Capitolo 6

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Non è vero che abbiamo poco tempo:la verità è che ne sprechiamo molto.
   
            Lucio Anneo Seneca

Erano passati 6 giorni. I sei giorni più brutti della mia vita. Per sei giorni io e Jorge non ci eravamo visti perché lui doveva lavorare e io iniziare a studiare per oggi. Bhe oggi è il primo giorno di scuola dopo tanto tempo.
Sono all'ultimo anno e l'anno prossimo si va al college. A novembre devo iniziare a mandare lettere da per tutto,vorrei andare all'università della California o all'università di Stanford. Ho sempre sognato di andare a Stanford.
Mi ero già svegliata aspettando però la sveglia prima di alzarmi.
Drinnn drinn
Eccola la mia adorata sveglia. È la prima volta che la chiamo adorata sveglia. Sto impazzendo? Forse!
Mi alzai e mi lavai i denti,una sciacquata di faccia e infine optai per un jeans bianco leggermente strappato ed una camicia rosa e delle Adidas,adoro le Adidas!
Mi misi lo zaino in spalla e come sempre volai per le scale fino al piano di sotto.
Io: buongiorno mamma
Dissi tutta sorridente. Ero emozionata di tornare a scuola e in più ero felice pk avevo un ragazzo,un ragazzo favoloso.
Da quella sera io e i miei genitori non abbiamo più parlato di Jorge neanche per sbaglio.Si comportamento come se si sono dimenticati tutto.
Comunque se lo volete sapere io e Jorge non abbiamo fatto niente quella sera,se ne è andato da casa e non ci siamo più visti ma solo sentiti per telefono.
Mamma: buongiorno cara
Disse sorridendo. Papà aveva la bocca piena di cibo.
Papà:buon-giorno am-ore
Disse mentre masticava l'ultimo boccone di cibo.
Jimmy:ei sister
Da quando un bambino di sei anni dice sister? Io non lo so.
Io: buongiorno J,io vado,ciaoooo
Dissi gridando mentre uscivo,non aspettai una loro risposta che chiusi la porta alle mie spalle.
Mi incamminai verso scuola. Camminai sul marciapiede fino al cancello, lì incontrai Giorgia,la mia bff.
Io:ei bella bionda!
Dissi avvicinandomi a lei sorridendo.
Giorgia:come fai ad essere così felice il primo giorno di inferno?
Io:non lo so
Feci una risata e lei mi seguì.
Le lezioni passarono in fretta,parlammo maggiormente di cosa era accaduto durante le vacanze.
Il pomeriggio andai in presidenza a vedere i corsi pomeridiani insieme alla mia amica.
C'era il club di lettura
Le cheerleaders
Il club di football
Il club di pittura
Il gruppo di recitazione
Decisi di iscrivermi a quello di lettura e di recitazione. Mi piace leggere e anche recitare. Preferisco questo che lo sport.
La mia amica si iscrisse a quello di pittura. Adorava pitturare.
Tornai a casa a piedi,camminando lentamente,volevo godermi l'aria fresca dei primi di settembre.
Arrivai a casa,mia madre era a lavoro e anche mio padre quindi andai in camera,mi misi un pantaloncino blu e una maglietta a mezze maniche bianca un po' grande.
Mi stesi sul letto ed inizia ad ascoltare musica finché non mi addormentai.
Mi sveglia sentendo il rumore della porta chiudersi e mia madre gridare qualcosa penso un ciao. Scesi giù velocemente,come è mio solito fare.
Io:ei mamma
Mamma:ciao tesoro.
Io:mamma Jimmy?
Mamma: è da un amico,dormirà lì.
Io:ok
Andai in cucina e presi una padella aprì il frigo e trovai del pollo.
Io:cucino io stasera!
Dissi gridando per farmi sentire da mamma.
Mamma:ok amore.
Sentì dei passi leggeri salire le scale a infine una porta chiudersi.
Cucinai il pollo e lo misi a tavola,tre posti per tre persone.
Vicino sciacquai della lattuga e delle carote.
Mia mamma scese e si sedette a tavola insieme a me a papà,arrivato da poco.
Magiai e andai in camera,stendendomi sul letto composi il numero di Jorge e lo chiamai. Mi mancava così tanto!
Jorge:ciao amore!
Disse come se stesse sorridendo,era felice di sentirmi,che bello!
Io:buona sera Jorgito
Dissi ridendo
Jorge:non chiamarmi più in quel modo
Disse infastidito.
Io:perché che mi fai se continuo?
Dissi stuzzicandolo.
Jorge:oh vedrai,sto arrivando!
Io:sono già a letto
Dissi quasi volendo una risposta tipo "meglio"
Jorge:allora metà del lavoro è già fatto
Disse stuzzicandomi,lo amavo per questo. Chiusi la chiamata,accesi la lampada ed inizia a leggere aspettando il mio Jorge.

