Capitolo 39

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Marco tiene in mano un enorme bouquet di rose e appena incrocia lo sguardo di mia sorella, si avvicina e glielo porge.
<Sono per me?> lei arrossisce e mi lancia un'occhiata sbalordita <Grazie mille>
Poi lui si avvicina a me per abbracciarmi <Volevo portarne uno anche a te, ma tuo marito me lo ha proibito> mi sussurra piano all'orecchio.
<A volte è un po' troppo..> mentre pensavo al termine giusto, Marco suggerisce <protettivo?>
<Avrei detto stronzo, ma protettivo ci sta> scoppiamo entrambi a ridere ed Elias ci lancia subito uno sguardo incavolato <Avete finito?>
<No, in realtà ci hai interrotti!> rispondo a tono perché sono ancora furibonda.
<Che ne dite di sederci? Sennò il cibo si raffredda> mia sorella cerca di placare la tensione.
Metto in tavola il pesce che ho appena pulito grazie ai consigli di Marcello e l'antipasto. Ci sediamo, io accanto a Elias e Betti accanto a Marco.
<Allora, Eleonora come va la gestione della contabilità?> chiede Marco per fare conversazione.
<Da quando ci sono io bene, prima era un disastro!> commento un po' egocentrica. <Tu invece, di cosa ti occupi precisamente?>
<Risolvo problemi, gestisco lo staff, cose del genere> risponde vago.
<Quindi hai assunto tu Evelyn?> so che non dovevo chiederlo, ma la mia bocca ha parlato prima che riuscissi a prevedere le conseguenze.
<Si l'ha assunta lui! E sono sicuro che chiunque sia passato da quel locale si sia fatto un giro con lei> Elias risponde un po' alterato al posto del fratello <Ora, forse è l'ora di crescere e di smetterla di rinfacciare ogni cosa!>
<Io rinfacciare?! Ma se hai iniziato tu tirando fuori la storia di New York!> alzo la voce e giro lo sguardo verso di lui.
<Perché fai sempre la bambina viziata a cui non va bene nulla!>
<Tu comandi la vita delle persone! Ovvio che non mi va bene!>
Noto Marco alzarsi dal tavolo, prendere mia sorella e portarla in terrazza chiudendo la portafinestra per lasciarci un po' di privacy. Anche se, stiamo litigando e urlando peggio dei tifosi allo stadio, quindi non c'è neanche l'ombra di un po' di privacy.
<Non comando la vita di nessuno. Ho cercato di fare quello che reputavo meglio!>
<Non hai neanche provato a consultarmi!>
<Perché sono il Capo Eleonora, non devo consultare nessuno! Tantomeno mia moglie>
<Allora hai proprio colto l'essenza di un matrimonio felice !>
<Tuo padre volevo far sposare Betti con Vincenzo, quello stronzo che ti ha molestata al tuo compleanno! Per questo ho agito senza consultarti!> mi rivela quasi esausto.
Io mi siedo arresa e una lacrima inizia a scendere sulla mia guancia a causa del nervoso <Potevi comunque parlarmene!>
<Mi hai detto che non volevi più sentirlo nominare ed io ti ho ascoltata!>
Prima che io riesca ad aggiungere altro mia sorella entra in cucina <Ho sentito che stavate parlando di me! Posso sapere cosa sta succedendo?
<Vi lascio sole> e mio marito esce dalla stanza per raggiungere suo fratello sulla terrazza.
<Betti, non so proprio da dove cominciare>
<Che ne dici di cominciare dall'inizio?> chiede alzando un sopracciglio.
Prendo un respiro profondo e le racconto ogni cosa <Quando ho saputo che papà voleva farti sposare Marchesi volevo morire. Così con l'aiuto di Lucia mi sono travestita e sono volata a New York per cercare di comprare la tua libertà. Io gli davo un sacco di soldi e lui spariva per sempre.>
