Capitolo 19 - Emily ✔️

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Emily

Non so perché gli ho posto questa domanda, non me ne frega nulla di cosa pensa, non devo dare spiegazioni a lui.

Continuo a fissarlo e mi perdo nel verde dei suoi occhi come ogni volta, anzi, come la prima volta.
Uno sconosciuto nella mia cucina e io stregata da quei smeraldi, sono come calamite che mi attirano contro il mio volere.
Mi sembra di leggerci tutte le sue emozioni, lui fa' altro, dice altro, ma lì dentro leggo la sua anima.

Mi rendo conto di aver appena mentito a me stessa, certo che mi importa ciò che pensa e questo è grave.
Mi chiedo perché non riesco a togliermi dalla testa le sue labbra, perché non riesco a non sentirmi delusa da lui e dalle mie stupide aspettative.
Perché non riesco a fermare questo dannato cuore quando lo vedo.
Non riesco a non sentire le gambe gelatina quando mi guarda come sta facendo ora, non riesco a non pensarlo.

Perché?
Quando è riuscito a imprigionarmi?

Povera me, sono davvero messa male.

Continua a fissarmi annientandomi con il suo sguardo duro senza proferire parola, forse troppo orgoglioso per ammettere qualunque cosa.
Non posso sostenere oltre quello sguardo,
quindi decido di andarmene dentro dagli altri, non credo che otterrò risposte.

La serata procede tranquilla, ma io non posso non sentirmi scossa dai suoi occhi che scrutano ogni mio movimento.
Li sento addosso.
Non capisco proprio perché questo ragazzo sia così contraddittorio, la beffa è che definisce me pazza.

Beh, siamo scappati dallo stesso centro psichiatrico probabilmente.

Basta, non riesco più a fare finta di niente.

Vado un attimo in bagno, ma in realtà è una scusa, ho bisogno di aria, bisogno di allontanarmi da lui.
Il bagno nella grande sala è strapieno, con una fila chilometrica, decido di andare in quello sul retro vicino le cucine, evitando così di stare in fila per venti minuti come minimo.
Per fortuna trovo solo due ragazze.
Finalmente tocca a me.

Dopo pochi minuti, mentre sono intenta a lavare le mani, sento qualcuno bussare alla porta.
Apro ed ecco a pochissimi centimetri di nuovo quegli occhi verdi che mi scavano dentro.

<<Alex, che ci fai qui?>>
Gli chiedo sorpresa.

<<Non chiedermi niente.>>

Lo guardo ancor più stranita non capendo cosa voglia dire, ma non ho il tempo di pensare perché mi ritrovo le sue labbra premere sulle mie con forza.

Dopo pochi secondi si stacca e poggia la fronte sulla mia, tenendo gli occhi chiusi, come se volesse ritornare in sé.
Il suo respiro si mescola al mio, le sue labbra cosi vicine, se solo mi muovessi di un millimetro le toccherei di nuovo.
Emozioni contrastanti mi stanno torturando e dalla sua espressione sofferente  credo di non essere la sola a sentirsi cosi.

La sua mano è ancora sulla mia nuca e l'altra stringe dolcemente il mio fianco.

Non vuole lasciarmi andare.

Credo che abbia perso la battaglia contro la razionalità perché incolla nuovamente le labbra sulle mie.

Stavolta  è un bacio che vuole approfondire, io inerme da queste emozioni mai provate, lo assecondo.
Non per mia volontà, il mio cervello è in black out al momento, non sono in grado di pensare o agire diversamente.
Lo desidero e non ho la forza di ribellarmi a ciò che sento quando mi sfiora, quando mi guarda.

Non mi era mai capitato.

Lui riesce a scatenare in me un turbinio di emozioni e brividi che attraversano la mia pelle e mi entrano dentro.
Le classiche farfalle nello stomaco le abbiamo provate tutte, questo è totalmente diverso.

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