravo a controllarsi! Il cuore gli batteva forte, sentiva le vertigini.
Forse... i medicinali che prendeva non erano più efficaci, perchè si parlava con una psicologa, ma aveva anche delle medicine che assumeva giornalmente.
Forse diventerà come loro, forse mi odierà.
E se mi vedesse uno di quei ragazzi che mi hanno fatto del male, in questo stato? Mi prenderebbero di sicuro in giro... e mi farebbero male!
Sentì due braccia avvolgerlo, portandolo lontano mentre riceveva il calmante-quello sotto forma di iniezione-e perdeva i sensi.

Si risvegliò in un posto che non riconobbe subito, ma che poi identificò come casa propria.
"Stai bene?" Era Taehyung che aveva parlato, e mise a fuoco il suo volto preoccupato.
"Mi fa tanto male la testa, e lo stomaco..." sussurrò, cercando di alzarsi.
"Calmati, stai giù. Passerà presto, mh?"
"Tae, perchè? Io speravo tanto che i medicinali facessero effetto, e invece guardami!"
Taehyung lo rassicurò, spiegandogli che probabilmente non avendo mai sperimentato l'attrazione prima questa era stata un'emozione molto forte che aveva scatenato il panico in una maniera più intensa, e che poteva capitare di avere ricadute come sul tetto. Forse il dosaggio era troppo basso, bastava avvisare la psicologa.
"C-come fai a sapere il motivo?" Domandò, confuso, mentre un poco i sintomi diventavano meno intensi.
"Jungkook mi ha telefonato, mi ha spiegato la situazione chiedendomi di controllare come stessi. Ora sia lui che Hoseok-che lo ha accompagnato-sono in sala ad aspettare un mio responso."
"Credi voglia parlare con me?"
Il ragazzo dai capelli blu annuì, spiegandogli che avrebbe portato immediatamente il ragazzo lì.

"F-finalmente sei sveglio." La voce tremante ed incerta di Jungkook accompagnò i suoi passi, finché non lo vide sull'uscio della porta.
"Kookie." Jimin voleva dire qualcosa, ma il più piccolo lo precedette.
"M-mi dispiace tanto, tantissimo. Ho fatto un casino, scusami hyungie. Non merito un ragazzo così buono, tutti possiamo fare errori e io avrei dovuto capirlo. Sono stato un coglione, lo riconosco, ero talmente accecato dalla rabbia e dalla delusione che non mi sono nemmeno accorto che stessi per avere un attacco di p-panico."
I suoi occhi erano rossi di pianto, il labbro inferiore tremava, le mani strette l'una nell'altra, sembrava sul punto di piangere nuovamente come probabilmente aveva già fatto prima viste le sue condizioni.
"Il primo a sbagliare sono stato io, Jungkookie. E sappi che ti aiuterò sempre, perchè ci tengo a te. È vero, le prime volte volevo sostenerti nella malattia, ma ora ci sono tante più cose in gioco. Ti prego, resta."
Jungkook si avvicinò, sedendosi sul letto, con la mascherina indosso. "Jimin-hyung, sono qui." Si asciugò le lacrime, cercando di non farlo notare al biondino, che però se ne era accorto.
"Posso abbracciarti, Jiminie?" Domandò poi, e il maggiore si buttò tra le sue braccia, facendosi accogliere da quella stretta gentile e rassicurante, una risposta silenziosa ma eloquente.
"Sarò sempre qui, non ti lascerò di nuovo soffrire da solo." Promise il più piccolo, accarezzandogli i capelli.
"Grazie, Kookie. Credi... di potermi passare la scatola di pastiglie che c'è nel mio zaino? È ora dei farmaci."
Jungkook annuì, prendendo quanto richiesto.
"Tae-hyung ha chiamato la psicologa per te, ha detto di conoscerla."
Jimin sospirò. "Eh per forza, è sua cugina! Sicuramente mi aumenterà o aggiungerà farmaci, potrei avere effetti collaterali indesiderati..."
Jungkook gli accarezzò i capelli gentilmente. "Sarò accanto a te, Jimin. Per qualsiasi cosa tu puoi contare su di me, okay?"
Fatta questa promessa, il maggiore disse di sentirsi stanco, e il più piccolo si apprestò a sistemarsi accanto a lui per favorirgli il riposo.
Ora che aveva il totale appoggio del ragazzo che tanto gli piaceva si sentiva ancora meglio, e potè usufruire di un sonno senza incubi.

Il resto della giornata passò tranquillo, e Jimin cenò nella sua stanza assieme a Jungkook.
Era dolcissimo, aveva insistito per preparargli lui qualcosa da mangiare con l'aiuto di Taehyung, e non era affatto male: a casa non lo lasciavano mai libero di stare in cucina per paura che potesse sforzarsi troppo, ma era invece andato tutto bene, ed il cibo era ottimo. Di certo, non aveva bruciato la cucina come Nam-hyung.
"Sai, hyung, vorrei chiederti una cosa." Il castano prese la parola, dopo aver finito anche l'ultimo pezzo di carne.
"Dimmi, piccolino."
"Possiamo uscire ancora insieme? Però questa volta, il posto lo scelgo io!"
Jimin sorrise, perchè era davvero tanto felice in quel momento.
"Ovvio che sì. Sono curioso di sapere dove vorrai portarmi."

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora