27. tutto, dall'inizio

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Anastasia stava abbracciando il cuscino, sforzandosi con tutta sé stessa di non ricominciare a piangere. Più cercava di ripetersi che piangere fosse totalmente inutile, più il respiro le si spezzava per i singhiozzi.
Quel letto non le era mai sembrato tanto grande e vuoto. Nelle settimane precedenti, non aveva potuto fare a meno di chiedersi come sarebbe stato quando Draco avrebbe messo piede in quella stanza.
Non era un se, era una certezza.
Era quasi scontato per lei, fino a una manciata di ore prima, pensare che per lei e Draco ci sarebbe stato tutto il tempo del mondo, che avrebbero passato insieme tutti i momenti che rimanevano, e che sarebbe andato tutto bene.
E invece, adesso si trovava a fare i conti con il fatto che lui avesse scelto di passare ogni momento che gli restava accanto a qualcun altro, e che forse non aveva mai neanche preso in considerazione l'idea di scegliere lei – mentre lei aveva scelto lui in ogni momento, e avrebbe continuato a farlo, se gliene fosse stata data la possibilità.
Si girò di nuovo sull'altro lato, quando qualcuno aprì la porta. Sirius, con un pigiama da classico uomo inglese sotto la vestaglia di Regulus, la guardava nella penombra. «Non dormi, eh, mostriciattolo?» sussurrò, avvicinandosi.
Lei sospirò e scosse la testa, senza guardarlo. Lui allora, con passo felpato, entrò in camera e si avvicinò al letto con sicurezza. Prima che la raggiungesse, udirono un POP più che riconoscibile nella stanza accanto, e Robert uscì dalla stanza di Harry con aria assonnata almeno quanto il padre. senza dire niente, entrò nella stanza della sorella e percorse gli stessi passi del padre, per arrivare a stendersi accanto ad Anastasia e allargare le braccia. «Come quando eri piccola» le disse. «e tutto si poteva risolvere così» le passò un braccio attorno alle spalle e poi fece segno a suo padre di raggiungerli. «Beh, che aspetti?»
Anya sistemò il cuscino che stava abbracciando accanto a lei, così che Sirius avesse dove poggiare la testa. Lui sorrise ai ragazzi, e accolse l'invito levandosi la vestaglia, mentre Robert alzava la coperta in modo che il padre potesse entrarvi. E Anastasia, tra di loro, si addormentò quasi subito.

Anastasia scese le scale strizzandosi gli occhi. Erano poco meno che le nove del mattino, Robert dormiva ancora nel suo letto, Sirius e Martha erano probabilmente appena usciti, quindi ... chi c'era in cucina? Si avvicinò con preoccupazione e trovò Harry, con addosso il grembiule con la scritta "kiss the chef" che Martha aveva regalato a Sirius troppi Natali prima. Posato al bancone, leggeva il Profeta fresco di gufo mentre dei pancake si preparavano da soli accanto a lui.
«Oh, buongiorno!» esclamò, vedendola. «Sono venuto per assicurarmi che mangiassi, che stessi meglio, che ... beh, sono venuto anche per scusarmi, in effetti, ieri avrei voluto reagire meglio, ecco, ecco tutto»
Anya accennò un sorriso. «Ti scusi con dei pancakes?»
Harry annuì con convinzione, ripiegando il giornale per controllare la cottura della sua opera. «Una buona percentuale del clan Weasley non ha fatto altro che spiegarmi l'incantesimo per la ricetta, ieri sera, quindi spero davvero che non sappiano di cacca di troll» guardò la sorella senza nascondere preoccupazione. «Come stai?»
Anastasia si lasciò cadere su una delle sedie e posò la testa sul palmo della mano. «Vorrei poterti rispondere» sospirò. «Appena sveglia, per un attimo ... ho creduto che fosse un incubo. Ho creduto che fosse stato tutto un incubo, in realtà, ho creduto che quello a russare accanto a me fosse Draco e non Robert e che voi continuaste a non saperne niente che ... che andasse tutto bene, ecco. L'ho sperato, anche» sussurrò. «Poi la realtà arriva come un ... come un pugno, o uno schiaffo, o un Bolide, o tutte e tre le cose»
«Come quando cadi dalla scopa» le suggerì Harry.
Anastasia inclinò la testa di lato. «Sono caduta dalla scopa, al mio primo allenamento, e mi sono rotta il naso»
Harry strabuzzò gli occhi. «Che cosa?!»
Lei annuì senza espressione. «Non lo sa nessuno, a parte Madama Chips e ... Draco. Ah, per la cronaca, ti ricordi al tuo compleanno, quando Robert ha detto di aver visto Draco con il naso rotto?»
«Era caduto dalla scopa?»
«No, gli ho ... gli ho tirato un pugno»
Lui strizzò gli occhi e scosse la testa. «Anche questo non lo sa nessuno?»
«No, questo lo sa un po' di gente, ma dirlo a te o agli altri ... è tutt'altra storia»
«Per questo sapevi che si fosse preso un pugno solo, quindi» concluse Harry.
«Esatto» ammise lei sottovoce. «Mi dispiace per avervelo tenuto nascosto»
Harry la guardò per qualche secondo. Così cresciuta, così donna, così tormentata, da innamorarsi e non riuscirlo a dire ai suoi fratelli. «Dispiace anche a me» ammise quindi lui. «Alla fine, per quanto lui sia ... una persona che non mi piace, ecco, o che non ha mai avuto la possibilità di piacermi davvero, insomma, è a te che deve piacere, e quello che vi è successo è ... una cosa bella, alla fine. Sì, decisamente. Non possiamo scegliere di chi innamorarci, Anastasia, credo che tu lo sappia meglio di me, a questo punto»
Anastasia annuì pensierosa. «Devo dirlo anche a Kayla» sussurrò, fissando il vuoto. «Vero?»
«Credo di sì» le disse lui. «Però non sei sola, lo sai, vero? Voglio dire, noi ... siamo con te. Anche fisicamente, se serve»
«Harry?»
«Sì?»
«Hai bruciato i pancakes, ti sei deconcentrato»

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