Jorge's pov
Ero steso sul letto quando vidi che la mia principessa mi stava chiamato.
Io:ciao amore!
Dissi sorridendo,ero felice anche solo sentendo la sua voce. Mi mancava tanto. Mi mancava tutto di lei.
Elisabeth:buona sera Jorgito
Disse stuzzicandolo,stava cercando di farmi impazzire scommetto. Volevo avere una mia risposta da stronzo ma decisi di andarci piano.
Io:non chiamarmi più in quel modo.
Dissi ovvio
Elisabeth: perché che mi fai se continuo?
Eccola,voleva me,in tutti i sensi.
Stavo già pensando a cosa poterle fare. Decisi che la miglior cosa era andare da lei e poi chissà anche se con i suoi non potevamo fare molto se non baciarci e coccolarci un po'. Sinceramente era la prima volta che avevo una relazione seria con una ragazza,sono sempre stato il tipo da sfrutta e molla.
Io:oh vedrai,sto arrivando
Dissi maliziosamente.
Elisabeth:sono già a letto
Disse anche lei maliziosamente.
Io:allora metà del lavoro è già fatto
Feci un ghigno e lei chiuse la chiamata.
Mi misi una maglietta a mezz maniche rossa ed andai in macchina.
Questo pomeriggio ero andata a casa di mia mamma gli ho portato una parte del mio stipendio. Sono da solo riesco a vivere solo facendo il cameriere. Parlando di lavoro domani devo andare al bar,lo dirò ad Elisabeth così la sera non mi chiamerà.
Arrivai fuori casa di Elisabeth,mi arrampicai e bussai alla finestra.
Lei mi aprì ed entrai,avevo voglia di saltarle addosso ma mi ricordai che c'erano i genitori in casa,così mi limitai ad abbracciarla e a sussurrarle nelle orecchie.
Io:mi sei mancata
Dissi sincero
Elisabeth:anche tu Jorgito
Io:mi hai chiamato un'altra volta in quel modo?
Dissi malizioso.
Elisabeth:mi sa di sì
Io:bhe te la devo far pagare adesso.
Elisabeth:e come?
Mi stava sfidando,bhe stava sfidando il ragazzo sbagliato.
Io: andiamo a casa mia?
Elisabeth:e se...
La fermai prima che potesse finire la frase,sapevo già cosa voleva dire.
Le misi un dito sulle labbra e le feci segno di scendere giù attraverso la finestra. Lei fece cenno col capo,si mise le scarpe.
Io:scendo prima io,ok?
Elisabeth:okay,ma io non sono mai scesa da qui
Disse impaurita,piccolina aveva paura.
Io:ti aiuterò io
Dissi rassicurandola.
Uscì dalla finestra e le tesi la mano mentre lentamente scendevo. Una volta arrivata a terra le feci segno di saltare tra le mie braccia e lei così fece.
La strinsi forte e le baciai castamente le labbra.
Era così perfetta sotto la luce lunare.
La portai a casa,nel tragitto nessuno parlò,eravamo entrambi un po' agitati,avevano voglia di farlo,lo sentivo. Lei voleva me e io volevo lei.

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