21. qualcosa

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«Perché chiedi a me?»
Anastasia alzò gli occhi al cielo e si sforzò per non inciampare sulle scale di pietra che portavano verso il Lago Nero, stretta in un giubbotto di pelle e con gli occhiali da sole incastrati tra i capelli, nonostante il cielo promettesse di tutto meno che sole.
«Perché sei la mia madrina» spiegò, masticando una gomma. «Voglio dire, sei stata scelta apposta, o sbaglio?»
Minerva scosse la testa. «Sono stata scelta per insegnarti ad essere coscienziosa»
«Quindi è no?»
«Non posso darti questo tipo di consiglio, Anastasia» sospirò la Preside. «Questa è una cosa tua, insomma ... è la tua relazione ed è la tua famiglia. Posso dirti che a tuo padre prenderebbe un coccolone, ecco, e che i tuoi fratelli non gradirebbero di certo, e tua sorella, oh, Godric solo sa come potrebbe reagire tua sorella!»
«Quindi è no» ripeté lei.
«Anastasia, raccontare alla tua famiglia della tua relazione è una follia, certo, ma anche imbarcarti in questa cosa lo è stato» spiegò di nuovo lei, facendo segno alla ragazza di procedere verso la solita sponda del Lago dove si rifugiavano a parlare. «È una tua decisione, bambina mia» sospirò allora. «Non posso dirti né sì né no, questa volta. Prima di tutto perché non voglio assumermi la responsabilità di un attacco di cuore di tuo padre, e poi perché ... non sopporterei di darti il consiglio sbagliato. Una cosa te la posso dire, però: se scegli di raccontare tutto, la tua relazione cambierà. Non solo perché sarai un passo avanti a lui sotto moltissimi punti di vista, ma perché ... oh, lo sai come finirebbe. I tuoi fratelli finirebbero per coinvolgerlo nei pranzi della domenica con la radicata convinzione di fare la cosa giusta e Narcissa inizierebbe a fare abuso di Pozioni di Pazienza sapendo cosa sta facendo della sua vita il suo unico figlio»
Notò il mutare di espressione della figlioccia al nome di Narcissa.
«Di tutto questo scenario, è Narcissa a turbarti?»
Anastasia raccolse un sasso da sotto i suoi piedi e lo lanciò verso la superficie del Lago – inequivocabile segno che stava pensando a qualcosa che le procurava dei bei grattacapi.
«Narcissa ci spia dalle finestre, ogni tanto» spiegò. «Spesso, credo, ma non lo dico mai. Vive nell'ultimo piano della villa, e lui ... non parla mai di lei, se non per lamentarsene, ma raramente. E non parla mai neanche di suo padre, ma Minnie, ci sono così tante cose che vorrei chiedergli! Però neanche io parlo mai di papà o mamma, perché ... perché cazzo, papà e Narcissa sono cugini, lei è la sorella di nonna Dromeda, e mamma ha ucciso Bellatrix, nella Battaglia di Hogwarts!» lanciò un altro sasso. «E lo so che Bellatrix ha ucciso Rosalie, e anche Robert Redfort, e un sacco di altra gente, ma io non credo nella cosa dell'occhio per occhio»
«Meno male!» sorrise Minerva. «Vedi, la storia è scritta dai vincitori, e nessuno parla mai di persone come i Malfoy, che avevano messo in gioco tutto e si sono trovati con un pugno di mosche. Non dico che chi ha combattuto dall'altra parte non abbia perso niente, lo sai che non è così, e non sto neanche dicendo che loro siano meritevoli di compassione: hanno comunque deliberatamente scelto di combattere dalla parte di chi uccideva maghi e streghe per la sola colpa di essere nati in una famiglia piuttosto che in un'altra» la guardò per qualche secondo. «Non ti devi vergognare di parlare dei tuoi genitori o dei tuoi fratelli con Draco per via dei loro trascorsi: sono cose che non ti riguardano, non direttamente, quantomeno, e quindi non ne hai alcuna colpa o responsabilità» guardò la ragazza lanciare un sasso verso la superficie con decisione. «Dovresti smetterla, bambina mia, di prenderti colpe che non sono tue»
Anastasia guardò la sua madrina con gli occhi così pieni di pensieri che a Minerva parve di poterli leggere, di vederli scorrere nelle iridi chiare.
«Tra di loro si odiano, è vero, ma tu ami tutti loro e loro amano te. Mi sembra più di un ottimo motivo per seppellire l'ascia di guerra, o quantomeno provarci»
Anastasia stava per rispondere, quando una figura decisamente troppo alta apparve alle spalle della Preside.
«Anastasia!» girdò Rubeus Hagrid. «Anastasia, ce lo devi dire al vecchio Hagrid quando vieni al castello!»
Anya scoppiò a ridere. «Prepara il tè!» gli disse, dubbiosa se la sentisse, visto l'avanzare dell'età.
«Vedi? Le persone che ti amano sono tantissime» sorrise Minerva. «Prova a dirlo a lui, vediamo come reagisce» sorrise poi. «E vai a salutare anche Neville, già che ci sei. Era preoccupato che fossi arrabbiata con lui per la faccenda di Edward»
Anastasia alzò le sopracciglia. «Gli ho già detto che ...»
«Lo so, lo so, ma sai com'è fatto» sospirò lei. Si avvicinò ad Anastasia e le mise una mano sulla spalla. «So che farai la cosa giusta, come sempre» sussurrò. Poi, con dolcezza innata, le posò un bacio sulla fronte.

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