29. Piccole pedane dietro i camion e un duro colpo per Jimin

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Questa confusione,
Fa così male.
Questa confessione
Quasi dentro un ospedale
Come un uragano
È arrivato tutto
Nel cielo sereno
Che è stato distrutto

Scoprire che Jungkook aveva avuto un infarto, fu per Jimin un duro colpo.
Appena venne avvisato da Jaein si precipitò nella zona di cardiologia.
Era già in ospedale per un motivo, purtroppo, ma forse vedere Jungkook lo avrebbe aiutato.
"È sveglio? Come sta?" Domandò alla donna, molto spaventato.
"È stabile al momento, ed è sotto osservazione. Puoi entrare a salutarlo, se vuoi."

"Jungkook?" Domandò.
Il ragazzo aveva il viso abbassato, le mani al petto, sembrava piuttosto tranquillo.
"Hyung..."
"Sta buono, non alzarti. Devi cercare di riposarti." Affermò Jimin, accarezzandogli i capelli.
"Mi odi, hyung?"
"No. Non ti odio. Anzi io... io credo di amarti. Ma non farti venire un infarto per questo."
Jungkook ridacchiò, osservandolo. "Ne sono felice. Oh... ti senti bene? Non vedo le tue labbra, ma dai tuoi occhi si capisce che stai provando dolore."
Jimin scosse la testa. "Non preoccuparti, ero solo tanto preoccupato per te." Mentì.
Poi, gli arrivò un messaggio.

Da: Eomma
È compatibile.

A: Eomma
Posso dirlo a Jungkook?

Da: Eomma
Forse è meglio di no. Ma puoi dirgli che hanno un cuore per lui. Decidi tu.

"Kookie... mi hanno detto che hanno un bel cuore nuovo tutto per te. Compatibile, hai capito? Un cuore nuovo di zecca."
Jungkook sembrava felice. "Nuovo? Quindi, potrò essere normale? Davvero?"
Jimin sorrise dolcemente. "Sei sempre stato normale. Diciamo che ora... funzionerai al 100%, ecco."
"Hyung, ho incontrato una persona mentre lottavo per tornare indietro."
Jimin era confuso. "In che senso?"
"Ma sì, ero in una specie di limbo! C'era un ragazzo, si faceva chiamare Baby J che mi ha-"
Il biondino sentì il cuore fare un tuffo, le lacrime stavano riempiendo i suoi occhi.
"Hyung, che succede?"
"Ricordi di mio fratello? Ti avevo parlato di lui. Quello era... il suo soprannome. Oggi ha avuto un incidente ed è arrivato alla morte celebrale, ma non cardiaca. E non si può tornare indietro per lui."
Jungkook scosse la testa. "Ti prego, dimmi che non è vero. Se è così allora q-quel cuore è-"
"Ti terrà in vita, Jungkook. Ed è il regalo più grande che mio fratello abbia potuto farmi."
Il minore scosse la testa, sembrava come traumatizzato. "Non lo voglio."
"Jungkook..."
"Non lo voglio! Non lo voglio quel cuore perchè io-"
Il suo, di cuore, aveva iniziato a battere all'impazzata. "Jungkook, onestamente. O prendi quel cuore o tu stanotte non la superi."  Affermò seriamente.
"J-Jimin io..."
"Fallo e basta."

Era durata fin troppo, quell'operazione, ma alla fine era andata come doveva. I medici avevano seguito ogni passaggio al millimetro, ora il ragazzo era steso sul lettino, gli occhi chiusi e vari macchinari collegati.
Jimin era accanto a lui, la mano nella sua.
Il funerale di suo fratello ci sarebbe stato a breve, ma quel giorno voleva passarlo con Jungkook.

Si era addormentato, sfinito, sulle sedie della sala d'aspetto. L'operazione era durata tutta la notte, e alle sei del mattino lo avevano svegliato.
"Jimin?"
"Oh... Jaein. Che ore sono?"
La donna aveva sorriso dolcemente. "Sono le sei di mattina. Sei crollato alle tre, sei stato in piedi tante ore. L'operazione è andata bene."
"Davvero?! E lui? Lui dove si trova ora? Posso vederlo?"
Jaein lo guardò negli occhi. "Non adesso, tra qualche ora. Però Jimin... ora Jungkook si trova in coma farmacologico. Se tra qualche oretta non si sveglia da solo, bisogna che qualcuno lo porti indietro. E quel qualcuno, sei tu. Credimi, bastano le parole alle volte.

"Ciao piccolino... i dottori dicono che sei stato proprio bravo, lo sai?"
La dottoressa si voltò di scatto verso Jimin. "Continua."
Il ragazzo non capiva. "Eh?"
"Continua a parlargli come stai facendo, sembra stia reagendo, come speravamo."
"Mi manchi così tanto Kookie, davvero. Sai, finalmente potrò darti un bacio senza paura in quanto è andato tutto bene."
La donna gli fece segno di proseguire.
"Amore ascolta, quando ti sveglierai ti porterò a mangiare il tuo gelato preferito, mio piccolo guerriero, sei stato forte davvero!"
La dottoressa guardò Jimin. "Ci siamo. Ora devi svegliarlo, okay? Devi svegliarlo dal coma farmacologico. A quanto pare, solo tu riesci a farlo reagire."
Jimin gli accarezzò dolcemente i capelli. "Jungkook, ora però devi svegliarti amore, svegliati. Penso tu abbia dormito abbastanza piccolino, ho bisogno che tu torni a guardarmi, svegliati ti prego amore... ti prego, fallo per me."
"Mh... Minie, ho capito..."
"Jungkook!" Jimin gli accarezzò una guancia, piano. "Ti sei svegliato finalmente, mi hai fatto così spaventare, quanto volevi dormire, eh?"
La donna sorrise felice, andando ad avvisare gli altri medici, il signor Jeon e Jaein.
"Mi fa malissimo il petto... aish."
"È normale amore, hai ricevuto un trapianto." Lo rassicurò Jimin. "Ora hai un cuore tutto nuovo e potrai tornare a fare tutto."
"Tutto?" Domandò il ragazzo più giovane, aveva un sorriso enorme sulle labbra.
"Tutto."

Dopo averlo lasciato alle cure dei medici, di suo padre e di Jaein, Jimin uscì.
I suoi genitori lo aspettavano in fondo al corridoio. Il loro era uno sguardo spento, pieno di dolore.
"Abbiamo saputo che è andato tutto bene." Affermò sua madre.
"Sì, eomma. Mio fratello ha salvato la vita al mio ragazzo." Sussurrò Jimin.
"Sei stremato, Jimin, va a riposare." Intervenne suo padre. "Per quel ragazzo sei stato sveglio ore ed ore. In queste ore, perchè non sei stato al capezzale di tuo fratello a portare rispetto, eh?"
"Appa... hai ragione. Andrò ora da lui-"
Prima di poter finire di parlare, crollò a terra perdendo i sensi.

"Jimin?"
Mise a fuoco il volto di sua madre, a fatica.
"Tesoro, ci hai fatto spaventare! A quanto pare era solo un calo di zuccheri mescolato a del sonno perso. Ti hanno visitato." Gli spiegò suo padre. "E scusami se sono stato duro con te."
"È tutto okay, appa."
"Quando ti sarai ripreso hai il permesso di andare a trovare Jungkook, ma fai il bravo. Se ti vede troppo bello, rischia di nuovo l'infarto..." scherzò la signora Park.
"Eomma!"
"Scusa, tesoro. È che almeno lui sta bene, capisci? Bisogna aggrapparsi alla speranza della vita, un po' come quelli che liberano i bidoni della spazzatura si aggrappano a quelle piccole pedane dietro il camion."
"Seriamente, eonma?" Jimin ridacchiò. Era proprio uno strano paragone.
Eppure, in quel momento, qualcosa si era rotto nel fragile equilibrio di Jungkook, e Jimin lo aveva percepito.

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora