Capitolo 18 - Alex ✔️

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Alex

Lo so, sono consapevole del fatto che la stia evitando.
È passata più di una settimana e ho cercato in tutti i modi di non vederla.
Nel frattempo mio fratello è andato l'altro ieri dalle ragazze, a prendere un caffè per fare due chiacchiere, mentre ieri sera sono usciti a bere qualcosa.

Io ho inventato una scusa per evitare.

Non capisco perché si sia insinuata cosi prepotentemente e così facilmente nella mia testa.
Devo starle lontano, il problema è che non so se ne sarò capace.

Non la conosco neanche, l'ho baciata una sola volta.
Ok, tre!
Ma i primi due non contano molto visto che sono stati bacetti a fior di labbra.
Sono messo male proprio perché già il primo bacetto mi ha mandato in tilt.

Forse dovrei ammettere almeno a me stesso che sono andato in tilt molto prima di quello.

Scrollo la testa, come a voler scacciare quella verità scomoda e mi avvio su per le scale per giungere a casa dopo una pesante giornata di lavoro.

Ho dovuto subire una strigliata dal capo.
Il mio collega Christian non mi ha avvisato della riunione e ho fatto tardi visto che ne ero ignaro.
Non ho avuto cuore di prendermela perché era totalmente assente oggi, gli ho chiesto se stesse bene e l'unica cosa che mi ha saputo dire con aria frastornata è stata :" Ho visto il fantasma del mio passato."

Chissà cosa avrà voluto dire?
Non ho potuto approfondire in quel momento.

Oltretutto mi sono dovuto subire anche Monica che per tutto il giorno, con ogni scusa, mi metteva le mani addosso.

Devo restare fedele alle mie regole, mai scoparsi una collega, se poi dovesse appiccicarsi sarebbe un incubo.

Arrivato quasi al mio piano, trovo Emily intenta ad aprire la porta di casa con grandi difficoltà a causa di un enorme mazzo di tulipani fra le braccia.
Se non fosse per questo particolare, che tra l'altro mi manda in bestia, avrei già fatto due passi indietro per evitarla, invece accelero e mi trovo a tre centimetri da lei.

Voglio una spiegazione.

<<Questi fiori?>>

Lei si gira dopo aver lanciato un gridolino di paura, l'ho colta alla sprovvista.
Possibile che non abbia sentito i miei passi?

<<Ciao anche a te Alex.>>
Mi fulmina con lo sguardo ma non risponde.

<<Chi ti ha regalato questi fiori?>>

<<Non credo siano affari tuoi, ora, se vuoi scusarmi, entro in casa.>>
Continua a guardarmi male.

Si gira pronta per inserire la chiave nella toppa della serratura, ma io la blocco afferrando il suo braccio.

Sono infastidito e non so il perché, oppure non voglio saperlo.

<<È stato Paolo?
E tu li hai accettati!>>

Domando con tono forse troppo duro, ma non riesco a trattenermi.

<<Dimmi cosa ti da fastidio, non devo dare spiegazioni a te, non sei il mio ragazzo.>>

Sentenzia in modo brusco.

<<Ma certo, quando ti fa comodo però sono il tuo ragazzo, poi, se non ti servo più, non lo sono più.>>

<<Se fossi stato il mio ragazzo, non avrei accettato questi fiori e di certo, non avrei accettato nemmeno che dopo avermi baciata fossi corso da un'altra, che passassi la notte con una delle tue tante amichette.
Ma siamo entrambi liberi. >>

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