Capitolo 18

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<Tesoro come mi sei mancato!> dice con una voce da gatta morta mentre Elias cerca di scrollarsela di dosso.
<Evelyn sparisci!> dice con tono molto rigido
<Dai, non essere noioso, è da un po' che non passiamo del tempo insieme> gli fa gli occhi dolci e si arrotola una ciocca di capelli intorno al dito.
Io assisto alla scena completamente allibita dalla spavalderia di questa ragazza che cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione <Vi lascio soli> dico guardando mio marito.
<Eleonora> lui mi prende per mano e mi tira indietro <Resta, Evelyn se ne stava andando> la guarda negli occhi sperando che lei giri i tacchi, ma non sembra averne l'intenzione.
<Non sto andando via> poi appoggia le mani sul petto di Elias, lui le sposta immediatamente e prima che possa ribadire altro invervengo senza rendermene conto.
<Forse il tuo piccolo cervello non riesce a capire bene certe insinuazioni, ma ti stava intimando ad andartene.>
<Tuo marito preferisce di gran lunga la mia di compagnia, quindi quella che dovrebbe andarsene sei tu> dice con sguardo soddisfatto
<Mio marito non preferisce la tua compagnia, preferisce le cose più facili> dico con un leggero sorriso
<Stai dicendo che sono una facile? Elias, tesoro digli qualcosa!> mette il broncio e tocca la spalla di mio marito.
<Evelyn tu sei una facile, qualsiasi uomo di questo locale ti ha scopato> gli dice mentre sposta la sua mano dalla spalla <Ora, se non vuoi essere licenziata, sparisci!>
Evelyn lascia la stanza senza replicare con gli occhi iniettati di rabbia e sbatte la porta in modo un po' troppo teatrale.
<Mi dispiace per tutto ciò> Elias mi accerezza la spalla cercando di confortarmi.
<Deve dispiacerti, quella donna mi ha umiliata perchè non sai tenertelo nei pantaloni per più di due giorni!> alzo un po' troppo la voce.
<Ho sbagliato Eleonora> mi prende il viso tra le mani e mi guarda fisso negli occhi <ma lei non ti ha umiliata, non vale neanche la terra sotto la quale tu cammini, per favore ignorala.> mi abbraccia e mi bacia i capelli <Ora aspettami qua cinque minuti e poi andiamo a casa, va bene?>
<Non credo di avere molta scelta> borbotto a bassa voce ed Elias per fortuna non mi sente dato che era ormai fuori dalla porta.
Mi siedo sulla poltroncina vicino alla scrivania e decido di chiamare mia sorella Betti per raccontarle tutte le novità.

<Avresti dovuto come minimo strapparle i capelli a quella troia!> a volte dimentico quanto mia sorella sia diretta < Elias è uno stronzo e non è la novità, ma lei è una gran..>
<Bettii!!> la interrompo prima che diventi troppo volgare < avrei voluto veramente strapparle tutti i capelli, ma non era il caso di fare una scenata di gelosia davanti a Elias.> ed è vero, se lui non fosse stato li molto probabilmente le cose sarebbero finite peggio.
<Tu sei troppo buona Ele, dovresti dire a tuo marito di licenziarla come minimo!>
<Hai ragione, dovrei parlargliene, ma non ho proprio voglia di dare così tanta importanza ad  una stupida spogliarellista.> dico sbuffando.
<Beh, però a Elias ne stai dando di importanza.> mia sorella mi coglie totalmente di sorpresa < Lui ti sta piacendo vero?>
<Credo di sì, cioè non lo so sinceramente.> iniziò ad agitarmi un po'
< Hai una cotta per lui!> Betti esclama sorpresa
<Come ti ho detto prima, non lo so, però credo di provare qualcosa per lui. Quando mi bacia o mi sfiora tutti i miei sensi sono in allerta, a volte sveglia delle sensazioni dentro di me che non ho mai provato.>
<Ma voi due, insomma, avete fatto altre cose?> mi chiede con una punta di imbarazzo.
<No, sennò te ne avrei parlato.> è la verità, dico sempre tutto a mia sorella.
<Non parlarmene, non so se sono pronta a sentire racconti sulla tua vita sessuale> scoppiamo entrambe a ridere subito dopo le sue parole.
<Ti racconterò ogni dettaglio!> purtroppo non riesco ad aggiungere altro perché mio marito entra nella stanza con le mani piene di sangue e tutti i vestiti sporchi. <Betti, devo andare, ci sentiamo> e riattacco senza aspettare risposta.
Mi avvicino a Elias è noto il suo sguardo turbato <Tutto bene?> chiedo un po' timorosa.
<Si. Andiamo a casa> mi trascina per il braccio  e alla velocità della luce siamo già nel nostro appuntamento.
Appena entra Elias si leva la camicia e inizia a baciarmi molto energicamente senza neanche darmi il tempo di posare la borsa. Mi prende in collo, mi appoggia al muro più vicino e inizia a sbottonarmi la camicetta senza mai staccarsi dalle mie labbra.
<Elias> cerco di fermarlo <dovresti almeno farti una doccia> dico con voce flebile dato che ha ancora diverse macchie di sangue addosso.
Lui mi mette giù e si allontana, il suo sguardo cambia, prima era rigido e risoluto, come se fosse una macchina senza sentimenti, ora invece pare che una piccola luce nei suoi occhi si sia accesa.

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