13.Se non ti alzi... ti stacco le palle

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Odiava, odiava sentirlo piangere
Detestava vederlo in lacrime
Perchè era consapevole...
Che in qualche modo doveva aiutarlo.

"Sta piangendo..." Jimin si fermò appena uscito dalla stanza di Jungkook, l'aveva sentito chiaramente. "Perchè mi ha detto di andare via se sta soffrendo così tanto?!"
Jaein lo accompagnò nella sala di casa Jeon. "Il fatto è che tu potresti anche stare con lui, ma finirebbe per dirti un sacco di cose cattive che non pensa. Conosco Jungkook abbastanza da sapere che ha bisogno di stare solo per sfogarsi come si deve."
Il biondo scosse la testa. "È troppo doloroso perchè prenda tutto sulle sue spalle... per favore, voglio stargli accanto. Anche a costo di prendere tutti gli insulti del mondo."
La donna sospirò, permettendogli di entrare nuovamente nella stanza di Jungkook.

Il ragazzo stava piangendo, era distrutto e si vedeva dalla quantità di oggetti per terra e dal quadro strappato. Prima che potesse lanciare l'ennesima cosa, Jimin si avvicinò a lui silenziosamente, abbracciandolo da dietro facendo aderire il corpo del minore al suo. Non pensava di averne il coraggio, ma sentiva di doverlo fare.
Jungkook si irrigidì a quel contatto, poi si voltò e si lasciò andare totalmente tra le sue braccia, urlando tutta la sofferenza che aveva in corpo e allo stesso tempo in preda ai singhiozzi.
"Non andare m-mai più via nemmeno se te l-lo chiedo!" Urlò, a metà tra la disperazione e la paura, tenendosi stretto alla maglia del biondo, che non apprezzò quel gesto, ma doveva consolarlo comunque.
"Sono qui, Jungkook, non andrò da nessuna parte." Jimin lo strinse a sè delicatamente, accarezzandogli i capelli. Di solito, si sarebbe lamentato di dover tenere la mascherina al chiuso, ma per Kookie... le cose cambiavano, aveva bisogno di qualcuno accanto.
"Scusami per prima, s-sono stato uno stupido e un coglione, puoi odiarmi se vuoi! Ti ho mandato via perchè sono sbagliato..."
"Shhh, è tutto okay, tutto okay. Sei perdonato Kookie, e non sei nulla di ciò che hai detto, ma ora cerca di stare tranquillo."
Jungkook si stava calmando un poco. "Ma come fai a sopportarmi? Piango sempre... crollo per tutto."
Il biondo gli rivolse un sorriso gentile. "Non fare così, sei in una situazione delicata, è normale. E poi, tu sopporti me, quindi siamo pari no?"
"Hyung, pensavo f-fosse un problema il contatto fisico."
Jimin annuì. "Lo so, infatti. Però ho capito che tu non mi farai mai nulla, e avevi bisogno. Stai meglio?"
Il più piccolo fece segno di sì con la testa, posandola sul petto di Jimin.
"Grazie Jimin-hyung. È difficile per me..."
Jimin scosse la testa. "Ci sono io qui, Kookie. Ora cerca di alzarti, fa piano, torna a letto e cerca di riposarti."
Jungkook fece come indicato, aiutato dal maggiore.
"Dovrei riordinare, hyung, è un disastro questa stanza e te ne sarai accorto."
Il biondino annuì. "Sai Jungkook, a tutti capitano i crolli emotivi, anche a me è successo di lanciare tutto una volta. Sfogare le proprie emozioni è più che lecito, dopotutto non mi pare tu abbia ferito nessuno... a parte quel povero quadro."
Lo raccolse da terra, guardando il castano. "Che faccio, lo butto?"
Il minore scosse la testa. "Posalo sulla scrivania, per favore. Lo sistemerò... per ricordarmi che non devo mollare anche quando tutto sembra perduto."
Il biondo era fiero delle sue parole. "Bravissimo Kookie, così si parla. Comunque, ho rimesso sul tavolo tutti gli oggetti, poi li sistemerai tu dove vanno più tardi. Come ti senti?"
Il più piccolo sorrise dolcemente. "Molto meglio. Piangere aiuta, anche se stanca parecchio, lo devo riconoscere."
Jimin lo fece sdraiare sul letto, coprendolo per bene. "Dormi allora, che ne dici?"
"Hyung ma io mi sento tanto solo... puoi farmi compagnia? Puoi stare a cena da noi se vuoi."
"Va bene, Kookie. Ma prima avvisiamo Jaein e sistemiamo questo macchinario del piffero che ti controlla i battiti del cuore."

Quando Jimin si svegliò, ormai fuori il sole stava tramontando.
Aveva un braccio di Jungkook che avvolgeva il suo fianco, erano davvero vicini, lui con la mano stretta in quella del minore... messi così, sembravano una coppia.
Si sollevò leggermente, guardando il ragazzo ancora addormentato accanto a lui.
Non era stato un problema addormentarsi indossando la mascherina per lasciar respirare bene Jungkook, per quel ragazzo avrebbe fatto di tutto... anche se non capiva cosa lo spingesse a volergli così bene.
Gli scostò una ciocca di capelli che gli copriva leggermente la fronte, sorridendo nel vederlo così tranquillo.
I battiti cardiaci sembravano a posto, tutto sembrava andare per il meglio.
Guardò l'ora sul suo cellulare: le 19, meglio svegliare il ragazzo, Jaein li aveva avvisati che quella sera sarebbe stato tutto pronto per le 19:30.
"Kookie..."
"Mmmhhh appa, cinque minuti." Mormorò Jungkook, ancora in parte del mondo dei sogni.
"Jungkook sono Jimin, se non ti alzi ti stacco le palle."
"No, cinque minuti hyung~" il minore aveva la voce leggermente rauca per via dall'aver appena dormito, non doveva pensare che fosse dannatamente sexy quando parlava così.
"Dai Kookie, o faremo ritardo per cena, dobbiamo farci una doccia o meglio, devi farti una doccia... io la faccio quando torno a casa."
"Mmmh... ti presto dei vestiti, falla qui."
Il castano si alzò a sedere, togliendosi il macchinario che iniziò a suonare in una maniera inquietante.
"JEON JUNGKOOK!" lo sgridò la sua infermiera, arrivando accanto a lui. "Ma sei fuori di testa?! Lo sai che devi spegnerlo prima di toglierlo, mi hai fatto prendere un colpo!"
Il ragazzo sospirò. "Mi spiace, davvero. Giuro che non lo farò più, sono ancora in parte nel mondo dei sogni, Jaein."

Jimin rimase seduto sul letto, aspettando indicazioni dal castano.
"Spero... spero ti vadano bene, hyung. Ma credo di sì, insomma sembri così magro... ma mangi? Mi devo preoccupare?"
Jimin ridacchiò. "Non credo tu abbia visto bene Kookie, io adoro mangiare, soprattutto i dolci della nonna di Taehyung. In più sono nella squadra di nuoto, quindi mi tengo abbastanza in forma." Spiegò arrossendo, però era la verità. "Anni ed anni fa mi davano tutti dello scricciolo, ma poi mi sono fatto un po' di addominali ed esercizio costante."
Jungkook annuì. "Mi dispiace essere stato scortese, è che quelle felpe enormi ti fanno sembrare minuscolo."
"Mi fanno sentire protetto, e poi non sono basso, sono diversamente alto. Allora, dove posso farmi una doccia?"
Jungkook lo prese per mano, portandolo fino ad una porta. "Qui, entra pure. Puoi fare la doccia o la vasca, quello che vuoi... gli asciugamani sono nel secondo cassetto. Buona doccia, hyung."

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora