Il volo verso San Francisco è stato molto turbolento, purtroppo siamo finiti in mezzo ad una tempesta e per poco non pensavo di morire. Elias è stato molto taciturno, in realtà per tutta la durata del volo non ci siamo rivolti parola, nè io nè lui eravamo in vena di fare conversazione. Io ho pianto per quasi tutto il viaggio, dire addio a mia sorella è stato veramente difficile, mi ha completamente spezzata, non sono pronta a vivere senza vederla tutti i giorni della mia vita.
Una volta atterrati, due Range Rover nere ci aspettavano davanti all'aeroporto, una per me e Elias e l'altra per i genitori e i due fratelli Salvatore.
Mio marito mi apre la portiera e mi fa salire al lato destro del conducente, poi fa il giro della macchina, monta su e parte.
<pensavo avessi un autista> dico tra me e me a voce un po' troppo alta
<Mi piace guidare, di solito l'autista lo usano solo mio padre o mia madre> la macchina si ferma davanti ad un semaforo rosso ed Elias volge lo sguardo si di me <e d'ora in poi anche te, Michael ti accompagnerà ovunque vorrai.>
< Michael mi farà solo da autista o anche da guardia del corpo?> dico con tono un po' troppo sprezzante, odio sentirmi così in gabbia.
<Farà tutto quello che è necessario.> poi svolta a sinistra nel parcheggio sotterraneo di un grattacielo altissimo, parcheggia l'auto su un posto contrassegnato e viene ad aprirmi la portiera della macchina.
<Grazie> gli dico prima di entrare nell'ascensore che ci porta fino all'ultimo piano.
Il suo attico è veramente grande, l'arredamento molto minimale sui toni del bianco, grigio e nero si intona perfettamente alla sua personalità un po' cupa. Mi fa fare il tuor di tutta la casa, mi mostra tutte le stanze soffermandosi di più su la nostra, che devo dire è veramente enorme, oltre al bagno privato e una terrazza con vista sulla città, c'è anche una cabina armadio più grande della mia camera a New York. La cucina invece, è dotata di qualsiasi elettrodomestico esistente ed è anche super ordinata, quindi Elias o non la utilizza mai o ha una domestica,ma francamente non mi interessa, anche perchè non vedo l'ora di sfornare le mie torte preferite da questo magnifico forno di ultima generazione.
<Io dovrei andare a lavoro, tu sistema pure le tue valigie> tutte le mie cose sono arrivate qua qualche giorno fa, mia madre si è personalmente occupata del 'trasloco'.
<Vai a lavoro a quest'ora?> sarà mezzanotte passata.
<Ho delle cose da sbrigare al night club, di là ci sono già Michael e Robert semmai ti servisse qualsiasi cosa, ci sono anche dei menù di qualche ristorante che fa consegna a domicilio se ti venisse fame.> poi senza troppi giri di parole mi stampa un bacio sulla fronte e se ne va.
Io saluto Michael e Robert che sono seduti sul divano davanti alla televisione e poi mi dirigo in camera per svuotare le valigie e sistemare tutte le mie cose. Prendo il cellulare per vedere se qualcuno mi avesse cercata e trovo due chiamate perse di mia sorella, decido però di scriverle un breve messaggio per assicurarla che sto bene e che la chiamerò domani, visto che a New York sono le tre del mattino.
Dopo qualche ora finisco di sistemare tutte le mie cose nella cabina armadio, mi faccio una doccia veloce e mi butto sul letto esausta dato che sono le due di notte. Di Elias ancora nessuna traccia, non mi ha mandato nessun messaggio nè ha provato a chiamarmi, chissà cosa starà facendo. Vorrei rimanere sveglia ad aspettarlo ma appena metto la testa sul cuscino mi addormento.Mi sveglio di soprassalto quando qualcuno entra nella stanza e fa un rumore veramenre forte dentro al bagno, mi affaccio e vedo mio marito con la camicia zuppa di sangue rovistare nella casetta di pronto soccorso.
<Che è successo?> mi avvicino subito a lui con sguardo preoccupato.
<Niente, torna a dormire> dice levandosi la camicia e mostrando un lungo taglio sul fianco sinistro. Senza ascoltarlo prendo del disinfettante e inizio e tamponarlo sulla ferita con mano tremante.
<Dovresti andare da un medico per farti ricucire questo taglio!>
<E' solo un piccolo taglio, non c'è da preoccuparsi> se questo lo chiama piccolo, non oso sapere che altri tagli si è fatto.
<Vuoi dirmi che cosa è successo?> lo fulmino con sguardo interrogatorio
<Solo un ubriacone che era in cerca di rogne, come ho già detto, non ti devi preoccupare> decido di non proseguire ulteriormente la conversazione, ma sono quasi sicura che sotto c'è dell'altro, ed Elias ovviamente non vuole dirmi la verità. <Vado a farmi una doccia, tu torna a dormire.>
Esco dal bagno e mi dirigo in cucina, ormai non ho più sonno e decido di farmi un tè. Michael e Robert per fortuna se ne sono già andati, e mentre passo dal soggiorno per andare ad accendere il bollitore in cucina noto che il telefono di Elias sta squillando. Il numero non è registrato in rubrica, ma decido di rispondere comunque, magari è una telefonata urgente.
<Pronto? Stai bene tesoro? > una voce femminile dall'altro capo della linea mi risponde con tono molto preoccupato, ed è una voce che non conosco.
<Chi sei?> sono le prime parole che mi passano per la testa, ma la ragazza appena sente la mia voce riattacca subito.
Io rimetto il cellulare di Elias nello stesso punto in cui l'ho trovato e la mia mente inizia a vagare su chi sia questa ragazza, dalla voce sembrava molto giovane, magari è un amica o magari qualcosa di più. In fondo anche lui è stato costretto da suo padre a sposare me, forse aveva una relazione con un'altra ragazza e non è mai finita tra loro.
Non so cosa pensare e non credo neanche sia una buona idea affrontare Elias in queste condizioni, così per adesso lascio perdere tutta la faccenda e vado a bermi un tè. Più tardi chiamerò Betti e sentirò anche la sua opinione, anche se,conoscendo mia sorella sicuramente penserà al peggio.
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Eleonora
RomanceA soli diciassette anni Eleonora Rizzo, viene promessa in sposa a Elias Salvatore, figlio del Capo della malavita di tutta la West Coast. Tutto il resto è da scoprire.