Capitolo 12

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La mattina seguente mi sono svegliata completamente sola, di Elias non c'era traccia, ovvio tutte le sue cose sono ancora nella stanza, quindi non mi ha abbandonata qua, ma chissà dove è andato. Ieri è stato tutto molto strano, ad un certo punto ero quasi convinta che mi avrebbe presa con la forza, invece a quanto pare anche il futuro Capo dei capi della West coast ha un briciolo di umanità. Decido di alzarmi dal letto andare e a farmi una doccia calda visto che tra poco ci sarà un piccolo pranzo con i parenti più ristretti prima di partire per San Francisco. Oggi dovrò salutare tutta la mia famiglia, chissà quando riuscirò a rivederli, sopratutto Betti. Lei è quella che mi mancherà di più, oltre ad essere mia sorella è anche la mia migliore amica, so di poterle confidare tutto e sa sempre come tirarmi su di morale. A San Francisco sarò  completamente sola.
Esco dal bagno con solo l'asciugamano addosso e mi dirigo verso l'armadio dove mia madre ha già preparato l'abito che dovrò indossare, ma dopo pochi secondi sento la porta aprirsi e mio marito entrare in camera con una canottiera e un pantaloncino corto, completamente sudato.
<Sei già sveglia?> cerco di sistemarmi al meglio l'asciugamano per comprirmi dato che sotto sono completamente nuda, avrei dovuto pensarci che poteva tornare da un momento all'altro e vestirmi in bagno.
<Si, mi sto preparando per il pranzo, e dovresti farlo anche tu> lo ammonisco <Sei andato in palestra?>
<Sono andato a correre, dovevo sfogare in qualche modo la tensione> dopo avermi lanciato questa frecciatina si leva la canottiera e va in bagno a prepararsi.

Decido di indossare un abito celeste, lungo fino alle ginocchia molto aderente e con le maniche a tre quarti, dopo aver asciugato i capelli ho fatto una treccia morbida di lato e ho messo un filo di mascara.
<Sei bellissima> Elias mi lancia uno sguardo di apprezzamento <Non ho fatto valere i miei diritti su di te ieri notte, ma questo non vuol dire che non lo farò. Nessuno deve sapere che ti ho risparmiata, metterebbe troppo a rischio la mia posizione>
<Non lo dirò a nessuno> non ne avrei comunque parlato con nessuno, forse solo con Betti, ma di lei mi fido ciecamente.
<Inventati quello che vuoi, che ti ho fatto male, che sono stato bravo, non mi interessa, l'importante è che tu non dica quello che è successo> il suo sguardo è molto diffidente <Non do fiducia facilmente alle persone, non farmene pentire> poi mi prende per mano, mi avvicina a lui e mi stampa un lungo bacio che io non esito a ricambiare.
Quando scendiamo nella sala da pranzo erano già arrivati tutti e ci stavano aspettando. I nostri genitori vengono verso di noi e ci abbracciano, sopratutto mia madre mi stringe più del solito, poi arriva il turno di Betti e delle mie cugine, quindi lascio andare la mano di Elias, impegnato a parlare con i suoi fratelli e mi sposto in un angolo più riservato della sala insieme a Betti, Sofia e Lucia.
<Allora come è stato? Sono sicura che ti ha fatto male, Elias non deve essere uno che ci va piano, vero?> Lucia non mi da neanche il tempo di allontanarmi da mio marito che mi bombarda subito con le domande.
<Si, beh, non è stato molto piacevole> sono completamente rossa ed in imbarazzo perchè non so cosa dire e ho paura che le mie cugine si rendano conto che sto fingendo.
<All'inizio non è mai piacevole, ma poi vedrai col tempo migliora.> mi da una pacca sulla spalla e poi dirige lo sguardo su Sofia che invece non dice nulla, si limita solo ad un occhiata compassionevole, chissà che inferno le fa vivere quello stronzo di suo marito.
<Ma tu stai bene?> Betti sembra molto terrorizzata da questa situazione, così chiedo alle mie cugine di lasciarci un attimo sole.
<Betti non è successo nulla con Elias> lei mi guarda come se non capisse < All'inizio pensavo mi avrebbe presa con la forza, ma poi in qualche modo sono riuscita a convincerlo che non sono pronta e non mi ha più sfiorato> mia sorella tira un sospiro di sollievo.
<Sono contenta tu stia bene, ora forse lo odio un po' di meno> dice abbracciandomi
<Nessuno deve sapere niente Betti, e continua a comportarti con lui come al solito, anzì lanciagli qualche occhiata piena di odio> dico queste ultime parole e sia io che mia sorella scoppiamo a ridere.
<Non sarà per niente difficile!>
<Eleonora, andiamo a sederci al tavolo, il pranzo sta per essere servito> Elias interrompe me e Betti e mi lancia uno sguardo interrogativo.
<Non le ho detto niente> mi metto subito sulla difensiva <Stavamo ridendo per l'abbigliamento bizzarro di mia zia> che in effetti fa veramente ridere.
<Ti credo> mi dice lanciandomi uno sguardo truce
<Allora perchè sembri arrabbiato?> spero con tutto il cuore che non abbia sentito la mia conversazione con Betti.
<Non sono arrabbiato Eleonora, se lo fossi ti assicuro che lo sapresti. Ora mangia, che ci aspetta un lungo viaggio.> senza ribattere prendo una forchettata di pasta al sugo e cerco di ignorare mio marito per tutta la durata del pranzo.

Eleonora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora