33. Scacco matto al re e un pezzo di cioccolata

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So che il tempo corre,
Sogno le tue labbra sulle mie
e le vorrei così baciare.
Le verità mi fanno male
Ma non so che cosa fare:
Starti accanto,
forse può funzionare

Jungkook stava dormendo, e Jimin aveva promesso di rimanere lì.
"Permesso..." Era Jaein, e vederla lo fece sentire tranquillo. "Si è addormentato, vedo." Notò.
Jimin annuì. "Poco fa. Però mi ha fatto spaventare tanto quando è stato male, mi sono sentito impotente." La sua confessione gli fece realizzare quanto fosse davvero accaduto.
La donna sospirò. "Non è di certo una tua responsabilità, Jimin. Il fatto è, che mi prendo cura di lui da quando aveva dieci anni, e ho rischiato di perderlo per non aver messo quei dannati elettrodi, sono io quella impotente."
Lui scosse la testa. "No. Kookie ti vuole bene, davvero. Mi ha confessato che come madre saresti davvero brava, Jaein."
Sapeva bene che tra i due ci fosse quasi un rapporto madre-figlio, e appena Jaein gli confessò quanto le sarebbe piaciuto poterlo avere come tale, si sentì quasi sciogliere: era una cosa dolcissima.
"Jaein, posso farti una domanda?"
Lei annuì.
"Ecco, volevo capire esattamente che cos'ha Jungkook, e se... se esiste una data di scadenza, per capirci. Se un giorno dovesse-"
La donna prese un profondo respiro, sedendosi su una delle due sedie vicino al letto.
"Il mio mostriciattolo ha dei problemi al miocardio, che è quella parte del cuore che funziona come una pompa. Praticamente, le cellule che lo compongono assieme alle fibre servono per assicurare il battito. Per via di un problema congenito cioè dalla nascita, il miocardio non pompa come dovrebbe perchè queste cellule sono un po' antipatiche." Spiegò Jaein, era molto brava a farsi capire. "Ci sono così tante problematiche al cuore nel mondo che non sono nemmeno state definite tutte... per riassumere, i medici hanno detto che non sarebbe stato un danno importante poichè il battito era regolare. Poi, negli anni si sono verificati svariati svenimenti, ma nessuno ha pensato a quel piccolo problema. Il fatto è che quel piccolo problema è diventato grande, ed a quasi dieci anni è finito in ospedale. E ora siamo qui, con il secondo pacemaker e un bel nome in alto nella lista trapianti. Ascolta, Jimin, esiste un caso per cui potresti perderlo davvero."
Jimin sussultò, spaventato.
"Nel caso in cui nemmeno il pacemaker aiutasse più e non si trovasse un donatore, ma- Jimin, va tutto bene?"
Il suo Jungkook, il suo Jungkook sarebbe morto?
"Jimin? Sono Jaein, ti senti male?"
Era una possibilità, non era detto ancora nulla, ma era pur sempre una possibilità e Jimin aveva bisogno di certezze, le sue insicurezze lo devastavano terribilmente.
Sentì dei rumori attorno a lui, anche se il mondo sembrava ovattato e faticava a respirare come si deve, e poi... buio.

