Capitolo 15

22.5K 564 21
                                    

Ho aspettato circa tre o quattro fermate prima di scendere, per allontanarmi abbastanza ma non troppo, dato che non conosco minimamente questa città. Ormai Michael e Robert avranno capito che sono scappata e sicuramente hanno già informato Elias, infatti, non appena risalgo dalla metropolitana dove non c'era segnale, il mio telefono inizia ad esplodere di chiamate e messaggi da parte di mio marito. Io non rispondo a niente, anzi spengo del tutto il telefono per non rischiare di essere rintracciata.
Inizio a camminare a caso per le strade di San Francisco, forse dovrei prendere una stanza in un albergo e rimanere lì per questa notte, ma di solito al check-in chiedono un documento ed io rischierei di farmi trovare subito. Lo so che prima o poi dovrò tornare a casa e affrontare Elias, non ho nessun altro posto dove andare e nel nostro mondo il divorzio non esiste, però voglio che almeno un po' soffra anche lui, che sia disperato perchè non sa dove sono e non ha la situazione sotto controllo.
Dopo diverse ore che sto camminando decido di entrare in un piccolo ristorante e ordinare un tè freddo. Quando avrò finito di berlo chiamerò un taxi e tornerò a casa, ormai si sta facendo buio ed ho un po' paura a girovagare per strada tutta sola.
Arrivata a metà del mio bicchiere di tè vedo una Range rover nera fermarsi sul marciapiede proprio davanti al ristorante. A quanto pare non avrò bisogno del taxi. Elias scende subito dal posto di guida ed entra nel ristorante molto furioso.
<Grazie della chiamata Ricky!> volge lo sguardo al cameriere dietro il bancone.
<Non c'è di che capo!> dopo la risposta il cameriere scompare subito e anche molte persone dentro al ristorante se ne stanno andando.
<Piaciuta la sorpresa?> dico con tono molto divertito per farlo infuriare ancora di più.
<Andiamo a casa Eleonora!> non mi da neanche il tempo di rispondere, mi carica in spalla e mi porta in macchina.
<Sei una totale irresponsabile!> inizia ad urlarmi contro non appena sale in macchina e fa partire il motore <Hai idea di cosa ti poteva succedere?! A San Francisco ci sono migliaia di persone che mi odiano, se qualcuno di loro ti avesse riconosciuta non oso immaginare cosa avrebbero potuto farti!> 
<Non potrà di certo essere peggio del nostro matrimonio!>  rispondo alzando la voce < Sei tu quello irresponsabile, non io!> gira a destra ed entra nel parcheggio sotterraneo, di solito aspetto che venga lui ad aprirmi, ma adesso sono troppo arrabbiata, scendo, sbatto la portiera e mi dirigo verso l'ascensore.
<Dove hai preso quelle foto?> dice non appena le porte dell'ascensore si chiudono.
<E' l'unica cosa che sai dire?!> lo fulmino con lo sguardo < Non importa dove ho preso quelle foto! > entro subito in casa e mi imbatto in Michael e Roberto, entrambi sembrano un po' arrabbiati con me, ma prima che uno dei due riesca a proferire parola Elias gli ordina di andarsene.
<Non riesco a capirti Eleonora, non mi sembravi intenzionata ad avere chissà che rapporto con me, e non puoi pretendere che io stia ad aspettarti finchè decidi se riesci a sopportarmi o meno.> dice con tono molto calmo
<Finchè mi decido a sopportarti?! Ma ti senti quando parli? > sono allibita dalle sue parole <Cosa credi, che scopandoti donne a destra e a manca io sia felice e non vedo l'ora di stare con te? Come faccio a conoscerti o persino a fidarmi di te se tu non ci sei mai?! > continuo ad urlargli addosso tutto ciò che penso <Poi una notte torni a casa tutto insanguinato dicendo che fosse colpa di un ubriacone, e pochi minuti dopo una donna ti cerca preoccupata. Non riesci neanche a raccontarmi la verità e vuoi che io mi decida se riesco a tollerarti?!>
<Un paio di uomini armati della Triade mi hanno attaccato, qualcuno ha spifferato dove ero e hanno cercato di uccidermi> pensavo che la verità mi avrebbe dato più sollievo, ma non è stato così. So che a San Francisco la mafia cinese sta acquistando molto potere, ma pensavo che con l'accordo fatto con mio padre sarebbero riusciti a sistemarli una volta per tutte.
<E dove eri?> chiedo incrociando le braccia al petto < In qualche lurido parcheggio a scoparti quella troia di nascosto?!> lui non risponde ma dal suo sguardo riesco a capire che ho colpito a segno.
<Eleonora, tu cosa vuoi? Vuoi un matrimonio felice, un principe azzurro che ti porti mazzi di fiori tutti i giorni, dediche amorose e bigliettini pieni di cuori ogni mattina?!> inizia ad agitarsi e alzare la voce      < Perchè non avrai mai niente di tutto ciò! Io non sono quel genere d'uomo, io non mi innamoro e non provo sentimenti, quindi qualsiasi illusione tu ti sia fatta, rimarrà solo quello, un'illusione.>
<Allora lasciami andare> dico esausta con il viso pieno di lacrime, la verità sbattuta così in faccia fa veramente male.
<Scordatelo> poi si avvicina a me, mi abbraccia e mi prende il viso tra le mani per asciugarmi le lacrime <Sono troppo egoista per lasciarti andare> mi sussurra prima di stamparmi un bacio, ma io mi allontano subito.
<Che ne dici di andare a fare una doccia?> Elias mi guarda con un lieve senso di colpa <chiamo un ristorante e faccio portare la cena,il cinese va bene?>
Cerco di asciugarmi le lacrime e smettere di piangere. A questo punto è inutile, mio marito è stato molto chiaro circa le sue intenzioni.
< Non voglio niente, non ho fame!> mi giro e vado verso una delle stanze per gli ospiti, ormai non credo abbia più alcun senso condividere il letto.

Eleonora Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora