31. Federica, la mano amica

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Il fatto che mi basti guardarti
Per capire quanto tu mi attragga
Alle volte mi fa paura:
Siamo giovani, giovani per l'amore,
E non so come dimostrarti
Come sei bello ai miei occhi

Jimin era tornato a casa dall'appuntamento, e si sentiva piuttosto felice.
Jungkook aveva avuto un'ottima idea portandolo in mezzo ai fiori, molto romantico e assolutamente adorabile.
Come tempo prima, i suoi pensieri sul castano presero una via diversa, perchè oltre ad essere adorabile e con un bel carattere, Jungkook lo attraeva moltissimo.
Era palese che avesse un fisico perfetto, nonostante l'attività fisica controllata dall'infermiera, e soprattutto un viso molto particolare: allo stesso tempo aveva tratti quasi bambineschi e due dentini da coniglietto, ma anche un viso serio e adulto quale era. Sì, era un ragazzo troppo cresciuto, tra dolori e malattia, e questo lo contraddistingueva.
Era un bel ragazzo, era chiaro, ma da quando aveva iniziato a vestirsi per risaltare il suo fisico per Jimin erano iniziati i guai seri. Pensare di volerlo per sè era un pensiero egoistico, o qualcosa di totalmente normale?
Gli sarebbe piaciuto passare una notte con lui, perchè a livello di sentimenti riusciva a capirsi, ma voleva comprendere a livello sessuale invece. Il fatto che lo attraesse non significava per forza che sarebbe stato bene con lui a letto, eppure... no, ragionamenti inutili, stava solamente perdendo tempo. Inoltre, per quanto concerneva la salute del minore era piuttosto improbabile che sarebbero finiti a fare sesso insieme o forse sarebbe risultato troppo pesante e affaticante per Jungkook.
Fare sesso implicava consumare molto, e soprattutto non se la sentiva senza contatto fisico di altro tipo: gli sarebbe piaciuto fare l'amore con una persona davvero speciale per lui, baciarla e sentire le sue labbra sulle sue.
Il solo pensare al giovane ragazzo ed ai suoni di piacere che aveva fatto sentire mentre lo toccava faceva sentire Jimin eccitato, e senza pensare si era ritrovato sul letto senza nè pantaloni nè mutande.
Federica la mano amica era sempre di grande aiuto, mentre pensava al ragazzo. Le mani di Jungkook erano grandi, una sola sarebbe bastata per avvolgere la sua erezione perfettamente e farlo sentire in paradiso, così decise di immaginare il ragazzo fargli quella cosa.
Darsi piacere da solo era forse imbarazzante, ma sempre meglio di sentire fastidio tra le gambe, oltre che un certo dolore se ignorava l'erezione.
In quel momento, il cellulare suonò: era Jungkook, merda, il tempismo.
Decise di rispondere, poteva aver bisogno alla fine dei conti.
Per fortuna, non era una chiamata video, ma una con un'app che poteva fare sia telefonate sia videochiamate sfruttando la connessione internet.
"P-pronto?"
"Hyungie, ti disturbo?" La voce di Jungkook era gentile e curiosa al tempo stesso.
"No... dimmi." Rispose, cercando di controllare il piacere che stava iniziando a provare.
Il minore confessò di sentire la sua mancanza, e soprattutto che aveva apprezzato molto le sue mani sul proprio corpo.
Jimin si sentì bene a sentire quelle parole, sapeva di aver fatto qualcosa di giusto almeno.
"E per rispondere alla tua domanda, sì, sono un giglio bianco. Sai, a questo giglio bianco, piacerebbe tanto essere toccato da te." Confessò Jungkook dall'altro lato della chiamata, e Jimin lo immaginò rosso in viso.
Arrossì visibilmente, e sentì una scossa di piacere solo al sentire la sua voce così sensuale.
"J-Jungkook tu..."
"Hyung, che stai facendo?"
In imbarazzo, ammise tutto quanto.
"Ma così mi ecciti." Si lamentò il minore, e lo sentì chiudere la porta a chiave.
"Cosa stai f-facendo tu?"
"Sto pensando a-a te e voglio farlo anche io... mh...hyung-"
Capì che anche Jungkook stava sperimentando sua stessa cosa, entrambi erano eccitati e questo lo fece sentire bene.
"C-che cosa mi faresti?" Domandò, curioso.
"Ti toccherei, hyung. Mi piacerebbe provare a toccarti lì sotto."
Jimin gemette in risposta, immaginando tutto quanto mentre si toccava con foga.
Federica, santissima mano amica.
"Io credo che ti accarezzerei fino a farti eccitare abbastanza, per poi mettere la mia mano sulla tua erezione, piccolo."
"Oddio... ah, hyung, è c-così bello, quando mi parli così!"
"Lo stai facendo?" Domandò, a corto di fiato.
"Sì..."
"Toccati, Kookie, continua."
"Anche tu... v-vai veloce, hyungie."
Non aveva mai provato nulla del genere, ma non ebbe vergogna di far sentire quanto gli stesse piacendo.
"T-ti toccherei i capezzoli, p-piccolino." Mormorò, a corto di fiato, e sentì Jungkook gemere sommessamente.
"Hyung, voglio che ti immagini il mio pollice che sfrega sulla tua p-punta, fino a farti tremare."
Jimin eseguì, sentendosi più vicino al massimo piacere ed avvisando il minore di questo.
"Jungkookie, continua a toccarti i capezzoli e v-vai più forte."
"Ci sono hyung, ci sono!"
"Allora vieni per me." Sussurrò, sentendosi davvero vicino.
Vennero insieme, entrambi a corto di fiato.

"Stai bene?" Domandò, preoccupato.
Si era dimenticato del problema del minore, e forse tutto quel movimento lo aveva stancato nonostante non avessero fatto propriamente sesso, ma solo sesso telefonico.
"Non propriamente, ma è stato b-bellissimo." La voce del minore era flebile, sembrava essersi allontanato dal computer.
"Jungkookie, hai bisogno di aiuto?"
Non sentendo più nulla, si preoccupò e andò di persona fino a casa Jeon, più in fretta possibile dopo essersi ripulito e aver ripreso fiato.
"Jimin! Non sapevo saresti arrivato da noi, Jungkook non mi ha detto di aspettare ospiti." Lo salutò Jaein.
Il maggiore annuì, chiedendo di poter vedere il ragazzo.
"Vai pure, la strada la sai."
Entrò nella stanza-la porta era stata aperta-trovando Jungkook sul letto, sembrava stanco e stava riprendendo fiato.
Con dolcezza, lo ripulì e lo fece sdraiare per bene sul letto.
"Mi dispiace così tanto." Mormorò Jimin, accarezzandogli i capelli.
"Era solo tachicardia." Lo rassicurò Jungkook, ricordandogli del pacemaker.
"Lo so! Però... è sempre colpa mia." Era davvero dispiaciuto, non avrebbe voluto un epilogo di quel tipo.
"No, è stato bellissimo, stupendo, sei stupendo." Il castano era esausto, e si addormentò abbracciato ad uno dei suoi peluche preferiti.
Jimin provvide a vestirlo un minimo, per poi sdraiarsi accanto a lui: il sentimento per Jungkook cresceva ogni giorno di più, si stava innamorando di lui e non poteva tornare indietro. Non voleva, tornare indietro, anche se aveva una paura folle di perderlo.

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora