Capitolo 23: sto peggio di prima

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Elisabeth's pov

Mi svegliai grazie alla sveglia. Non volevo alzarmi dal letto,non volevo andare a scuola. Volevo solo stare nel letto a pensare. Passarono minuti interminabili prima che mia madre bussò alla porta.
Mamma: Elisabeth sveglia
Disse gridando per farmi alzare
Io:si
Dissi controvoglia. Mi alzai lentamente dal comodissimo letto e andai in bagno. Mi lavai,mi feci una coda bassa e mi misi del lucidalabbra. Uscì dal bagno e mi andai a vestire. Mi misi una maglia azzurra a maniche lunghe con scritto in bianco "non parlatemi",un jeans bianco e delle puma bianche. Presi lo zaino e scesi le scale camminando a passo lento e pesante. Arrivata in cucina vidi mia madre con un completo nero e mio fratello pronto per la scuola.
Io:io vado
Dissi facendo un sorriso fintissimo ma per fortuna mia madre non se ne accorse. Inziai a camminare verso scuola con passo lento. Non avrei mai voluto arrivarci ma ci arrivai prima del solito. Quando non vuoi una cosa la fai prima,uffa,la prossima volta penso che voglio arrivare presto così forse arrivo tardi. Varcai il cancello dell'inferno e andai da Giorgia. Vicino a lei c'era Gaia.
Gaia: buongiorno Elisa
Io feci un cenno con la testa e mi appoggiai al muro come sfinita.
Giorgia:che hai?
Mi chiese preoccupata. Le feci segno di leggere la scritta sulla maglietta e loro sbuffarono per poi ricominciare a parlare di qualcosa,ma sinceramente non so di cosa perché ero troppo impegnata a pensare. La campanella suonò ed entrammo in classe, stamattina avevo lo stesso corso di Will alla prima ora. Almeno lui mi avrebbe tirato un po' su,speriamo. Mi andai a sedere all'ultimo banco vicino alla finestra,di solito mi sedevo sempre in mezzo ma oggi no,non volevo farmi vedere in queste condizioni pietose. Qualche minuto dopo Entrò Will e si sedette accanto a me
Will: buongiorno piccola
Piccola? Bhe però l'ha detto con un tono scherzoso. Si sarà un piccola da amici,ma certo.
Io: buongiorno
Dissi facendo un flebile sorriso.
Will:oh,la maglia,scusa
Si girò a guardare il professore entrare. Io mi avvicinai a lui.
Io:non farci caso alla maglia
Lui si girò. Eravamo a qualche millimetro di distanza. Si stava lentamente avvicinando ma prima che toccasse le mie labbra indietreggiai. Amavo ancora Jorge, comunque stavamo ancora insieme,avevamo solo preso una pausa,una piccolissima pausa. Durante la lezione non mi girai più verso Will anche se sentivo i suoi occhi addosso. Ogni tanto con la coda degli occhi vedevo che mi stava fissando ma non gli davo conto più di tanto.
Finite le due ore uscii molto velocemente dalla porta per dirigermi all'armadietto e posare i libri. Presi i libri della lezione seguente e mi incamminai verso la classe. Quest'ora sarei stata con Giorgia e nella stessa classe c'era anche Ron. Quello della macchina,ma non mi piaceva neanche un po'. Non perché era brutto ma perché non era il mio tipo. Entrai in classe e mi sedetti in ultima fila occupando anche il posto accanto a me per non farci sedere nessuno. Quando vidi Giorgia liberai il posto e lei si sedette accanto a me. Durante la lezione le dissi tutto,per filo e per segno e lei mi rispose che era un stronzo orgoglioso ma che era sicura che sarebbe ritornato piangendo. Bhe se davvero lo fa io sono pronta a perdonarlo.

Jorge's pov
Mi svegliai prima del solito,mi misi un jeans stretto una maglia a mezze maniche ed il mio adorato giubbotto di pelle. Avevo bisogno di liberare la testa. Andai in una caffetteria vicino casa ed ordinai un caffè,ogni tanto ci andavo e la proprietaria era un'anziana molto simpatica e gentile.
Lilly (proprietaria): ecco il caffè
Mi disse sorridendo come sempre. Avevo quel sorriso stampato sulle labbra 24 h su 24. Io la ringraziai e presi il caffè bevendone un sorso. Lei si sedette difronte a me.
Lilly:cos'hai Jorge?
Mi conosceva bene. Bhe forse dovevo dirglielo,con qualcuno mi dovevo confidare e poi lei era una donna saggia di sicuro mi avrebbe dato qualche consiglio. Le raccontai tutto e lei iniziò a scuotere la testa in segno di disapprovazione.
Lilly:Jorge lo sai vero che stai sbagliando tutto? Potresti perderla
Disse con un tono gentile e compassionevole,quasi come fosse mia madre. Io mi passai le mani tra i capelli,aveva ragione.
Io:lo so ma è solo una pausa,il tempo che mia madre stia meglio e poi si ritorna come prima
La guardai facendo cadere le mani sul tavolo. Lei mi prese una mano e la strinse nella sua.
Lilly:Jorge pensaci bene,ti dirò una cosa,quando ero giovane io mi ero innamorata perdutamente di un ragazzo ma lui era troppo preso da un'altra,quando finalmente si accorse di me ci fidanzammo ma lui dovette andare a fare il soldato,ci promettemmo che una volta che lui sarebbe tornato ci saremmo rivisti ma aimé io dovetti trasferirmi e di lui non ho più avuto notizie. Questo è per dirti che se te ne vai sperando che sia per poco,quella pausa può diventare eterna.
Perché ha sempre ragione?
Annuì consapevole del mio errore,le diedi una bacio sulla guancia ringraziandola e andai da mia madre.
Io:ciao mamma
Dissi abbracciandola. I suoi occhi erano rossi e gonfi segno che aveva pianto. Dalle scale scese mia sorella che senza rivolgere parola a nessuno uscì di casa. Cercai di fermarla ma mia madre mi fermó.
Mamma:lasciala andare Jorge
Aveva un tono così dolce e gentile ma la sua voce era così bassa che ogni tanto si spezzava. Annuì e inizia a cucinare. Una volta finito salutai mia madre ed andai a lavorare. Presi la macchina ed andai da Anthony,era già la quinta volta che lo facevo in questi giorni e per il momento non era successo ancora niente. Arrivato da lui presi il piccolo carico e lo portai in una stradina buia e vuota. In lontananza vidi un uomo mi avvicinai e gli diedi il sacchetto ma prima di poter andarmene sentì delle sirene ed inseguito delle portiere di auto aprirsi e chiudersi. L'uomo iniziò a scappare ma venne preso. Da dietro l'angolo sbucò un'agente.
Io:le sta bene la divisa signore
Dissi con un sorrisetto che avrebbe dato fastidio a chiunque sulle labbra.
Lui non fece caso alle mie parole e continuò ad avvicinarsi. Alzai le mani al cielo senza neanche farmelo dire e poi mi girai aspettando che mi mettesse le manette. Una volta messe mi portò in auto e poi verso la centrale della polizia. Non era la prima volta che venivo preso ma ne uscivo sempre illeso. Durante il tragitto nessuno parlava. Ho sempre odiato le macchine della polizia,sono sempre silenziose e c'è una puzza di disinfettante incredibile. Le manette fanno un po' male,sono troppo strette,non sono mai bravi a capire la misura. Dovrebbero prendere prima un attestato di sarto e poi potrebbero fare i poliziotti. Arrivati alla centrale scesi e percorsi il lungo corridoio pieno di celle piene di gente stramba, lì in mezzo ero l'unico normale. Arrivato alla mia cella entrai e dopo aver tolto le manette mi stesi sulla panchina aspettando la mattina dopo.

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