Capitolo 20- Alex ✔️

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Alex

È tutta la mattina che cerco di autoimpormi di parlare con Emily e smetterla di scappare, perché è quello che sto facendo con lei.
Scappo.

Non posso avere questo atteggiamento, non lo merita.
Non mi sono mai comportato cosi, non so che mi prende.
Non è di certo indifferente ai miei baci visto che anche ieri sera ha risposto in modo abbastanza passionale; quando era stretta al mio corpo ho rischiato di perdere il controllo.
Non so perché l'ho fatto, non me lo spiego, so solo che ad un certo punto avevo il bisogno di baciarla, di sentirla mia anche solo per pochi attimi.

Maledizione, in realtà non avevo il controllo di me stesso, l'ho seguita e l'ho fatto.
Ho sentito i brividi sulla sua pelle come sulla mia, anche lei sente ciò che sento io.

Ovviamente subito dopo sono scappato e ho passato parte della notte in bianco a fissare il soffitto dopo aver fatto sesso di nuovo con Jessica.
Non ho fatto altro che chiedermi perché io continuassi a pensare ad Emily anche durante l'atto, immaginando lei sotto di me, la sua pelle diafana, i suoi capelli ramati, i suoi occhi verdi.

Sono arrivato alla conclusione che quella rossa mi attrae, si tratta di chimica, tutto qui.

L'unica cosa che so è che devo chiederle scusa per quel bacio, l'ultima volta che l'ho ignorata non è stato facile.
Continue frecciatine verso il sottoscritto, l'avrei strozzata in più di una occasione.

Non devo avere più un comportamento così ambiguo, siamo amici, siamo vicini e non posso fare comandare gli ormoni impazziti.
Sono consapevole del fatto di rischiare un calcio nelle palle, ma ammetto di meritarlo.

Sono davanti questa porta e non so neanche se lei sia in casa dati gli orari strani a causa del suo lavoro, non so neanche cosa dirle, ma a questo punto evitarlo sarebbe da idioti.
Diciamo che mi ha convinto anche il suo messaggio ricevuto ieri sera, dove mi avvisava che non potevo scappare a lungo e voleva prendermi a schiaffi, lei esigeva delle spiegazioni.

Il problema è che non ho una spiegazione.

Ok, suono.
Non aprire, non aprire, non aprile.

<<Alex, che ci fai qui?>>

Cazzo, è in casa, speravo di avere più tempo, speravo venisse ad aprirmi una delle ragazze così che riferisse la mia visita, poi la palla sarebbe passata a lei.

Mi sento un po' in imbarazzo e agitato.

Ma porca vacca, Alex ti sei rammolito.

Peccato che il mio stato d'animo cambi nel giro di tre secondi, ovvero il tempo che impiega quella gran spina nel fianco di Paolo ad entrare nel mio campo visivo.

<<No, lui che ci fa qui?>>

Si fa largo in me un senso di angoscia quando vedo che lei è in pigiama con i capelli legati in una crocchia scomposta e lui, con tre bottoni della camicia sbottonati.

Non avranno passato la notte insieme?

A quell'idea mi ritrovo a stringere le mani in pugni pronto a colpirlo.
Ma non posso, che diritto avrei?

<<Alex, ti ho chiesto cosa ci fai qui?>>
Mi richiama Emily.

<<Volevo parlarti.>>

Fisso intensamente la rossa davanti a me sperando che mandi via il suo ex e non me.

<<Paolo, puoi aspettarmi qualche minuto per favore, devo chiarire una cosa con Alex.
Poi torneremo a ciò che mi stavi dicendo.>>

Mi chiedo perché continui a vederlo e ascoltarlo, evidentemente ne è ancora innamorata per essere sempre qui in bilico.

Quindi a che gioco stai giocando con me cara Emily?

Andiamo nel mio appartamento e una volta entrati in casa lei mi aggredisce verbalmente d'impeto.

<<Chi ti credi di essere per venire da me e baciarmi?
E poi che fai? Sparisci!
Sei andato dalla tua amichetta," Tette da urlo ", dopo aver baciato me, ancora.
Non puoi comportarti cosi.>>

Mi ripeto sta' calmo, mantieni la calma, ma io non ho mai avuto un ottimo autocontrollo, a meno che, non me ne freghi nulla, considerando che lei mi fa sempre perdere la testa, ho paura a trarre le ovvie conclusioni.
Faccio un grosso respiro ma è inutile.

<<Paolo perché è qui?
Avete passato la notte insieme?>>

Le sputo addosso con poco tatto, ripetermi di stare calmo non è servito proprio a niente.

<<Ma come ti permetti di supporre una cosa del genere? Con che coraggio proprio tu mi chiedi delle spiegazioni.>>

Bene, ora è incazzata anche lei, non ne verrà fuori nulla di buono.

<<Tu, devi dare delle spiegazioni a me per il tuo comportamento fuori luogo e non il contrario.>>

Dice puntandomi il dito contro e picchiettandolo contro il mio petto.

Accidenti, è bella anche quando è cazzata.

<<Dimmi perché mi hai baciata ieri sera.>>
Mi chiede alterata.

<<Dimmi perché hai risposto.>>

Voglio anche io delle risposte signorina.

<<Hai passato la notte con una delle tue amichette, vero?
Dopo aver baciato me, come l'altra sera, di nuovo l'hai fatto? >>

Dice incrociando le braccia sotto il petto, io la imito.

<<E tu hai passato la notte con Paolo, dopo aver baciato me ieri sera, continui a vederlo e accettare fiori.>>

Lo so, mi sto comportando come un fidanzato geloso, è inutile che io continui a ripetermi che di lei non mi interessa nulla, è inutile cercare di convincermi che vorrei solo andarci a letto.
Io sono geloso marcio, in realtà vorrei tutto di questa donna, mi manda fuori di testa come nessuna.
Nemmeno Chiara mi suscitava queste emozioni.
Non so neanche quando mi abbia fottuto il cervello, non doveva accadere.
Magari da fuori potremmo sembrare due bambini che si fanno i dispetti, ma non ho intenzione di mollare la presa.

Stranamente lei mi sorprende cedendo le armi, ne sono meravigliato visto il suo animo combattivo.
Butta fuori un sospiro e si siede sul divano.

<<Ascolta, ora ho bisogno di giocare a carte scoperte perché ammetto che mi confondi, puoi farlo anche tu?
Per favore.>>

Mi guarda dritto negli occhi con un'espressione quasi implorante.

Ma cosa vuole che le dica?
Che mi piace?
Che sono geloso?

Sto quasi per aprire bocca quando fissa il pavimento e scuote leggermente la testa, evidentemente rassegnata al fatto che io non parlerò, infatti lo fa lei.

<<Mi piaci!
Non so come sia successo o quando o perché.
Siamo attratti l'uno dall'altra, credo.
Ma io ho bisogno di qualcuno che resti Alex, temo tu non sia disposto a farlo.>>

Ogni parola pronunciata é stato un colpo scaricato in pieno petto, per fortuna lei non ha fatto altro che guardare il pavimento altrimenti non avrei retto i suoi occhi.

<<Paolo vuole restare. >>

Questo colpo l'ho sentito più degli altri, dritto in faccia, dritto allo stomaco, dritto al cuore.

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