<Che cosa hai fatto? Ma sei impazzita?> mia sorella mi sgrida e si agita un po' troppo.
<Fammi finire> chiedo alzando una mano. <Marchesi non è caduto nella mia trappola e ha provato a farmi del male. Elias ed i suoi uomini sono arrivati giusto in tempo per salvarmi. Hanno ucciso Marchesi, ma hanno inscenato una fuga per evitare indagini.>
Mia sorella è senza parole, noto una miriade di emozioni contrastanti nel suo sguardo.
<Dopo che è morto, ho saputo che papà si è subito dato da fare per cercarti un altro marito. A quanto pare si stava accordando con Damiano, per farti sposare suo figlio.>
<Si, ho sentito, voi due urlavate come matti. Ma se Elias ha impedito che io sposi Vincenzo, qual'è il problema?>
<Mio marito non è capace di fare miracoli Betti, ha convinto nostro padre a non farti sposare Vincenzo, ma in cambio dovrai sposare Marco> e lo indico volgendo la testa nella sua direzione.
<Non so cosa dire> esprime, esitando di guardarmi negli occhi.
<Ho provato in tutti i modi a farti evitare un matrimonio combinato, ma purtroppo papà è intenzionato ad usarti per i suoi scopi politici.> le stringo la mano.
<Ti dispiace se vado in camera? Non ho più appetito>
<Si certo> vorrei approfondire di più la questione e vorrei che mi renda partecipe dei suoi pensieri. Ma sono consapevole che deve digerire la cosa e prendersi un po' di spazio per se stessa. Quindi per adesso, preferisco non insistere e dargli tutto il tempo di cui ha bisogno.
Mia sorella si alza dalla sedia e corre nella camera degli ospiti che le ho sistemato. Marco ed Elias invece, rientrano dalla terrazza e si accomodano al tavolo.
<L'ha presa molto male?> chiede Marco un po' afflitto.
<Non fa i salti di gioia, questo è certo!> dato che nessuno ha toccato cibo, sparecchio la tavola e sistemo i piatti nella lavastoviglie.
<Allora io vado. Saluta Betti da parte mia per favore> prende il suo giubbotto e si dirige verso l'uscita.
<Certo> lo rassicuro.
<Elias, lunedì a che ora c'è il volo?> chiede a mio marito poco prima che le porte dell'ascensore di aprano.
<Alle cinque, vedi di non fare tardi!> lo esorta con sguardo sicuro.
<Che volo? Dove vai?> chiedo subito preoccupata.
<Lunedì io, Marco e Philip andiamo in Svizzera. Non starò via tanto, il tempo necessario per scoprire chi ci sta fottendo tutti questi soldi.>
<Almeno passeremo Natale insieme> abbozzo un sorriso e cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno. Speravo tanto che in questi giorni avrebbe passato più tempo con me, ma ormai, dovrei abituarmi allo stile di vita di mio marito <Pensi che le banche svizzere collaboreranno con voi?>
<Ho degli agganci> prende dei piatti dal tavolo e mi aiuta a pulire la cucina.
<È veramente un peccato aver sprecato questa cena squisita> affermo un po' demoralizzata.
<È vero, è molto buono> Elias inizia ad aprire le cozze, assaggiare il polpo e il pesce fatto al forno.
<Dai siediti a tavola se hai fame!> lo incito a mangiare come una persona normale.
<Ho fame di altro!> e prima che io possa finire di sparecchiare, mi carica in spalla fino alla nostra camera e non mi fa mancare una succulenta pacca sul culo.
<Betti potrebbe sentirci!> esclamo mentre mi agito per farmi mettere giù.
<Allora non dovrai urlare troppo forte piccola!> mi butta sul letto e inizia a spogliarmi non staccando mai le sue labbra dalle mie. Ahh quanto mi è mancato!

Ve l'ho detto che è una cena interessante 🤨 😅

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