"Hyung?"
La voce dolce di Jungkook lo aiutò a mettere a fuoco il mondo, anche se non vide il suo viso, sentiva solo la sua voce.
"Cosa..."
Era una barella quella?
"Sei in ospedale, Jimin-hyung. Hai avuto un crollo emotivo, Jaein non sapeva come aiutarti, così ha chiamato gli infermieri. Ti hanno dato del tranquillante intravena, dovresti stare meglio no? Avevi anche la tachicardia dall'agitazione, spero sia passata."
Annuì, alzandosi piano per far sì che non gli girasse la testa.
Jungkook era seduto sul suo letto, preoccupato.
"Vorrei sedermi laggiù." Jimin indicò la sedia accanto al letto. "Ma... dov'è la mia mascherina? Jungkook potrebbe-"
Il minore scosse la testa. "Hai bisogno di respirare, eri in iperventilazione. Adesso sono io a dover aiutare te, quindi respira come si deve, faremo a turni okay?"
Gli infermieri lo accompagnarono sulla sedia, provando la pressione, per poi confermare che al momento stava più che bene. Gli diedero un pezzo di cioccolata, e lo lasciarono con Jungkook.
"Jaein ti ha detto la verità." Dedusse il minore. "Ma il pacemaker mi garantisce una vita lunga, quindi non devi preoccuparti per me così tanto." Jungkook sembrava non volere che lui stesse male di nuovo, era dolcissimo
"Sai Kookie, siamo dello stesso gruppo sanguigno." Fece notare. "Se un giorno dovessi morire potresti avere il mio cuore."
Il minore lo guardò con un'espressione indecifrabile. "Preferirei morire con te piuttosto che sopravvivere con il tuo cuore dentro il mio petto. Jimin, ti prego, promettimi che non succederà."
Jimin sospirò. "E va bene, però questo non mi impedisce di essere un potenziale donatore di organi. Magari quando sarò vecchio e rugoso..."
Jungkook scoppiò a ridere, e questo lo fece sentire sollevato. "Sarai comunque bello, hyungie." Ammise, e Jimin sentì le guance andare in fiamme.
"A-anche tu... anche tu, Kookie. Cioè sei sempre bello quindi non ho dubbi."

Passarono un po' di tempo a giocare a carte, per poi optare di usare gli scacchi.
Jimin non era molto bravo, ma forse la fortuna del principiante lo avrebbe potuto aiutare. Trovava le regole profondamente difficili, quasi impossibili.
"Scacco matto al re, hyung." Ridacchiò Jungkook, vincendo per la terza volta.
"Ti odio, mi ricordi mio fratello. Anche lui è bravissimo a scacchi, sai?"
Il minore sembrava decisamente interessato. "Gioca a scacchi?"
"È campione di Busan, sì. Ha sempre amato quel gioco, ma io non ci ho compreso nulla nemmeno per sbaglio." Ridacchiò, con le guance leggermente rosse per... beh, insomma, era con il ragazzo che gli piaceva e gli stava raccontando della sua vita.
"Mi piacerebbe conoscerlo. Prima o poi me lo presenterai. Hey, non guardarmi male, mica per corteggiarlo! Io corteggio solo te."
Jimin era sicuro di essere diventato viola, poi rosa, poi rosso poi color lava dell'imbarazzo; Jungkook lo stava corteggiando.
I romanzi insomma, dovevano solo levarsi dalle palle e andare a farsi friggere da qualche casa editrice.
"K-kookie, io penso-"
Il minore ridacchiò. "Sei in imbarazzo, vero? Aish, sei così adorabile che ti bacerei se potessi."
"JUNGKOOK!"

Giocarono ancora un po' con alcuni altri giochi, fino a quando Jungkook non potè finalmente mangiare.
Il cibo dell'ospedale non era propriamente buonissimo, ma il maggiore era felice di vederlo così felice di mettere qualcosa nello stomaco.
"Hyung, ti devo ringraziare." Jungkook finì la zuppa.
"Per cosa, Kookie?"
"Mi sei stato accanto, sei stato davvero dolce. Mi sono scelto bene il ragazzo da corteggiare, anche se sono difettoso."
Jimin scosse la testa. "Sei perfetto. Questo..." indicò il punto dove stava il pacemaker. "Serve ad aiutarti, e io vorrei che tu restassi per sempre accanto a me, quindi non dire che sei difettoso. Nessuno è perfetto, ma gli esseri umani sono perfettibili. Noi forse non saremo perfetti da soli, ma insieme stiamo meglio."
Jungkook sembrò rinfrancato dalle sue parole, e finì il pranzo felicemente, mentre Jimin si mangiava un bel panino: non male, per un ospedale.

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora