36.Party party yeah

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Non sempre quello che si vede
Rispecchia come ci si sente.
Ma l'amore,
Quello vero,
Allora lì capisci tutto.

Jungkook era salito in macchina del maggiore, stavano andando a casa sua dove avrebbero festeggiato il loro fidanzamento.
Aveva avvisato Jaein, che si era offerta di preparare tutto per la loro festa.
Era davvero felice per loro, e questa era una bella occasione.
Più il tempo passava, più vedeva quella donna come una specie di figura materna più che un'infermiera ormai.
Arrivati a casa del più piccolo, si fecero una doccia entrambi, e si vestirono bene.
Avevano dato appuntamento agli amici per pranzo, il tempo di farsi la doccia e mettersi abiti puliti.
"E allora, auguri!" Il primo ad arrivare fu Hoseok, con un mazzo di fiori.
"Grazie, hyung." Jungkook sorrise. "È molto carino da parte tua."
Arrivarono anche gli altri, e iniziarono a mangiare.
Tutti... tranne Jungkook.
"Perchè non mangi?" Domandò Jimin, avvicinandosi.
"Voi potete farlo tutti vicini, chiacchierare, mentre io no." Sussurrò, triste. "Mi spieghi per favore perchè hai scelto me?!"
Jimin lo abbracciò forte, accarezzandogli i capelli. "Piccolo, ti sceglierei in qualsiasi altra vita. Mangeremo tutti distanti, sì?"
Jungkook aveva gli occhi lucidi. "Non potete limitare la vostra libertà per colpa mia..."

"Non stai limitando nessuno, lo sai, vero?" Seokjin sospirò, sedendosi abbastanza lontano.
"Ma vedi te sto scemo." Annuì Yoongi, rubando delle patatine dal tavolo e sedendosi a sua volta sul pavimento.
"Non preoccuparti di niente." Aggiunse Hoseok. "Va tutto bene."
Seduti tutti distanti, Jungkook tolse la mascherina e iniziò a mangiare.
Finalmente, il suo Jimin sembrava tranquillo.
"Allora, come pensate la prenderanno i vostri compagni?" Chiese Namjoon, ovviamente preoccupato per i due.
"Non lo so. Ma ne abbiamo uno che già ci ha insultato una volta. Avevo messo solo una storia instagram dove lo ringraziavo per il tempo assieme, una foto innocente e lui... ci ha chiamati froci."
Il suo amico di vecchia data si portò la mano al viso. "Siamo ancora nel medioevo, Kookie. Il fatto è, che le persone etero non hanno bisogno di fare coming out, è così normale per loro." Spiegò. "Tu pensa, che il mio coming-out come pansessuale, i miei genitori ci misero del tempo per accettare, ma poi capirono."
Jungkook si morse il labbro: lui era davvero gay? Forse poteva essere bisex? Magari pan? Aveva molti dubbi, non ci aveva mai davvero pensato, il fatto che stesse con un ragazzo non lo categorizzava ufficialmente come gay, ma semplicemente implicava che per certo gli piacessero anche i ragazzi.
"Oi Kookie, la vuoi la torta?" La voce gentile e un po' divertita di Seokjin lo riportò alla realtà, assieme al suo ragazzo che agitava la mano davanti alla sua faccia.
"Scusate io... pensavo." Espresse i suoi dubbi agli amici ed al suo ragazzo, che lo guardò dolcemente. "Non serve un'etichetta, piccolo." Spiegò, scompigliando i suoi capelli. "Semplicemente sei queer, okay?"
Jungkook spalancò gli occhi. "Cosa vuol dire?"
"Non etero. Ma tu sei Jiminsessuale, che è diverso." Taehyung arrivò, con una fetta di torta per il ragazzo. "E ora mangia."

Dopo aver finito la torta, giocarono un po' a carte, e poi decisero di fare una passeggiata.
Lì in zona vi era un bel tempio, e decisero di andare a visitarlo per avere un po' di fortuna: le tradizioni erano tradizioni, dopotutto.
Saliti i numerosi scalini, arrivarono in cima, e Jungkook già era stanco.
"Scusate... è un problema se mi metto laggiù?" Domandò, con calma.
"Hey, hey, va tutto bene?!" Jimin si avvicinò con la sua mascherina indosso, togliendo quella del minore.
"È s-solo che sono stanco, il mio cuore-"
Jimin ne sentì i battiti, affermando che fossero accelerati, ma non di troppo.
"Adesso ti riprenderai, tranquillo, piccolo." Lo aiutò a sedersi, posando tre dita nella biforcazione dell'arteria carotide sul collo, iniziando a massaggiare la zona mentre vi premeva sopra.
Per fortuna, dopo quella manovra che aiutava a fermare la tachicardia, il ragazzo si riprese.
"Grazie, hyung. Ma come hai imparato questa cosa?"
Jimin sorrise. "L'ho letto su alcuni siti medici. Questo significa che è tachicardia transitoria, piccolo. E poi, il pacemaker ha aiutato molto." Lo rassicurò, e Jungkook si tranquilizzò.
Sì, anche a lui a volte capitava di avere la tachicardia senza che fosse correlata al suo problema.
"Stai bene?" Domandò Hoseok, avvicinandosi.
"Ora sì. Jimin-hyung mi fa da infermiere." Ridacchiò, alzandosi.
"È una buona cosa, sì." Annuì il maggiore. "Su, andiamo. Dobbiamo rivolgere qualche preghiera per la tua salute, per gli esami e tutto il resto."
Jimin era già lì, e sembrava davvero assorto mentre osservava quanto presente nel tempio.
"Hyung?" Domandò, avvicinandosi delicatamente per non spaventarlo.
"Ah, Kookie. Stavo giusto pregando per te, se la cosa non ti offende. So che potrebbe non servire ad un cazzo, ma mi ci sono sempre aggrappato."
Il minore sorrise da sotto la mascherina. "Oh no, mi fa piacere che mi pensi. Ti ringrazio, Jimin."
Erano ora l'uno accanto all'altro, e stavano passando una giornata normale.
"Certo che ti penso, mi piaci!" Affermò, sorridendo gentilmente.
"Sei così dolce." Jungkook lo abbracciò. "Sono un uomo fortunato, molto fortunato. Sai, Jaein ha sempre fatto il tifo per noi, da quando hai messo piede in casa la prima volta."
Jimin annuì. "Me lo ricordo bene. Ero così spaventato al tempo, e ti portai in braccio fino a casa. Onestamente parlando, credo sia la sfortuna ad averci fatti conoscere per bene. Forse a scuola non sarebbe stata la stessa cosa."
Aveva pienamente ragione: a scuola sarebbe stato un compagno come tanti, invece così aveva imparato di lui tutto e subito.
Inoltre, aveva anche conosciuto gli amici di Jimin, ritrovato Namjoon insomma... stava girando tutto dalla parte giusta, così sembrava.
"Ma hyungie, non hai mai paura?"
Il maggiore lo guardò. "Di che cosa?"
"Di vedermi... su un letto d'ospedale, con un lenzuolo bianco. Con la macchina che suona incessante."
Jimin lo abbracciò. "Non voglio nemmeno immaginarlo. Ovvio che ho paura di perderti, stupido! Jungkook, avrò sempre paura di perderti, cuore o meno."
Quella frase gli scaldò il cuore, e come il più stupido degli stupidi pianse libero.
Tra le braccia del suo hyung potè sfogarsi: non avrebbe mai permesso a nessuno di mettersi nella loro relazione.

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora