No, non puoi sapere tutto,
Ma forse puoi dare una mano.
E no, non puoi aiutare tutti,
Ma ogni tanto basta restare.
Credimi quando ti dico
Che anche solo un sorriso può aiutareJimin era venuto a sapere della situazione di Jungkook da Hoseok, che aveva parlato con il signor Jeon poche ore prima.
"Povero Kookie... vorrei tanto fare qualcosa per lui, TaeTae. Ho paura che smetta di mangiare e che sviluppi un disturbo del comportamento alimentare."
Taehyung scosse la testa. "Yoongi-hyung mi ha detto che ha saputo da Hoseok-hyung che lo ha saputo dal padre, che stamattina Kookie ha mangiato qualcosina. Non è assolutamente ciò che credi, è quasi peggio, non centra il cibo, ma sono anni che rischia di cadere in depressione."
Jimin spalancò gli occhi. "Dobbiamo andare da lui, è importante."
L'infermiera Jaein aprì la porta ai due, facendoli entrare nella grande villa dei Jeon, dicendo loro che se volevano avvicinarsi al minore dovevano ricordarsi la mascherina.Jungkook era nella sua stanza, stava disegnando qualcosa, e li fece entrare con un flebile "Avanti."
"Kookie, che ti succede?" Esordì Taehyung, serio, era preoccupato sicuramente quanto Jimin per la salute fisica e mentale del più piccolo.
"Il mio cuore." Mormorò Jungkook. "Sta peggiorando sempre di più, con lui anche la mia anima, hyung."
"Jungkook, ci siamo qui noi per te." Lo rassicurò Jimin.
Il castano stava disegnando un quadro molto triste, su sfondo nero si vedeva un cuore con un buco a forma di pezzo di puzzle, pezzo che giaceva per terra, rotto.
"Io sono difettoso." Spiegò, indicando il disegno.
"Ma che cazzo stai dicendo?" Jimin si sedette accanto a lui.
"La verità."
"Kookie, perché ti tratti così male?" Domandò, accarezzandogli i capelli.
"Io non mi sono mai amato, hyung, mia madre mi faceva sentire un peso per la mia malattia, questo mi è rimasto. E ora che sto peggiorando, ho ancora più paura di essere tale." Confessò il castano, facendo sentire a Jimin un peso enorme sul cuore, doveva essere doloroso aver passato qualcosa del genere e tutt'ora risentirne gli effetti.
"Mi picchiava quando mi lamentavo per il dolore o la paura." Aggiunse Jungkook, sembrava stesse raccontando i fatti di qualcun'altro visto quanta poca emozione vi era nella sua voce, una specie di autodifesa. "E mi ha lanciato anche un paio di oggetti in faccia, prima di andarsene e lasciare me e mio padre, avevo dieci anni."
Jimin era incapace di proferire parola, così semplicemente continuò ad accarezzargli i capelli, mentre Taehyung lo abbracciava.
"Ne hai mai parlato con qualcuno?" Domandò quest'ultimo, preoccupato.
"Lo sanno solo la mia infermiera, Hoseok-hyung e mio padre..." il tono del più piccolo era diventato più triste ed emotivo.
"Mi dispiace così tanto, Kookie..." Taehyung si staccò dall'abbraccio.
Jimin faticava a trovare le parole, così rimase in silenzio.
Il telefono di Taehyung squillò in quel momento, e dovette salutarli poiché Yoongi lo aveva avvisato di un problema: la loro caldaia era rotta a quanto dicevano i vicini, e lui era con il suo nuovo cane Holly dal veterinario e non sarebbe riuscito a tornare a casa ed aspettare il tecnico, sperava che il minore riuscisse a tornare per tempo.
"Ragazzi la mia caldaia è impazzita, ci vediamo domani okay? Cerca di star meglio Kookie, e ricordati di mangiare che è importante, o nonna Kim si arrabbia, vuole sempre sapere se i miei amici mangiano!"Dopo averlo salutato, Jimin voleva impegnarsi per cercare di tirare su di morale il castano. "Tae ti ha detto così perchè sua nonna serviva da mangiare all'esercito Coreano, e guai a non cibarsi o diventava peggio di un generale, il suo soprannome era proprio quello, generale!"
Jungkook sorrise leggermente, il che rincuorò un poco il minore.
"Sta tranquillo hyung, ho fatto colazione." Spiegò, probabilmente aveva usato quel tono così tranquillo per non farlo preoccupare troppo, ma almeno aveva la certezza avesse mangiato.
"Ho sentito che ieri sei stato male, mi sono spaventato." Spiegò il biondo.
"Non ti preoccupare, sono cose che capitano. È che... mi sento così triste, Jimin-hyung, è come se la mia vita fosse appesa ad un filo. Vedi, quando sei malato è diverso, è come se avessi costantemente il terrore di star male ancora, di peggiorare, di finire in ospedale. Le ambulanze ormai mi mandano nel panico, piango per niente e gli esami sono diventati spaventosi da qualche anno a questa parte, perchè il risultato non lo vorresti mai sapere. Quando ero piccolo non mi pesava più di tanto, avevo cose con le quali distrarmi, ma più si cresce e più cresce la consapevolezza dell'incerto. Forse per te è difficile da capire, ma è questo il problema... nessuno mi capisce mai veramente per quanto ci possano provare."Jimin scosse la testa. "È davvero comprensibile Jungkookie, sai che con me puoi sempre parlare, non ti giudico, provo solamente ad aiutarti. Posso comprenderti, io ho paura dei miei attacchi di panico e del fatto che potrebbero aumentare e tornare come facevano lo scorso anno."
Jungkook annuì, forse si sentiva un po' meno solo.
"Posso aiutarti a non rischiare la depressione? So che è possibile in casi come questi."
"Stammi vicino, stai con me." Disse solo il castano, con gli occhi lucidi. "Ti prego."Jimin gli accarezzò la guancia, che pian piano si riempiva di lacrime assieme alla sua gemella. "Sarò sempre con te Kookie, non avere paura..."
"Sono molto fortunato ad averti, hyung. Ad avere Hobi, Tae, mio padre e Jaein, e poi ora ho conosciuto anche Yoongi. Stai a pranzo da me?"
Passarono assieme la mattinata a chiacchierare e dipingere, poi verso le 13 decisero di ordinare da asporto.
"Quindi di solito c'è qualcuno che cucina per voi?"
Jungkook annuì. "Quando mio padre non può, e comunque Jaein è la mia infermiera non la tuttofare... non credo ci sia nulla di male, i-io, ecco, evitano di farmi fare troppe cose in casa anche se mi piacerebbe e-"
Jimin lo calmò. "Jungkook, se avete questo bisogno io non voglio giudicarti, ero solo curioso... vivi con un solo genitore e lavora molto, io non ti giudicherò mai.""Non ne ho molta voglia." Jungkook sospirò, mollando le bacchette accanto al piatto del cibo che era arrivato.
"Dovresti assaggiare il pollo all'arancia, Jungkookie! Ti stai perdendo una cosa favolosa." Fece notare Jimin.
"Non ho fame, hyung, grazie comunque. Tu mangia, proverò a sforzarmi."
Doveva assolutamente aiutarlo.
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𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤
Fanfiction[Conclusa] 𝐉𝐢𝐦𝐢𝐧, 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐉𝐮𝐧𝐠𝐤𝐨𝐨𝐤, 𝐢𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐞𝐫𝐢𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐫𝐚 𝐬𝐢 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐞...