Capitolo 32

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Le porte dell'ascensore si spalancano ed entriamo in casa. Elias si toglie subito la giacca e va verso il mobiletto dei liquori, prende una bottiglia di scotch e se ne versa un bel po' in un bicchiere.
<Parla Eleonora, visto che hai tanta voglia di chiaccherare, ti ascolto.> dice con tono stranamente calmo.
<Non ho per niente voglia di litigare Elias> dico appoggiandomi al divano per togliermi le scarpe.
<Eppure prima mi sembravi molto intenta a farlo> sorseggia lo scotch e si siede sulla poltrona appoggiando il piede sinistro sul ginocchio destro.
<Non è vero, non volevo litigare> dico sbuffando <Sono solo esausta di questa situazione tra me e te, ti comporti come se non esistessi e non hai mai provato neanche per un secondo a metterti nei miei panni. Non ho tradito la tua fiducia, o perlomeno non ne avevo l'intenzione, volevo solo aiutare mia sorella. Non puoi punirmi per il resto della mia vita per questo, e se invece credi, di non riuscire a perdonarmi> la mia voce si sta quasi spezzando a causa delle lacrime che piano piano iniziano a scendere sul viso, anche se cerco di trattenermi <lasciami andare>
<Scordatelo> si avvicina e con una mano mi pulisce le lacrime, poi mi stringe forte al petto e mi dà un bacio sulla testa. Mi è mancato da morire, il suo abbraccio, il suo profumo, le sue braccia forti che mi fanno sentire protetta, mi è mancato ogni cosa <Sai che sono troppo egoista per lasciarti andare, semmai un giorno succederà, è solo perchè sarò morto>
<Allora mettici una pietra sopra> dico alzando la testa dal suo petto e guardandolo dritto negli occhi <Oppure torna da Evelyn o da chiunque tu sia stato negli ultimi mesi> ormai non me ne frega nulla se le mie parole lo faranno infuriare.
<Cosa ti fa pensare che io sia stato da Evelyn?> mi chiede facendo un passo indietro e incrociando le braccia al petto <Eleonora, ti ho fatto una promessa tempo fa, e malgrado provassi a distrarmi in tutti i modi possibili, c'è sempre stata solo una persona nella mia testa, tu> prova a riavvicinarsi a me, ma a questo punto mi allontano io.
<Chi mi dice che tutte queste belle parole non sono solo per manipolarmi? Lo hai detto tu stesso tempo fa. > ricordo ogni singola parola che quella sera ha pronunciato "Le attenzioni erano per portarti a letto, e sono venuto fino a qua perchè sono un bastardo egoista che non ama condividere le sue cose con nessuno!", ancora mi rimbombano in testa.
<Ero veramente arrabbiato quella volta. Immagina dare fiducia ad una persona e questa appena ne ha l'opportunità ti mente.> mi guarda dritto negli occhi e per la prima volta dopo tanto tempo mi sembra di ritrovare un briciolo di umanità dentro mio marito  <Eleonora non hai idea di quanto ero preoccupato per te...poi sono entrato in quella stanza, ho visto quel bastardo sopra di te e non ci ho visto più. Non sono riuscito a proteggerti ed ero troppo infuriato con te, con Marchesi, con tua cugina per averti aiutato con quel piano di merda.. ma cosa vi è passato per la testa?!>
<Ho solo voluto aiutare Betti> ribadisco, penso per la milionesima volta.
<Comunque non sono andato nè da Evelyn nè o da qualcun' altra> aggiunge mentre mi tira la mano e mi avvolge tra le sue braccia.
<Quindi, mi perdoni per averti nascosto il mio stupido piano?> chiedo abbozzando un piccolo sorriso.Elias scuote la testa arreso e mi sorride a sua volta.
Mi prende in braccio e mi porta in camera da letto, mi fa voltare di spalle e comincia a baciarmi il collo e la spalla <Mi sei mancata> sussurra, mentre con una mano cerca di aprire la zip del mio vestito. Appena il mio abito cade per terra lui infila una mano dentro le mie mutandine e inizia a fare su e giù con le dita. Io appoggio la testa sulla sua spalla e mi godo le sue mani esperte.
<Non ancora> mi dice mentre capisce che sto per venire e smette di darmi piacere.
A questo punto, mi inginocchio, sbottono i suoi pantaloni e abbasso le mutande. Il suo cazzo è così duro, sembra veramente un pezzo di marmo, lo prendo in bocca e appoggio una mano alla base, facendo dei movimenti lenti. Elias mi appoggia una mano sulla testa e lo sento fremere di piacere.
<Piccola, fermati sennò mi farai venire> io lentamente mi stacco e lui mi aiuta ad alzarmi. Ammetto che il mio cuore ha quasi mancato un battito quando l'ho sentito pronunciare la parola 'piccola' .
<Vieni qua> dice Elias mentre si distende con la schiena sul letto e mi fa salire sopra di lui.
Lo sento sprofondare dentro di me e lancio un gridolino per il lieve dolore.<Tutto bene?> mi chiede un po' preoccupato mentre mi accarezza la schiena e poi scende con la mano afferrandomi il sedere con forza.
<Si, sto b...> ma non faccio in tempo a finire di rispondere che inizia a muoversi con molta foga.

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