Capitolo 16

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Dopo essermi fatta una doccia, mi fiondo nel letto perchè sono veramente stanca e voglio che questa giornata finisca al più presto. Ma nella notte, qualcosa o meglio dire qualcuno disturba il mio sonno. Io mi sveglio di soprassalto per capire chi è.
<Tranquilla Eleonora , sono io> Elias avvolge le sue braccia intorno al mio corpo e mi bacia sulla spalla, io vorrei allontanarmi o dirgli di andarsene ma non ne ho nè le forze e nè la voglia, quindi mi riaddormento subito.
La mattina seguente mi sveglio nella stessa posizione in cui mi sono addormentata e con il braccio di mio marito che mi circonda la vita. Cerco di spostarlo per potermi alzare, ma non appena provo ad andarmene Elias si sveglia, e con un braccio mi tira per riavvicinarmi al suo corpo.
<Non andartene> mi sussurra piano.
Non smetterò mai di dire quanto mio marito manda nel caos più totale la mia mente con questi modi di fare. <Elias, sono stanca di litigare, ieri sera sei stato molto chiaro sul nostro rapporto> lui inizia a fissarmi <Non capisco cosa vuoi, prima mi dici che non te ne frega nulla di me e poi in piena notte piombi nel mio letto. Hai idea di quanto tutto ciò mi manda in confusione?> non so più cosa pensare.
Elias si tira su e appoggia la schiena alla testata del letto < Non ho detto che non me ne frega nulla di te > cerca di arrampicarsi sugli specchi.
<Non erano le parole precise, ma il succo della questione è questo.> dico senza guardarlo negli occhi, sennò scoppio a piangere per la millesima volta.
<Che ne dici di passare un po' di tempo insieme oggi? Possiamo andare a Baker Beach, da li c'è un'ottima vista sul Golden Gate e poi conosco un ottimo ristorante nelle vicinanze dove possiamo pranzare> credo che questa notte qualcuno ha fatto della magia nera su mio marito, sennò tutto ciò non me lo so spiegare <Eleonora, lo so che ho sbagliato, ma voglio rimediare. Ieri sera ero veramente arrabbiato perché hai corso un grosso pericolo e magari ho detto cose che non pensavo veramente. > le sue parole sembrano quasi delle scuse.
<E pensi che portarmi su una stupida spiaggia possa risolvere tutto?> non voglio dargliela ancora vinta, anzi mi alzo dal letto e cerco di allontanarmi da lui.
<Non risolverà tutto, ma è un inizio> anche lui si alza dal letto e viene verso di me <Eleonora, non sono una persona che chiede o supplica il perdono, quindi apprezza il tentativo.>
<Chi è quella ragazza?> se vuole un'altra possibilità da me, voglio sapere la verità.
<Non è nessuno! Ti prego mettiamoci una pietra sopra.> cerca di dissuadermi ma vede l'occhiata arrabbiata che gli lancio <E' solo una ballerina del night con cui scopo ogni tanto, ha delle belle tette  e ci sa fare con la lingua, questo è tutto.> dice sbuffando
<Da quanto tempo va avanti la vostra storia?> 
<La nostra storia?> fa una piccola risata <Non c'è nessuna storia, Evelyn ha iniziato a lavorare al night un paio di anni fa ed ogni tanto dopo lo show si fermava nel mio ufficio. >
<Non la vedrai più.> la mia voce è ferma < Non voglio essere solo la moglie trofeo da esibire alle cene con i parenti, e non sono la ruota di scorta. Quindi o me o lei Elias.>
<Non la vedrò più promesso.> poi mi abbraccia e mi da un bacio sulla fronte <Quindi Baker beach, ci stai?>
<Va bene> dico con un piccolo sorriso
Inizio a prepararmi subito dopo aver preso il caffè, metto una gonna ed un top della stessa fantasia sui toni del rosso, dei sandali senza tacco e mi faccio una treccia dato che fa veramente caldo per tenere i capelli slegati. Prendo una piccola borsa per poterci mettere dentro il necessario e vado verso il soggiorno dove Elias mi sta aspettando.
<Sei pronta?> dice non appena mi vede entrare soffermandosi con lo sguardo sulle mie gambe scoperte.
<Sono pronta>  mi prende la mano e mi guida verso l'ascensore. <Verranno anche loro con noi?> chiedo indicando Michael e Robert appoggiati sul cofano di una macchina.
<No, le guardie sono per te non per me. Ho solo chiesto di farmi portare questa macchina da un garage che ho a qualche isolato da qua.> Michael lancia le chiavi dell'auto a Elias e dopo averci salutato montano su un Range rover e se ne vanno.
Elias mi apre la portiera ed io entro in macchina. <Sei appassionato di auto?> chiedo non appena lasciamo il garage.
<Molto.> dice svoltando a destra su una strada meno trafficata < Questa è la mia preferita, è una mercedes G Class. Ti piace?>
<Non me ne intendo molto di macchine, ma sì non mi dispiace, grida meno MAFIA rispetto al Range rover.> lui inizia a ridere.
<Sei molto bella Eleonora.> dice con tono sincero guardandomi negli occhi per qualche secondo.
<Grazie> dico un po' in imbarazzo. <Ieri hai detto che la Triade ti ha attaccato, ma pensavo che fossi già riuscito a sistemarli.> so che non dovrei impicciarmi nei suoi affari ma vorrei davvero saperne di più.
<La triade ha diversi depositi di droga a San Francisco,all'inizio l'accordo era che potevano spacciarla solo nei loro locali o in alcune zone ben precise della città. Purtroppo qualche mese fa il loro Capo è morto, e chi lo ha sostituito non vuole fare accordi con noi, quindi cercano di appropriarsi di molti nostri territori o locali.> non pensavo mi dicesse tutte queste cose, di solito mio padre liquidava subito qualsiasi domanda di mia madre inerente ai suoi affari < Qualche giorno fa abbiamo preso dei loro uomini che provavano a spacciare nei nostri locali, quindi mi hanno attaccato per vendicarsi. Stiamo cercando di sistemarli, ma ci vorrà un po'. >
<Qualcuno mi ha parlato di tua sorella e di quello che le è successo, è vero?> so che forse sto diventando un po' invadente, ma è raro che Elias abbia voglia di fare conversazione quindi cerco di approfittarne.
<Non so cosa ti hanno raccontato> il suo sguardo si rattrista molto
<So che la famiglia Toniello l'ha uccisa>
<Mio padre ha iniziato a stare molto male diversi mesi fa e qualcuno doveva prendere il suo posto, Alan Toniello, il padre di Mathias,  era la sua mano destra e sperava di poter prendere il controllo su tutta la Famiglia, ma spetta sempre ai figli del Capo prendere il comando, così i Toniello hanno organizzato una trappola per me i miei fratelli, ma le cose non sono andate come previsto e l'unica che ci ha rimesso è stata mia sorella.>
<Quindi non è successo per colpa mia? Cioè perchè tu hai voluto sposare me?> mia cugina Lucia mi ha raccontato questo qualche mese fa.
<Aver sposato te è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso> dice con lo sguardo fermo sulla strada
<Te ne penti? Di avermi sposato intendo>
<Avrei potuto fare tante cose diversamente, ma Giusy non è morta per colpa tua Eleonora e neanche per colpa mia, quindi no, non me ne pento. Non avrei mai potuto lasciarti nelle mani di quel sadico di Mathias.>
Dopo queste parole decido che forse è meglio non indagare oltre, Elias sembra già abbastanza giù di morale e non voglio peggiorare la situazione.

Eleonora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora