11. certe tempeste

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«Con quella sua dannatissima faccia tosta!» sbraitò Anastasia. «Come può una persona mentalmente sana pensare di rincorrermi e chiedere se vada tutto bene? Certo che non va tutto bene! Come può pensare che vada tutto bene?! Insomma: sparisce per quasi un anno e poi davanti a Neville dice che non esiste mago o strega che non conosca il valore di Anastasia Black! Troll che non è altro! Come si permette?!» picchiò un piede per terra e prese a camminare avanti e indietro. «E poi: che cosa vuol dire che mi voleva avvertire per fare quattro chiacchiere? Chi cazzo le vuole fare quattro chiacchiere con uno come Edward Scott?!» Strinse i pugni ed emise un verso d'ira. «Tre anni della mia vita passati accanto ad un ragazzo con il cervello di un Asticello!»
«Tre anni?»
«Tre fottuti anni!»
«Anastasia, perché non ti siedi?»
«Perché sono arrabbiata!» ringhiò lei.
«Questo lo vedo» sorrise Draco, seduto composto sul divano di pelle. «Tre anni sono tanti per una relazione, soprattutto alla tua età»
«Tre anni sono troppi per una relazione con un troll!» strillò quindi lei.
«Siediti» la invitò di nuovo lui, con tono più fermo e deciso. «Kora?» chiamò. Immediatamente, l'elfa apparve accanto al padrone.
«Padron Draco ha chiamato Kora?» domandò, guardandolo con i suoi occhi grandi e scuri.
«Kora, per favore, prepara una tisana e un bagno caldo per la nostra ospite» le chiese Draco.
«Kora esegue subito, padron Draco!» così come era apparsa, Kora scomparve, fin troppo entusiasta.
«Non c'è bisogno» ringhiò Anastasia, sforzandosi di sembrare più calma.
«C'è bisogno eccome» la contraddisse Draco. «Non puoi avere l'aspetto di una che sta per esplodere in casa mia, Black» aggiunse, con il suo solito tono freddo. «Ci sono già troppe brutte storie che girano su questo posto» aggiunse, con un ghigno.
Anastasia si concesse di voltarsi a guardarlo. Seduto composto, con le gambe accavallate e una camicia stirata a regola d'arte, pettinato e con il suo solito sguardo freddo, ma pieno di pensieri.
«Scusami, Draco» disse, in un sussurro, rendendosi conto solo in quel momento della situazione.
«Non hai nulla di cui scusarti» le rispose lui subito, calmo, come se fosse tutto assolutamente normale. «Non tu, quantomeno, e soprattutto non con me»
«Non ... non sarei dovuta piombare qui senza avviare, mi dispiace»
Draco fece una cosa che lasciò stupito lei quanto lui. Si alzò, e si avvicinò a lei. Le afferrò il mento con due dita, per costringerla a guardarlo negli occhi. «Ora dirò una cosa, e la dirò una volta soltanto, quindi esigo la tua completa attenzione»
Aspettò un cenno da parte sua, che non tardò ad arrivare.
«Puoi piombare qui senza avvisare tutte le volte che vuoi» disse, con semplicità. «È raro, che io non ci sia. E comunque, puoi sempre prenderti un tè con mia mamma»
Anastasia inclinò la testa e accennò un sorriso, e lui, dopo averla fatta sorridere in un momento del genere, si sentì l'uomo più felice del mondo. Lei sembrò tirare un sospiro di sollievo. «Mi dispiace» ripeté.
«Smettila» la richiamò lui con fare severo.
«Non ... non volevo andare da qualcuno che mi avrebbe detto "te l'avevo detto, Anastasia!"»
Draco, ancora in piedi davanti a lei, accennò un sorriso. «Non ti direi mai che te l'avevo detto» le promise, con tono inaspettatamente sincero. «Anche perché, per dirla tutta, ho capito la metà delle cose che hai detto»
«Mi dispiace» sospirò, mettendosi una mano sulla fronte per guardarsi attorno.
«Smettila» le disse di nuovo lui. «Giuro su Salazar, se dici un'altra volta che ti dispiace, ti mando davvero a prendere il tè con Narcissa!»
Alzò gli occhi per trovare Draco che la guardava con dolcezza. Si regalò qualche secondo per studiare quello sguardo nuovo, e scoprire che le piaceva particolarmente. Si sentiva come incatenata: sentiva che non avrebbe potuto distogliere lo sguardo, se prima non lo avesse fatto lui. Lui, d'altro canto, aveva la stessa identica sensazione – ed il desiderio di rimanere a guardarla per ore, fino a che lei non si fosse stancata. Perché era sicuro che si sarebbe stancata lei, per prima.
A spezzare l'incantesimo fu Kora, che apparve con in mano una tazza piena di tisana bollente. «Kora ha preparato la tisana e il bagno caldo, padron Draco» annunciò.
«Grazie, Kora» risposero i due, all'unisono.

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