17. Qualcosa cambia e un Taeshock

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È che a volte
Succede l'impossibile
Ed è così strano,
Così assurdo che si fa
Fatica a capirlo subito
Anche se si è felici.

Dopo la cena a base di pizza, Jungkook si sentiva leggermente stressato, e soprattutto molto confuso, Jimin lo aveva notato bene.
Quello che era accaduto era troppo strano, quasi un miracolo forse, e Jimin era comunque felice di aver fatto da tramite per quella riappacificazione.
Erano soli, in quel momento: Hoseok aveva poi ricevuto una chiamata urgente da un parente ed era dovuto tornare a casa prima, mentre Namjoon si era addormentato sul divano.
"Va tutto bene, Kookie?" La voce preoccupata di Jimin sembrò risvegliare dai suoi pensieri il minore.
"Uhm... più o meno." Il castano prese un respiro profondo.
"Qualcosa ti turba? Usciamo, una passeggiata fuori alla sera fa solo bene. Meno smog, più fresco." Consigliò, con gentilezza.

Jungkook raccontò di come per lui fosse stato strano e allo stesso tempo assurdo sentire che tutti quegli anni in cui aveva creduto che Namjoon pensasse davvero quelle cose fossero invece pure cazzate. Per giunta, sentire che sua cugina era morta per una motivazione così lo aveva reso nervoso, facendogli pensare al suo futuro.
Quanto avrebbe vissuto effettivamente? Sapeva che il castano era preoccupato, avrebbe voluto trasmettergli sicurezza ma aveva paura anche lui.
"Hey, è normale che tu ti senta così. Non è certo una situazione che capita tutti i giorni... però guarda il lato positivo, hai ritrovato un amico. Non ti preoccupare per il tuo cuore, il destino è diverso per tutti." Lo rassicurò, aveva bisogno di qualcuno accanto ed era ovvio.
Jungkook gli prese la mano, stringendola piano. "Ti prego hyung, resta con me, non abbandonarmi." Implorò, sembrava spaventato, gli ricordava un bimbo piccolo che aveva tanta paura del mondo, qualcuno che stava per fare i primi passi di un futuro incerto.
"Oh, piccolo Kookie, non lo farei mai."
Strinse quella mano, così fragile, aveva paura di lasciarla andare per il terrore di perderlo da un momento all'altro.
Era spaventato, provava timore, ansia. Gli faceva male il petto, gli si mozzava il respiro, sentiva di star provando un insieme di emozioni diverse e non capiva nulla di tutto quel casino.

E se facesse come la cugina di Namjoon?

Avrebbe voluto così tanto scappare... correre, correre lontano dal dolore che stava già iniziando a provare senza che fosse successo nulla di pratico nel vero senso della parola, Jungkook era lì accanto a lui che lo guardava preoccupato. Non avrebbe voluto farlo impensierire per tutti quei pensieri negativi... non poteva dirli a Jungkook, lo avrebbe fatto solo sentire in colpa!
"Hyung?"

Un giorno, potrebbe andarsene

Il mondo attorno a lui diventava sempre più sfocato, calde lacrime scendevano dai suoi occhi incapaci di fermarle, respirare diventava sempre più difficile. Era un attacco di panico, sperava non sarebbero più tornati, ma si sbagliava.
Per lui era come cadere in un tunnel buio, aveva tanta paura di non riuscire a calmarsi... dov'erano le sue medicine?
"Jimin, cosa ti succede? Stai andando nel panico vero? Ti prego, non so cosa fare, guardami per favore..."

No Jungkook, non andare via, non morire.

"Hyung, hey."
Iniziò a tremare come una foglia, ranicchiato su sè stesso, i singhiozzi si susseguivano in maniera incontrollabile, ormai non respirava più e aveva iniziato a tossire.
"Hyung, hyung sono qui. Jimin, ti prego, ascoltami. Sono qui accanto a te, senti? Non sarai mai da solo quando starai male, giuro." Mormorò Jungkook.
Jimin aveva sentito la stretta delicata del minore attorno al suo corpo, cullandolo.
"Jimin-hyung, va tutto bene, non sei solo."
Non riusciva proprio a calmarsi, e sentì il castano armeggiare con il suo zaino fino a tirare fuori una delle sue pastigliette e dell'acqua. "Prendi, hyung, starai sicuramente meglio. Chiamo Hobi, così ci darà una mano a tornare a casa, mh."
Scosse la testa, voleva provare a farcela da solo: si tolse la mascherina e prese dei grossi respiri, il castano sembrò capire e lo aiutò pian piano a respirare con regolarità.
"Bravo Jimin, respira, senti l'aria... si sta bene qui, ti aiuterà."
Aveva ancora le gambe che tremavano, ma aveva ripreso una respirazione normale e riusciva a parlare, si sentiva molto fiero di sè e lo sarebbe stato anche il suo psicologo.

"Grazie, Kookie." Sorrise, voltandosi verso il più piccolo e rimettendosi la mascherina per lasciare a Jungkook la possibilità di riempirsi i polmoni di aria fresca.
"E di cosa, hyung? Ti ho ricambiato il favore per tutte le volte in cui mi hai aiutato, no?"
Fu quella sera, che qualcosa cambiò.
Non riuscì a capire il motivo di quella sensazione piacevole al tocco gentile di Jungkook, ma quando le loro mani si intrecciarono nel cammino per tornare a casa beh... qualcosa cambiò per Jimin, solo che ancora non ne era cosciente.

Il giorno seguente, prima degli allenamenti di nuoto, Jimin confessò a Taehyung una notizia che fece entrare in totale shock il suo migliore amico.
"Cosa?!"
"Sì, un appuntamento con lo hyung." Chiarì Jimin, per l'ennesima volta. Ormai erano cinque i tentativi che aveva fatto di comunicare al suo compagno di squadra ciò che gli aveva preparato con Seokjin, ma sembrava non crederci, tipo Taeshock.
In più, non sembrava abbastanza sicuro di sè stesso.
"Sono sicuro che si annoierà a morte, sono così noioso... mi piacciono i musei e altre cose che probabilmente a lui faranno solo schifo."
"Vedrai che andrà bene. E poi mio cugino apprezzerà qualsiasi cosa farete insieme, gli basterà stare con te."
Taehyung arrossì. "Se per questo, vale anche per me."
Jimin annuì, con un sorriso. "Andiamo in vasca, ora."

"Partiamo. Uno, due... tre!" Il primo a tuffarsi fu Taehyung, che riuscì a finire la vasca con un buon tempo, e dopo un ritorno preciso, partì il secondo ragazzo del loro team.
Ancora un altro e poi sarebbe toccato a Jimin, che era l'ultimo della batteria.
Amava nuotare, si sentiva libero e leggero, veloce e potente allo stesso tempo.
Bracciata dopo bracciata, lasciava che l'adrenalina prendesse il sopravvento.
Stava bene, in acqua.
Lo aiutava a togliersi dalla testa i pensieri negativi, e anche quello di Jungkook: stava iniziando a pensare a quel ragazzo fin troppo spesso...

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐨-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora