Capitolo 24

21.2K 544 16
                                    

Provai e riprovai a chiamare Elias ma il suo telefono era sempre staccato, saranno passate ormai diverse ore da quando Robert mi ha dato la terribile notizia ed io sono veramente in ansia. I peggiori scenari si fanno strada nella mia mente; mio marito potrebbe essere morto, gravemente ferito oppure preso in ostaggio dalla Triade e torturato nei modi più brutali esistenti. Prima i genitori di Elias sono morti e poi questo scontro armato, la mia vita sarà sempre così da ora in poi?! Dovrò passare intere nottate in completa ansia perchè non so dove sia mio marito o ancora peggio, se sia in vita o meno.  Ero ben consapevole che non sarebbe stato una passeggiata sposare un futuro Capo però non ero neanche pronta per tutto questo.
Mio padre lavora quasi sempre dal suo ufficio, raramente si sposta o partecipa a furti o a scontri armati, delega tutto ai suoi uomini, lui di certo non si sporca le mani. Mentre Elias è un uomo d'azione, vuole dirigere e partecipare a tutte le operazioni, comprese quelle di basso livello, come la tortura dei prigionieri.
<Michael ha chiamato?> chiedo con tono preoccupato a Robert
<Mi ha solo mandato un messaggio pochi secondi fa,stanno tutti bene> una sensazione di sollievo finalmente si impossessa di me.
<Sai quando..> ma non riesco a terminare la frase perchè sento il trillo dell'ascensore e le sue porte aprirsi.
La scena che compare davanti ai miei occhi è terrificante. I vestiti di entrambi sono sono zuppi di sangue e mio marito è ferito. Michael lo aiuta a trascinarsi fino al divano e non appena si siede fa una piccola smorfia di dolore. Comincia a togliersi la camicia e vedo una grossa ferita da pallottola nella spalla e diversi tagli sul petto.
Mi avvicino al divano e tocco la mano di mio marito < È' già stata curata?> indico la ferita sulla spalla.
<Si, la pallottola è stata rimossa, devo solo ricucirmi> dice con voce flebile < Molti dei miei uomini stavano peggio di me e ho preferito che il dottore dedicasse più tempo e attenzione a loro.>
<Un solo dottore?> dico con gli occhi spalancati <Dovresti andare all'ospedale, se ti fa infezione o magari peggio?!>
<Il dottore si occupa di me e dei miei uomini da tempo, sa il fatto suo. Andare in ospedale è troppo rischioso.>
<Capo, se vuole l'aiuto a cucire la ferita> interviene Robert
<No> rispondo subito <Lo aiuterò io>
Elias mi guarda scioccato e poi annuisce <Andate ragazzi> dice a Michael e Robert
Io vado in bagno a prendere il kit di pronto soccorso, metto un po' di alcol sulla ferita e anche sull'ago per disinfettare tutto e poi inizio a cucirlo. La sensazione dell'ago sulla pelle è molto strana e sicuramente anche molto dolorosa, però Elias non emette fiato, anzi sembra quasi indolore per lui.
<Vuoi raccontarmi cosa è successo?>  chiedo,  anche se credo non vorrà parlarne.
<Ho avuto tanta paura di non rivederti mai più> poi si gira verso di me e mi stampa un bacio intenso che ovviamente io ricambio con molta foga.
<Anche io> gli sussurro appena ci stacchiamo
<E' stato un blitz molto veloce e studiato ad una nostra fabbrica a sud della città. Poche persone sapevano che ero lì.> prende la bottiglia di scotch dal tavolino e inizia a rovesciarne un po' nel bicchiere.
<Pensi che qualcuno ti abbia tradito?> chiedo una volta finito di cucire la ferita e con molta sorpresa noto che non ignora le mie domande come fa di solito.
<Non lo penso, ne sono sono certo. Gli uomini della Triade erano tantissimi e sono arrivati pochi minuti dopo che ero dentro quella fabbrica, hanno subito aperto il fuoco senza accertarsi di chi c'è dentro> dice buttando giù tutto il bicchiere di scotch <Qualcuno li ha assicurati che io ero lì e che potevano farmi fuori facilmente.>
<Per fortuna non ci sono riusciti> dico abbozzando un sorriso nella speranza di rallegrarlo almeno un po'.
<Per fortuna> risponde cercando di ricambiare il sorriso, ma la preoccupazione gli si legge negli occhi < Vai a riempire la vasca, ho proprio voglia di un bagno caldo>
Dopo pochi minuti la vasca è piena e chiamo Elias, non appena lui entra in bagno io mi giro per uscire ma mi prende per il braccio e mi trattiene < Dove vai?> chiede con sguardo interrogatorio
<Ti aspetto a letto> rispondo   <Hai bisogno di altro?>
<Si> dice mentre mi scioglie la corda della vestaglia <Di te, vieni a farmi compagnia>
Annuisco ed entro insieme a lui nella vasca <I tuoi fratelli stanno bene?> gli chiedo dopo pochi secondi
<Si, loro non c'erano>
<Oggi ho parlato con Betti> gli confido <Mi ha detto che papà verrà per il funerale.>
<Lo so, mi ha chiamato per farmi le condoglianze e mi ha avvertito.> dice con tono un po' seccato, credo che Elias non abbia molto a cuore mio padre.
<Non hai voluto parlare molto della morte dei tuoi genitori, sono sicura che ti mancano e che sei addolorato, con me puoi sfogarti>  posso solo immaginare cosa voglia dire perdere i propri genitori ed il dolore straziante che si prova.
Elias fa un risata finta <Mio padre era una persona rigida e violenta, mi ha addestrato al peggio sin da quando ero bambino, non tollerava la debolezza e l'amore. Diceva sempre che sono stronzate  fatte per le donne, non per uomini come noi. Non hai idea dell'inferno che mi ha fatto passare. Penso che si sia meritato questa sorte.>
<E tua madre?> chiedo un po' sconvolta dalle sue parole
<Mia madre ha passato più tempo dentro spa e alberghi di lusso che con i suoi figli. Odiava mio padre, si sono sposati molto giovani e dopo aver avuto me, Philip e Marco ha capito che la vita da casalinga non fa al caso suo. Così spariva per mesi interi inventandosi ipotetiche malattie per godersi la vita.> cerco di decifrare il suo sguardo, ma purtroppo non ci riesco.
<Mi dispiace> sono le uniche parole che riesco a pronunciare
Lui mi accarezza la pancia e inizia a darmi lunghi baci sul collo e sulla spalla, poi scende sempre di più verso il basso con la mano e mi accarezza l'intimità. Cerca di farmi allargare un po' di più le gambe e piano piano sento che infila un dito dentro di me.
<Ti fa male?> chiede continuando a baciarmi il collo e a fare sù e giù con il suo dito dentro di me.
<No> all'inizio non è molto piacevole, ma adesso mi ci sto abituando.
Elias continua a darmi piacere con le sue dita fino a che non mi sente gemere con un po' troppa foga e capisce che sto per venire, a quel punto toglie la mano dalla mia fica ed io mi sento frustrata.
<Andiamo a letto Eleonora, ho davvero tanta voglia di sprofondare dentro di te.> mi sussurra all'orecchio.
<Perche hai smesso?> chiedo con un po' di imbarazzo.
<Perché questa notte voglio farti venire con il mio cazzo.>
Io non rispondo, mi alzo dalla vasca insieme a lui e dopo esserci asciugati ci dirigiamo verso il letto.

Eleonora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora