6.Un mondo piccolo e un cuscino selvatico in auto

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Lui era così
Piangeva spesso, crollava a volte
Aveva lacrime nell'anima
e cristallo nel cuore.
Se ne vergognava, sì
Ma era la sua vita
Cosa poteva fare di più?

Caro diario,
Ci sono giorni in cui mi sento vetro e cenere.
No, non il vetro decorato, anzi... cristallo. Sì, cristallo e cenere.
Bello, e brutto allo stesso tempo. Non parlo di me, ma della mia anima e del mio corpo come sensazioni.
La cenere è la consapevolezza che un giorno, come siamo nati moriremo, e alle volte vorrei morire molto prima per rinascere libero, senza questo stupido problema.
"Non ti preoccupare, non sarà nulla di che, è un piccolo difetto."
Sì, un piccolo difetto talmente minuscolo che ora beh... vivo con un pacemaker nel cuore e una cicatrice nel petto e nell'anima. Oh diario, se solo sapessi quanto soffro.
E lo chiamano vivere, questo? Mi sento sempre debole, e non posso praticare sport come avrei sempre voluto. Quando ero più piccolo mi divertivo a rincorrere un pallone, ma poi me lo hanno vietato per la fatica. In più, con il pacemaker ora rischio anche di colpirlo e di mandare a fanculo tutto.
E poi, il cristallo.
È delicato, come me. Ed è bellissimo, come spero un giorno di poter essere.
Papà dice che ho talento in tutti gli sport, ma ora che non posso giocare, non mi serve. Lui mi chiama spesso ragazzo di cristallo, ma io non voglio che qualcosa dentro di me si rompa e mi uccida.
Da un lato, vorrei morire ma dall'altro vorrei vivere, però senza difficoltà... come dovrei fare? Sono così confuso, sto così male emotivamente!

"Jungkook, tesoro? Come sta- Jungkook!" Suo padre gli si avvicinò, preoccupato dal vedere come stava. "Piccolo, come mai stai piangendo?"
Lui tentò di asciugarsi le lacrime, forzando un sorriso. "Nulla appa, tranquillo."
Suo padre prese il diario, chiudendolo e posandolo sulla scrivania. "Jungkook, le tue lacrime non mentono, sei un libro aperto, tesoro."
"Papà io... mi sento così fragile alle volte. Vorrei solamente rinascere, diverso e più forte."
L'uomo annuì, comprensivo.
"Perchè tu e quella strega di mamma avete partorito un figlio malato?"
"Jungkook..."
"PERCHÈ AVETE CREATO UNO SCHERZO DELLA NATURA?!" Urlò, alzandosi dal letto, finendo per crollare a terra.
"Kookie." L'uomo lo aiutò a rialzarsi e a rimettersi a letto, con un sospiro. "Non dovresti sforzarti. E poi, non sei uno scherzo della natura, lo sai vero?"
Il castano non rispose, mentre l'uomo gli chiedeva se si fosse fatto male o se avesse fame.
Non aveva proprio voglia di parlare con nessuno, nè di mangiare.

Il giorno dopo, Hoseok lo venne a sapere, mentre lo accompagnava a scuola. "Non hai mangiato proprio nulla?"
Jungkook scosse la testa.
"E ti sembra una cosa buona? Rischierai di svenire..."
"Non ho fame, hyung."
Il rosso sospirò, portandolo fino all'entrata, dove Jimin li aspettava.
"Questo idiota non ha mangiato più nulla da ieri, Jimin. Occupati di lui, okay? Io devo correre in università!"
Il biondino annuì, portando Jungkook davanti alle macchinette. "Oggi saltiamo la prima ora."
Dopo aver preso varie cose da mangiare, lui e il biondino salirono fino al tetto.
"Allora, ti va di mangiare?"
Il minore abbassò lo sguardo. "No."
"Sai che non ti fa bene, vero? Prova a mettere nello stomaco qualcosa."
"Ho detto di no, hyung!"
"Kookie, ascolta. Il corpo umano funziona con il cibo, se non ti nutri tu-"
"Smettila!" Urlò il più piccolo, e senza pensare schiaffeggiò Jimin sulla guancia.
Il maggiore si ranicchiò in un angolo, la testa tra le gambe e il respiro corto.
"Mi fai... f-fai male? Ti faccio schifo..."
Jungkook si rese conto di quello che aveva fatto, precipitandosi accanto a Jimin.
"Hyung mi dispiace, io non ho pensato alle mie azioni, non potresti mai farmi schifo-"
"V-vai... via... voglio T-Taehyung!"
Jungkook cercò il numero di Tae-hyung nella rubrica di Jimin, mandandogli un messaggio.
Qualche minuto dopo, il blu arrivò con il fiatone, andando accanto a Jimin.
"Hey, Jiminie." Gli accarezzò la schiena. "Jiminie tu non fai schifo."
"Mi picchieranno d-di nuovo e m-mi manderanno in ospedale... loro mi facevano così male!"
Il castano cercava di capirci qualcosa, probabilmente la sua azione aveva mandato nel panico l'amico e riportato alla sua mente brutti ricordi.
"Jimin ascolta, loro non sono qui. Respira assieme a me... lentamente, bravo, bravissimo."
Lo hyung era molto bravo, stava attento a ogni gesto, anche se Jimin peggiorava lui cercava comunque di farlo respirare regolarmente di nuovo, per poi aprire lo zaino di Jimin. "Tieni, Chim." Gli diede una pastiglia, aiutandolo a prenderla con un goccio d'acqua, e Jimin si addormentò tra le sue braccia poco dopo.
"Si può sapere che gli hai fatto? Non starebbe così se nessuno lo avesse toccato!" Taehyung stava andando alla sua auto assieme a Jungkook, con Jimin in braccio.
"Gli ho... dato uno schiaffo."
Il blu sgranò gli occhi. "E per quale motivo, di grazia?!" Domandò, sistemando Jimin ancora addormentato sul sedile anteriore con un cuscino (ma per quale motivo era lì?!) E la cintura ovviamente.
"M-mi... sono sentito quasi minacciato da lui, so che ho sbagliato e lo hyung voleva solo aiutarmi, ma non sono riuscito a controllare le mie azioni."
Taehyung mise in moto, senza dire nulla.
"Scendi, tieni le chiavi. Apri la porta, io terrò Jimin fino a quando non entreremo."
L'appartamento di Taehyung, per quanto non grandissimo, era davvero ben arredato.
"Yoongi, sei in casa?"
Yoongi?
"Conosci Min Yoongi? So che ha fatto la nostra scuola, e che lui e Jimin sono amici, me lo aveva detto il preside."
Taehyung annuì. "Condividiamo l'appartamento. Non fraintendere, lui non mi piace o altro, siamo solo compagni... di appartamento? E poi, credo di sapere chi gli piace. C'è uno studente universitario che è tipo cotto e stracotto di Yoongi, si chiama Hoseok."
Jungkook strabuzzò gli occhi. "Wow, lo hyung mi dovrà un sacco di spiegazioni. Io e Hoseok siamo amici da tantissimo tempo!"
"Ma che mondo piccolo, eh?"
Taehyung aveva sistemato Jimin sul divano e lo aveva coperto per bene, poi si era seduto al tavolo della cucina assieme a Jungkook. Aveva preparato dei pancakes, e li aveva serviti con varie confetture di frutta.
"Serviti pure."
"Non sei arrabbiato con me?"
Il maggiore scosse la testa. "Sai, non penso che la tua azione sia stata dettata dalla cattiveria, Jungkook. Il tono della tua voce era sincero, quindi ho deciso di crederti. Ovviamente, dovrai chiedere scusa a Jimin."

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora