28. Mano nella mano: awww, adorabile

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Ti difenderò ogni giorno,
Ogni ora, ogni minuto
Perchè sono i secondi che passo
Con te a rendermi felice.

Arrivarono in classe mano nella mano (adorabile, ma dettagli) e il bulletto che il primo giorno aveva insultato Jungkook lo indicò.
"Allora? Ti sei divertito ieri al tuo appuntamento, frocetto?"
Il minore sussultò: quel mattino aveva messo su instagram una foto scattata il giorno prima, non c'era nulla di sporco in quella fotografia.
Era solo una foto dove aveva taggato Jimin ringraziandolo per tutto...
"Vi interessa così tanto della mia vita privata?" Domandò, con un sospiro.
"Ovvio che sì. Siccome esci con Park, e si dà il caso che io abbia conosciuto alcuni dei suoi amichetti degli anni scorsi e mi abbiano raccontato divertenti aneddoti sullo hyung."
Jimin, dal canto suo, cercava di controbattere come poteva.
"Lee, basta, non è il momento. Dopo aver incontrato quei cretini sei diventato ancora più irrispettoso del solito?" Il suo tono era abbastanza incerto, ma stava provando a difendere entrambi.
"Hyung, scusami se te lo dico, ma fare un appuntamento del genere è proprio da froci impazziti. Uscire con uno così, poi, che non ha nemmeno il coraggio di levarsi questa." Afferrò la mascherina di Jungkook cercando di toglierla, ma Jimin si mise in mezzo. "Non azzardarti a toccarlo, non provarci."
"Oh, ma guardalo." Lee ridacchiò, e in seguito tutta la classe iniziò a ridere di Jimin, mentre Jungkook si avvicinava a lui.
Il maggiore si rialzò e corse via, facendo sì che il più piccolo lo seguisse, ma con più calma.
Per fortuna, Lee aveva avuto la decenza di non seguirlo, anche perchè era suonata la campana che segnalava l'inizio vero e proprio delle lezioni.

Cercando Jimin, lo trovò ranicchiato sul tetto, ormai il loro posto prediletto.
"Jimin-hyung, posso avvicinarmi?"
Jimin annuì debolmente.
Jungkook si sedette accanto a lui.
"Ora ti abbraccio, okay? Te la senti?"
Ottenuto un secondo cenno d'assenso, avvolse il corpo tremante dello hyung con il braccio, mettendosi in maniera da poterlo abbracciare per bene.
"J-Jungkookie, potrei volerti allontanare da me, perchè sono fuori di testa." Mormorò Jimin, ma il castano aveva capito.
"Stai avendo un attacco di panico, Jiminie, non sei fuori di testa. Il tuo calmante è in classe, quindi lascia che sia io ad aiutarti."
Avendo appreso del problema con il panico di Jimin, e sapendo che non sempre aveva il suo medicinale di emergenza, aveva deciso di portare con sè un sacchettino di carta marrone per aiutarlo a respirare in caso di bisogno.
Aveva letto che aiutava, sperava fosse vero.
"Respira nel sacchetto, hyung, dovrebbe essere d'aiuto." Consigliò, con calma.
Jimin lo afferrò, era pallidissimo, ma cercò di respirare lentamente in esso.
Jungkook gli era accanto, accarezzando i suoi capelli biondi e aiutandolo a respirare con regolarità.
"Bravo hyung, fa respiri profondi."
Rimase con lui per minuti che parvero interminabili, Jimin piangeva e i suoi respiri erano spezzati dal pianto.
I suoi palmi delle mani e la fronte erano sudati, tremava.
"Continua a respirare profondamente, Jimin, non sei solo."
Finalmente, riuscì a calmarsi, e Jungkook lo aiutò a sistemarsi.
"Grazie, Kookie... avevo paura mi sarebbe servito il mio medicinale." Ammise, con gli occhi lucidi.
"E invece sei stato più forte tu del panico, hyung." Si complimentò il castano, avvolgendolo in un abbraccio.
Vedere Jimin sorridere fu bellissimo, anche perchè si meritava tutto il bene del mondo.
Piano lo accompagnò in ascensore, e in seguito presero il corridoio del piano terra, volevano andare a denunciare l'accaduto al preside Min.

"Avanti." La voce dell'uomo si fece sentire, ed i due aprirono la porta.
"Ah, Park Jimin e Jeon Jungkook. Siete stati mandati da un professore? Non ho ricevuto alcun messaggio."
Jungkook scosse la testa. "Signore, si tratta di un atto di bullismo che abbiamo subito. Vede, a seguito di una foto da me pubblicata su un social, siamo stati attaccati verbalmente in maniera omofoba. In seguito, Lee-hyung ha cercato di strapparmi la mascherina, Jimin mi ha difeso e alla fine siamo andati via dalla classe perchè era diventato tutto troppo da sopportare in quanto stavano ridendo tutti. Jimin-hyung ha pure avuto un attacco di panico ed io... non penso che meritiamo tutto questo."
L'uomo aveva ascoltato ogni parola di quella lunga confessione, e sembrò pensarci un attimo.
Appena fu pronto, parlò.
"È un fatto molto grave, soprattutto è un atto che ha portato ad un rischio per la salute fisica e mentale." Ammise il preside, tamburellando le dita sul tavolo. "Prenderò decisamente provvedimenti. Seguitemi, andiamo nella vostra classe."
Arrivati in aula, i due si inchinarono educatamente in segno di rispetto alla professoressa di Storia, per poi sedersi ai loro posti rispettivi.
"Preside, questi due ragazzi non si sono presentati alla mia lezione, nonostante i loro effetti personali fossero qui." Dichiarò la donna, con un sospiro.
"Lo so, signora Chang. Ma sono qui per un altro motivo."
Fece alzare colui che era il responsabile dell'aggressione, costringendolo a confessare davanti a tutti e ad alta voce ciò che aveva fatto.
"Sei sospeso fino a nuovo ordine. Hai idea di tutti i problemi che avresti potuto causare? Avresti mandato a monte tutti gli sforzi di Jimin per la sua salute mentale, e quelli di Jungkook per la sua salute fisica. Sei la vergogna della nostra scuola, va via."
Non avevano mai visto il preside così arrabbiato, e i compagni erano ammutoliti mentre Lee se ne andava.
"Quanto a voi altri. Piuttosto che ridere e seguire il gregge, avreste dovuto avvisare di quanto stava accadendo, perchè questi due ragazzi non vi hanno fatto nulla. Siete una classe di persone irrispettose e assolutamente maleducate. Vergognatevi."

Una volta uscito il preside, la professoressa di Storia chiese a Jimin e Jungkook come stessero, ma per fortuna entrambi erano in condizioni molto migliori rispetto a ciò che era accaduto, e potè tornare a spiegare.
Jungkook, dal canto suo, era ancora preoccupato per Jimin-hyung: non voleva che il biondino stesse di nuovo male, non era sicuro di poterlo aiutare al meglio ancora una volta se si fosse reso necessario un intervento tempestivo. Dopotutto, cosa ne sapeva lui della tipologia di panico che provava il ragazzo che tanto gli piaceva?
Sì, alle volte Jungkook si sentiva decisamente inutile.
"Va tutto bene, Kookie?" Domandò il maggiore, finita l'ora.
"Sì... no."
"Oddio, hai male al cuore? Ti senti debole? Devo chiamare aiuto?"
Jungkook scosse la testa. "Sono preoccupato per te." Ammise, mordendosi il labbro.
"Hey, va tutto bene. Mi hai aiutato tanto, quindi sta tranquillo. Sono fortunato ad averti incontrato, Jungkookie."

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora