Capitolo 2- Alex 💚

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Alex.

Osservo mio fratello seduto comodo sul divano bordeaux scuro tre posti di casa sua, la sua espressione è assolutamente rilassata, l'opposto della mia, sistema i capelli castani dietro le orecchie, ormai sono lunghi quel tanto per permettergli di farlo, non si deciderà mai a tagliarli, cerco di ricordare se da piccolo ha sbattuto la testa, forse tutti gli scappellotti di mamma, oppure i miei, il punto è che è ufficialmente impazzito, non c'è altra spiegazione.

"Stai scherzando?"

Quasi urlo e posso immaginare la mia espressione contrariata, perché lo sono, eccome.

"Perché scusa?"

La sua disinvoltura è scioccante, devono per forza essere stati i miei scappellotti, dovevo andarci piano, oppure mi sta prendendo per il culo.

"Spero sia una battuta la tua."

Cerco comunque di mantenere la calma, inspiro lentamente ad occhi chiusi, poi, scandisco bene ogni parola, se è diventato scemo, è colpa mia in fondo, devo assumermene le responsabilità e d'ora in avanti devo smetterla di tirargli schiaffi alla testa.

"Mi stai chiedendo di accettare l'invito a cena dalla tua amica pazza, come se non mi avesse aggredito meno di un'ora fa?"

Resto in piedi a braccia conserte in attesa di una sua risposta, spero di non dover sottolineare che quella rossa non ha tutte le rotelle al posto giusto, lo testimonierà di sicuro il livido che mi ritroverò alla gamba, quell'arancia mi ha fatto male, credevo di essere finito in una scena di un film comico di quart'ordine.

"Sì."

Lo spilungone fa spallucce tranquillamente mentre lo guardo allibito, ora capisco perché sono amici questi due, vado in cucina, prendo una birra dal frigo e torno in salotto, mi siedo al tavolo rettangolare chiaro di fronte a lui iniziando a sorseggiarla mentre mi ripeto come un mantra che non posso uccidere mio fratello.

"Alex, dai, vuole fare pace."

Lo guardo torvo per la cazzata che ha appena detto.

"Scusa, non sapevo fossimo all'asilo."

Questo ragazzo riesce ad irritarmi sempre, mamma poteva impegnarsi quando lo ha concepito.

"Senti Alex, per quanto abbia potuto esagerare, c'è da dire che si è ritrovata un estraneo in casa che poteva presentarsi subito."

Resto con la bottiglia di birra a mezz'aria, non mi giro nemmeno a guardarlo, sarebbe pericoloso.

"Che cavolo, le hai dato tutto il tempo di lanciarti addosso mezza spesa, potevi dire, sono il fratello di Claudio, l'hai spaventata."

Io non vorrei mandarlo a quel paese, ma non mi rende le cose facili, alla fine vuoi vedere che è pure colpa mia?

"Credimi, ha fatto più paura lei a me."

Riprendo a sorseggiare la mia birra, meglio tenere la bocca impegnata così da evitare di rispondergli male, mio fratello resta con lo sguardo impacciato, fisso sul telefono, stava massaggiando con la rossa per le pizze di stasera, capisco che ci tenga che instauri un buon rapporto con lei e le altre ragazze, sono molto amici e oltretutto le nostre vicine, considerato che d'ora in avanti, e non so per quanto tempo, anche io vivrò qui da lui.

Che palle.

"Ok."

Chiudo gli occhi istintivamente appena acconsento pentendomene subito, non posso credere di averlo fatto. L'ora successiva la passo a finire di sistemare i miei vestiti nell'armadio, odio disfare le valigie, ma in quest'ultimo anno la mia vita sta subendo diversi cambiamenti, era arrivato il momento anche di quest'altro passo, ho bisogno di rimettere ordine, risistemare troppi punti partendo da zero, perché a causa sua non ho più niente, quindi è solo da qui che posso partire.

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