Capitolo 31

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Le settimane ed i mesi a seguire passarono con una velocità impressionante, anche se, stavo tutti i giorni rinchiusa in casa ad annoiarmi. Poche volte uscivo per fare una passeggiata oppure andavo in qualche libreria, sempre accompagnata da Michael e Robert. Quando chiedevo a mio marito di accompagnarlo in ufficio per continuare il mio lavoro di contabilità lui diceva sempre che non c'è bisogno di me, così alla fine ho smesso di chiedere.
La situazione con Elias, è sempre più tesa, quasi non ci rivolgiamo parola. All'inizio cercavo in tutti i modi di giustificarmi e di farmi perdonare, ma dopo un po' ho capito che tanto è inutile. Lui è completamente accecato dalla rabbia, non riesce a comprendere il mio punto di vista, vede il tutto come un tradimento da parte mia. Una volta ho anche provato a dirgli che avevo chiesto il suo aiuto e si è rifiutato, ma ho solo peggiorato le cose e abbiamo finito per litigare e lui non è tornato a casa per diverse notti. Poi, quando è tornato lo ha fatto solo per farsi una doccia, cambiarsi e andarsene di nuovo.
Ormai sono quasi convinta che se la faccia con quella troia di Evelyn, anzi togliamo il quasi, sono convinta che sia tornato da lei.
Mio marito non ha la decenza di tenerselo nei pantaloni per così tanto tempo.

Menomale che mia sorella mi da un po' di gioia. La chiamo più o meno tutti i giorni e mi si riempie il cuore quando la sento così felice e spensierata. È rinata da quando ha scoperto che Marchesi è scomparso ed il matrimonio non si farà. Non le ho raccontato niente di quello che è successo, so che mio padre le detto che il suo futuro sposo è scappato ed io ho confermato la sua versione. Credo che gli uomini di Elias abbiano inscenato il tutto per evitare casini. Preferisco che mia sorella non sappia del mio coinvolgimento in questa faccenda perché si sentirebbe troppo in colpa per aver rovinato il mio rapporto con Elias. È sicuramente meglio per tutti che lei creda alle parole di mio padre.

Qualche ora fa Michael mi ha avvertito che dovrò accompagnare Elias ad una cena di beneficenza. Sono subito corsa a cercare un vestito nuovo, dato che a questi eventi non è possibile 'riciclare' altri abiti già indossati, mi potrebbero fucilare se lo facessi. Per fortuna ho trovato abbastanza in fretta un abito molto bello. Questa volta ho optato per il nero, come il mio umore. Il vestito è lungo, molto attillato per risaltare le mie forme ed ha lo scollo a cuore. Poi mi sono truccata, ho anche messo il rossetto rosso, che di solito evito perché un po' troppo appariscente, ho indossato gli orecchini che Elias mi aveva regalato tempo fa e sono andata verso l'ingresso dove Michael e Robert mi aspettano.
<Sono pronta> dico rivolgendomi ad entrambi
<Suo marito sta arrivando signora> dice Michael.
Ero sicura che ci saremo incontrati alla festa, come la scorsa volta.
Non riesco neanche a poggiare la piccola borsetta argentata sul tavolino all'ingresso, che sento l'ascensore suonare e mio marito entrare in casa. È sempre così bello, i capelli tirati indietro con il gel, la mascella squadrata e la camicia arrotolata che mette in mostra le vene in rilievo delle sue braccia.
Mi squadra da capo a piedi e vedo un luccichio di desiderio nei suoi occhi. Si sofferma sulla scollatura del mio vestito, anche se non ho un seno prosperoso, questo corpetto lo fa sembrare molto più grande. Non dice niente, liquida con lo sguardo le due guardie e si dirige verso la camera da letto per cambiarsi i vestiti.
Io lo aspetto sul divano per circa dieci minuti, poi quando torna chiama l'ascensore ed io mi dirigo verso di lui.
<Potresti almeno salutarmi> dico scocciata
< Ciao> risponde secco

Evito di dire altre parole e mi avvio alla macchina, mi apro da sola lo sportello e salgo sù.
<Credi che potrai mai perdonarmi e dimenticare?> tento di chiedergli, anche se ho un po' timore della sua risposta.
< Non è il momento adatto per parlarne> mi liquida continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada
<Non ci sono altri momenti, non sei mai a casa> ribatto con tono accusatorio
Lui però non risponde, ferma la macchina davanti al cancello di una villa enorme e lancia le chiavi ad una delle guardie che si trovava lì davanti. Mi prende a braccetto ed entriamo alla festa.
La stanza nella quale si celebra l'evento è enorme, decorata con colori molto vivaci e piena zeppa di persone. In molti ci si avvicinano per parlare con Elias, ed io sorrido, ricambio il saluto e rimango lì immobile come una bambola al suo braccetto. La moglie trofeo proprio come lui voleva.
Dopo un po' ci sediamo a tavola e vengono servite le varie portate, il tutto molto delizioso. Accanto a me è seduto Marco uno dei fratelli di Elias che nota quanto mi sento a disagio e cerca di fare un po' di conversazione.
<Ti stai ambientando a San Francisco?>
<Non è che io abbia molta scelta> rispondo sarcastica
<Come darti torto> e mi sorride < mio fratello è proprio un osso duro>
<Come darti torto> ribatto usando la sua stessa battuta e scoppiamo a ridere.
Elias si accorge della mia risata e si volta subito quasi incredulo, era da un po' di tempo che non mi sentiva o vedeva così < state facendo un po' troppo rumore> cerca di ammonirci.
< Dai fratello, tutti ridacchiano del più o del meno, non fare il guastafeste> Marco cerca di smorzare la tensione che si è creata.
<Dovresti andare al night, hanno bisogno di te lì.>
<Possono farcela da soli per una sera>
<Non era una domanda> ribatte con tono autoritario <È un ordine>
Marco saluta tutti, si alza dal tavolo e se ne va.
< Che egoista!>
<Cosa hai detto?> mi rendo subito conto di aver parlato a voce un po' troppo alta ed Elias mi ha sentito.
<Sei un egoista, io e tuo fratello non stavamo facendo niente di male> cerco di spiegarmi.
< Ho mandato via Marco perché al night avevano bisogno di lui, non per chissà quale motivo ti sei immaginata nella tua testolina.> ribatte secato
< Possiamo andare a casa?> chiedo un po' stanca
<Ti accompagneranno Michael e Robert, io mi trattengo un altro po'. >
<Tornerai a casa questa sera?>
< Non lo so, ho diverse cose da sbrigare>
Poi la mia bocca prende il sopravvento < Non farti fotografare in altri squallidi parcheggi con la tua troia>
Elias rimane con la bocca aperta, non si aspettava questo colpo basso. Si alza in piedi di scatto, fa un giro di saluti, scusandosi con alcune persone, mi prende a braccetto e ci dirigiamo fuori dalla villa.
La macchina è già pronta e mi aiuta a salire. Durante il viaggio non dice nulla, però lo vedo molto arrabbiato. Avrei dovuto cucirmi la bocca invece di provocarlo, già le cose sono molto tese tra noi. Spero solo che non vorrà farmi del male, anche se Elias mi ha sempre detto che non picchia le donne, il suo sguardo iniettato di rabbia in questo momento potrebbe uccidere chiunque, senza fare distinzioni.

Eleonora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora