Capitolo 38 - Emily

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Emily

La cena è stata molto romantica grazie all'atmosfera magica che si respira in questo posto, mangiare letteralmente a pochissimi metri dal mare dove puoi respirare a pieni polmoni questo profumo di salsedine, profumo d'estate, profumo di ricordi.

Siamo all'aperto sotto una tettoia di legno, lungo i pilastri, sempre in legno, troviamo decorazioni stile marino.
Oggetti diversi che richiamano il mare, in uno vi è appesa la rete che utilizzano i pescherecci, in un altro il timone di una nave, nell'altro due salvagente tondi bianchi con strisce blu, sull'ultimo pilastro una grande ancora di legno.
La tovaglia sul nostro piccolo tavolo quadrato ha stampata sopra tante piccole barchette a vela, sembrano disegnate da un bambino, come centrotavola una boccia tonda di vetro con tante conchiglie con al centro una candela bianca.

Sono sempre i piccoli dettagli a fare la differenza e rendere tutto perfetto.

Mentre mangiamo delle squisite cozze gratinate e salmone in crosta di patate, parliamo del più e del meno e delle nostre preferenze culinarie trovandoci d'accordo su molti punti, tranne sull' insalata di polpo.

Peccato, questo gli fa perdere punti, oppure glieli fa guadagnare visto che questo significa che è tutta mia.
Mi sacrificherò.

Alla fine Alex ha insistito per pagare il conto dopo una battaglia davanti il proprietario del locale, il gelato però l'ho pagato io, maxi cono con pistacchio stracciatella e nocciola, lui una misera coppetta media che ha finito in due secondi e ora sta fregando il gelato a me.

Queste sono le ingiustizie della vita.

Dopo aver preso in auto due teli mare, lo trascino letteralmente nel mio posto preferito, una piccola spiaggia dove a pochi metri dalla riva, in mezzo al mare, si erge una enorme roccia.

<<Vengo spesso qui, cioè, ogni volta che posso. Quando sono triste e ho bisogno di ritrovare me stessa, quando devo prendere una decisione importante, e volevo condividerlo con te. >>
Gli spiego brevemente facendolo sorridere.

<<Ti sono grato per avermi fatto entrare nel tuo mondo, è importante, ne sono felice. >>

Mi sussurra all'orecchio stringendomi a sé, io d'istinto accorcio la distanza che separa le nostre bocche, un piccolo bacio, un altro, le nostre labbra si incastrano alla perfezione.
Abbiamo perso il controllo, siamo ancora praticamente a qualche metro dal lungomare, pieno di gente, quindi ben visibili.
Per quanto sia presa dalla situazione cerco di fare leva sul buon senso e mi stacco a malavoglia da lui.

<<Non mi sembra il caso di farci arrestare per atti osceni in luogo pubblico. >>
Gli sussurro con difficoltà.

Respira frustrato.
<<Torniamo sul lungomare. >>
Si guarda in giù e subito dopo aggiunge altro.
<<Magari fra qualche minuto, così la mia erezione sarà un po' meno evidente. >>

Scoppio a ridere.

<<L'idea era di andare a guardare le stelle. >>
Gli dico indicando gli asciugamani che ho in mano per ricordargli il programma.

Scendiamo in spiaggia senza scarpe e il contatto con la sabbia fredda è un misto tra piacere e brividi, respiro intensamente e resto per alcuni secondi incantata di fronte a questa poesia che madre natura ci ha regalato.

<<Ami proprio il mare e questo posto. >>
Constata lui, io in risposta sorrido semplicemente.

Il cielo è meraviglioso, pieno di stelle che riusciamo a vedere grazie alla poca luce che c'è qui.
Mi giro a guardarlo e lo trovo fisso su di me, non ho il tempo di pensare nulla, di dire nulla, di fare nulla, Alex si fionda sulle mie labbra e per me è la fine.
Ricambio questo bacio perdendo ogni freno inibitorio, le sue labbra sulle mie sono incandescenti, le sue mani sono lava sulla mia pelle, bruciano ogni centimetro di me al loro passaggio.

Sfiora le mie gambe risalendo fino ad arrivare al mio punto più delicato, mi sfugge un gemito di apprezzamento; scosta lo strato di tessuto che lo separa dalla mia intimità per continuare il dolce attacco di prima.

Ho bisogno di un contatto.

Con le mani vogliose gli apro la camicia e tocco ogni lembo di pelle del suo petto muscoloso, bacio l'incavo del suo collo provocando in lui mille brividi che sento nascere sulla sua pelle sotto le mie mani, un suono gutturale che trasmette tutta la sua voglia di me.
Sbottona gli unici tre bottoni sul mio vestito all'altezza del seno e inizia a baciarlo, leccarlo, morderlo.

Ormai siamo troppo presi dal momento, dai nostri istinti, da noi per poterci fermare.

<<Emily, ti voglio. >>

Le uniche parole che riesce a pronunciare fra un bacio ed un gemito.
In risposta io gli apro il bottone dei jeans, per un attimo mi scruta come se volesse essere sicuro di aver intuito ciò che tacitamente gli ho detto.

Siamo una cosa sola.

Ogni tocco resterà sulle mie dita come una impronta, ogni emozione si inciderà sotto pelle come inchiostro, la mia mente scriverà ogni dettaglio, e quando chiuderò gli occhi, ciò che vedrò saranno i suoi.

Come sottofondo solo i nostri gemiti silenziosi accompagnati dal rumore delle onde che si infrangono dolcemente sulla battigia al ritmo dei nostri cuori.

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