Non è piu casa mia...

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Continuai a camminare per i lunghi e freddi corridoi del castello, mi voltavo a destra e sinistra, le figure all'interno dei quadri dormivano tutte, probabilmente era davvero tardi.
Sentì un senso di nostalgia profonda, quella era stata la mia casa per cinque anni e lasciarla in questo modo mi ha spezzato il cuore.
Dalle grosse finestre entrava la luce bianca della luna che illuminava i miei passi.
Sentì per l'ennesima volta i miei occhi riempirsi di lacrime, la tristezza prese il sopravvento.
Mi lasciai cadere lungo il muto freddo, scivolai a terra portando le ginocchia al petto, le mie mani tra capelli.
Era troppo da sopportare, per quanto potevo essere forte, la faccenda era molto più grossa e complicata di me.
Nella mia testa riecheggiavano le parole di Silente: "discendo da Tom Riddle"
"La maledizione"
"Nessuna eccezione"
Perché proprio io? Perché questo peso così grande proprio a me?
Decisi di alzarmi da lì, passai le mie dita sotto gli occhi, asciugando le mie lacrime, lasciando che il mascara si impregnasse sulle mie dita e continuai a camminare.
Sussurrai la password ed entrai nella Sala Comune.
Salì le scale del dormitorio ed entrai in camera mia, ringrazio il cielo fossi sola.
Mi guardai attorno, quella stanza dopo quella notte non sarebbe più stata camera mia.
Ogni cosa mi ricordava quei momenti trascorsi lì, le ore passate davanti all'armadio per scegliere cosa indossare, tutto il tempo seduta a quella scrivania a studiare, il letto in cui io e Draco abbiamo fatto l'amore per poi crollare abbracciati...
Draco...il cuore mi faceva male.
Solo a sentire il suo nome stavo male.
Probabilmente lui adesso sta dormendo come un bimbo, avvolto nelle coperte, con quel suo viso angelico e i capelli completamente spettinati, ma stavolta non ci sarai stata io accanto a lui e non so per quanto sarei mancata di li.
Forse ore, giorni, settimane, mesi o magari anni.
La cosa che più temevo era quella di non sentirmi più a casa, tra le sue braccia, sentire i battiti del suo cuore finalmente apertosi a qualcuno, apertosi ad amare.
Ho avuto l'onore di essere io a sciogliere quel cuore di ghiaccio che apparteneva a Draco Lucius Malfoy, cosa che nessuna ragazza mai è riuscita a fare ed ora vedo crollare tutte le mie certezze come un castello di carte spazzate via dal vento.
Mi incamminai verso il comodino, accesi una sigaretta e mi buttai sul letto.
Respiravo profondamente la nicotina e l'odore di quella stanza.
I ricordi iniziarono a rifarsi vivi: la prima volta in cui ho conosciuto Hermione, quando ho incontrato Ron ed Harry, tutte le volte in cui sono andata a vedere le loro partite di Quidditch, la preparazione dei bigliettini per i compiti in classe, l'ingozzarsi a cena tutti e quattro insieme, le risate, i pianti...
E poi è arrivato lui, il ragazzo più stronzo di tutti, quello che aveva la nomea di usare soltanto le ragazze, quello con gli occhi più belli del mondo, il biondo che tutte le ragazze sognano di avere nel proprio letto e nella propria vita.
Anche tutti i miei momenti con lui sono riaffiorati...lo stanzino delle scope, l'Amortentia, il nostro primo bacio, la prima volta in cui sono stata sua, la faccenda dell'orecchino, la Torre di Astronomia...tutto.
Cazzo se mi mancherà, forse più di tutti.
Mi alzai dal mio letto, mi sedetti alla scrivania, presi un foglio e iniziai a scrivere...
"Amore mio..."
Non potevo salutarlo ne vederlo, ma non me ne sarei andata via di lì senza prima avergli spiegato il perché.
Non ho scritto tutto nei minimi dettagli, quando tutto questo sarà finito gli racconterò meglio.
La chiusi, misi il sigillo di ceralacca e la lasciai li.
Iniziai a preparare le mie valige, non sapevo dove sarei andata e quanto tempo sarei stata via, quindi ho portato un po' ti tutto.
Dopo aver finito mi infilai il pigiama, mi misi sotto le coperte e crollai.

La mattina seguente non avevo la sveglia, potevo alzarmi quando volevo.
Stranamente ho dormito abbastanza bene...
Il pensiero che i miei amici si chiedessero dove fossi mi divorava.
Mi immagino le loro facce quando Silente ha annunciato che ero tornata in Italia, mentre in realtà mi tengono segregata qui per chissà quante dannate ore.
Che faccia avrebbe fatto Draco, cosa avrebbe pensato.
Questo motivo mi spinse maggiormente a volergli dare quella lettera.
Mi alzai dal letto, andai in bagno e mi feci una doccia, lavai i capelli.
Uscì di lì e trovai sul mio letto un vassoio con la colazione con un piccolo biglietto...
"Buongiorno cara, spero sia riuscita a riposare.
Come ti ho accennato ieri non potrai uscire dalla tua camera fino a stasera, quindi mi sono preso la briga di farti recapitare la colazione.
Prepara tutto, si parte stasera alle 22:00.
Silente"
Mangiai il croissant che c'era lì e bevetti il succo alla pesca, il mio preferito.
Lo sguardo si soffermò sulla mela che c'era nel piattino in alto a destra.
Una mela verde...
La presi tra le mani e la strinsi, era come se riuscissi a sentire Draco più vicino a me con quella.
Mi alzai di scatto dal letto, ricordandomi di avere una sua cosa nell'armadio.
Tirai fuori la felpa grigia di due giorni fa, la misi nella valigia, quella sarebbe venuta con me, così come tutti i suoi regali.
La giornata mi sembrava infinita.
La passai a leggere, a dormire, a piangere, a guardare fuori dalla finestra nella speranza di vederlo, a fissare il vuoto.

Ora di cena, l'ultima che avrei fatto lì.
Pollo con le patate, squisito.
Mi lavai i denti, rassettai le mie cose e attesi l'orario prestabilito.
Erano le 21:59 quando sentì bussare alla mia camera.
Guardai nel buco della serratura e notai che era il professor Piton, lo lasciai entrare...
"Francesca sei pronta?"
"Si professore, ma, se mi permette, prima devo chiederle un enorme favore"
Mi diressi verso la scrivania e presi la lettera, gliela porsi...
"È per Draco.
Gliela dia, la prego.
Gliela consegni quando sarò lontana.
Non le chiederei mai una cosa simile se non fossi disperata"
Gli occhi neri di Piton erano puntati su di me, prese la lettera e se la mise in tasca...
Era un si?
"Ci smaterializzaremo.
Prendi le tue cose e appoggiati al mio braccio.
Ti avverto, potrebbe girarti la testa."
Feci come mi disse, diedi un'ultima rapida occhiata in giro.
Una lacrima bagnò il mio viso...
Vidi la stanza scomparire attorno a me.
Mi materializzai in una casa, abbastanza piccola, ma graziosa.
C'era tutto quello che mi serviva: cucina, bagno, camera da letto.
Non sapevo a chi appartenesse e non glielo chiesi.
La voce di Piton mi fece trasalire...
"Il frigo è pieno, il letto è già fatto, sistemati pure.
Tornerò tra tre giorni, sempre al solito orario.
Qui non dovrebbero mai trovati"
Improvvisamente divenne più dolce...
"Francesca, conosco da anni te e la tua famiglia.
Ci tengo molto a voi.
Stai attenta, per favore"
"Grazie professore, per tutto"
Piton mi toccò la spalla e mi salutò, poi si smaterializzò.
Mi avvicinai alla finestra, notai che fuori c'era il mare.
Questo mi faceva sentire a casa...
Misi a posto le mie cose, mangiai qualcosa e mi stesi a letto.
Continuavo a pensare, ma lentamente i miei occhi si chiusero, scacciando via tutti i pensieri.



Quanta tristezza in questo capitolo, mi sono odiata per averlo scritto ma purtroppo dovevo.
Sta per arrivare un capitolo un po' speciale, stay tuned!!!
Grazie per tutti i commenti che mi state lasciando, vi adorooo!
Kiss kiss💋

𝐄𝐲𝐞𝐬 𝐥𝐢𝐤𝐞 𝐢𝐜𝐞 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora