37. la notte di Natale

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Anastasia si rigirò la lettera tra le mani per la centesima volta. Aveva perso il conto delle volte in cui l'aveva letta, e non era riuscita ad impedire che una lacrima sporcasse quella pergamena costosa e pregiata che aveva deciso che avrebbe conservato per sempre.

Mentre Londra, attorno a lei, festeggiava il Natale, lei se ne stava seduta alla dannatissima fermata dell'autobus di Charing Cross Road, davanti al teatro e in mezzo a ristoranti ancora stracolmi di gente piena di voglia di festeggiare, e a pochi metri da lei, l'ingresso del Paiolo Magico. Lì, dove si era seduta accanto ad un Draco appena conosciuto e aveva studiato ogni dettaglio di quel viso angelico che le sembrava di conoscere da sempre e che, ancora non lo sapeva, ma le avrebbe cambiato la vita, forse per sempre, e forse, senza che lei avesse mai la possibilità di dirgli quanto banalmente gli fosse grata per questo.

Quella lettera le aveva dato delle risposte a delle domande che non sapeva di doversi porre, e delle nuove domande che non si sarebbe mai immaginata.

Prendendo un respiro profondo e preoccupandosi di non averla stropicciata o rovinata, la lesse di nuovo.

So che non mi vuoi ascoltare, ma a quanto pare sono così presuntuoso da pensare che mi vorrai leggere.
So che non ci sono scuse per quello che ho fatto, per come lo hai saputo, e per non avertene parlato prima.

Ma vedi, ci sono centinaia di cose che ho imparato in questi mesi che la vita mi ha regalato accanto a te. Centinaia, lo giuro, dalla più piccola alla più importante.

Una di queste è che niente è come sembra.

So quello che sembra tutto questo: sembra che quello stronzo egoista di Draco Malfoy ti abbia usata e scaricata nel peggiore dei modi, proprio quando tu gli avevi detto le più belle parole che si possano dire ad un altro essere umano.

Non posso negare.

Ma non pensare mai che io ti abbia usata, ti prego.

Non c'è niente di più sbagliato.

Ho passato metà della nostra relazione a respingere l'idea di te e l'altra metà a bramarla, ma ciò che non ho mai smesso di fare, dal primo istante, è imparare da te ad essere una persona migliore. A non giudicare un libro dalla copertina, ad aspettare che la ruota giri, ad apprezzare i colori dell'alba e i cappucci babbani, a vedere più in là del mio naso e ad ascoltare le ragioni di tutti.

Non avrei mai pensato di poter cambiare e di poter apprezzare la persona che vedevo nello specchio: tu lo hai reso possibile, e te ne sarò eternamente grato.

Ciò che ho imparato da te mi ha permesso di sedermi sul letto di Astoria, perché lei era troppo debole per alzarsi.

Mi ha permesso di ascoltarla, di raccogliere le sue scuse e le sue ragioni.

Mi ha permesso di mostrarle che niente è come sembra: mi aveva lasciato quando ha sentito che la sua malattia stava peggiorando, eppure io sono tornato perché sono così testardo che volevo dimostrarle che le sarei comunque rimasto accanto.

"Rimanere accanto" è un concetto che mi era totalmente estraneo prima che tu facessi irruzione nella mia vita.

Invece oggi guarda cosa sono riuscito a fare!

Mi hai reso un Draco migliore, e sinceramente, non credevo che un Draco migliore potesse esistere.

Nel caso non sia chiaro: ti amo anche io. Ti amo in un modo sciocco e infantile, ti amo per gratitudine, ti amo in un modo che non credevo fosse possibile, e ti amo perché ho la certezza matematica che non sono mai stato così felice come lo sono quando ti ho accanto o come quando ti sento suonare il piano, quando ti prendo per mano, quando ti guardo dormire, o quando mi volto per guardarti ma tu mi stavi già guardando.

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