Capitolo 30:ripensamenti

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Elisabeth's pov
Torno a casa con due piccole valigie e tanta voglia di rivedere la mia famiglia. Sono qui in questa camera che sistemo tutte le mie cose. Le felpe,i jeans,i maglioni,i trucchi,le spazzole,ho sempre amato l'ordine ma non sono mai stata una tipa ordinata. Uscì dalla mia camera dirigendomi verso l'uscita con dietro Tara e Will. Ormai stanno insieme definitivamente. Oggi è il 7 dicembre e sono iniziate le vacanze di Natale. Ho deciso di partire oggi visto che comunque non avrei avuto lezioni per il resto della settimana. Una volta arrivata al cancello della maestosa struttura mi girai verso i due piccioncini.
Io: arrivederci piccioncini
Dissi sorridendo e abbracciandoli.
Will:ciao bella
Disse guardandomi,Tara gli diede un pugnetto sul braccio per poi girarsi verso di me e riabbracciarmi.
Tara:mi mancherai un sacco
Disse rattristandosi
Io:anche tu
Dissi sorridendogli per poi girarmi nella direzione opposta e salire sul taxi. Li salutai con la mano attraverso il finestrino e il taxi partì per direzione casa. Durante il tragitto mi arrivò un messaggio di Giorgia che diceva che mi doveva dire una cosa importante che le aveva detto Olivia. Dopo un'oretta e mezza ero finalmente arrivata a Manatthan. Ecco la mia casa,vidi la porta bianca,la casa di un colore giallo spento,il prato verde ed il sole coperto dalle nuvole. Una volta arrivata scesi e mi incamminai a passi lenti verso la porta. Bussai e dopo poco arrivò mia madre che appena mi vide mi stritolò. Dietro di lei c'era papà,che fece lo stesso e poi il mio fratellino,lo stritolai fortissimo. Mi erano mancati così tanto.
Papà:piccola mia
Disse guardandomi con occhi lucidi.
Io:dai papà non piangere
Dissi avvicinandomi a lui e abbracciandolo.
Mamma:vai pure in camera tua io sto preparando la cena
Annuì ed andai in camera come mi aveva ordinato lei. Decisi di non sistemare i vestiti nell'armadio,tanto sarei dovuta ripartire. Mi andai a fare un bel bagno caldo. Una volta uscita dalla vasca mi misi un pigiama rosa con disegnato sopra un unicorno. Lo so,un pigiama osceno,ma l'aveva comprato mia madre. Scesi giù e vidi la tavola piena di cibo.
Mi sedetti accanto a papà e presi un pezzo di pollo. Iniziammo a mangiare,mi chiesero di com'era stato il viaggio,di come andava l'università,dei miei amici e dei miei voti. Dopo cena chiamai Giorgia.
Io:Giorgia,mi dici la cosa importante?
Giorgia:si ora vengo da te.
Dopo 10 minuti sentì bussare al campanello.
Io:vado io!
Gridai per avvertire tutti. Mi alzai dal comodo divano ed andai alla porta.
Giorgia: Elisabeth
Disse riempiendomi di baci e abbracciandomi più forte di come feci io. Rimanemmo abbracciate per un po' e quando ci staccammo la feci entrare. Salimmo in camera per avere un po' di privacy. I ragazzi devono avere la loro privacy,i genitori sono sempre troppo invadenti.
Io:spara
Dissi guardandola sorridente.
Giorgia:Olivia mi ha detto che gli ha detto Brandon che Jorge è venuto da te, perché non me lai detto?
Disse piagnucolando l'ultima parte.
Io:ma Jorge non è mai venuto da me
Dissi assottigliando gli occhi.
Giorgia:ma...
Aspettate un attimo. Allora quel ragazzo,era Jorge,avevo visto bene,e perché non era venuto da me? Oh giusto,stavo baciando Will. Cazzo Will. Mi alzai di scatto.
Giorgia:dove vai?
Chiese guardandomi con aria curiosa.
Io:io...ho bisogno di stare da sola.
Presi un cappotto e scesi giù.
Mamma:dove vai amore?
Io:a fare un giro da sola
Non le lasciai il tempo di rispondere che ero già fuori casa. Entrai in auto e partì verso la mia collina. Sfrecciavo per le vie di New York come non facevo da tempo. Eccomi lì ai piedi della mia collina. Come la chiamava Jorge,"la collina di Elisabeth". Salì velocemente e mi sedetti a terra poggiando la schiena sul tronco dell'albero. Mi guardai in torno,che bel panorama. Il mio sguardo cadde su una parte illuminata del tronco dell'albero. Ricordo. E+J=♡per sempre. Che romantico il mio Jorge. Sono passati mesi,non stiamo più insieme ma io accanto al suo nome aggiunge sempre l'aggettivo mio perché lui è in mio possesso eppure non sono andata a riprenderlo. E se... Lui il passo l'ha fatto,ora tocca a me. Lui è venuto da me,ora tocca a me. Si ho deciso,vado da Jorge,ora,in questo preciso momento,non voglio pensarci troppo altrimenti potrei avere ripensamenti. Devo seguire il mio cuore ed il mio cuore mi dice di andare a riprendere ciò che è mio e non me ne frega se lui non mi vorrà,io devo fare ciò che mi sento e ciò che voglio,per una volta voglio ascoltare il mio cuore anche sapendo di sbagliare. La testa l'ho ascoltata per troppo tempo senza però andare da nessuna parte. La testa mi dice di star facendo una pazzia, un'incredibile pazzia,una follia, ma non me ne frega,voglio lui, voglio ancora le sue labbra sulle mie,voglio ancora le sue braccia che mi stringono,voglio rivedere il suo sorriso,voglio rivedere quegli occhi che mi ipnotizzano,voglio tornare a sorridere come una scema quando mi fa i complimenti perché mi manca troppo. E come se quando hai una voglia matta di cioccolato ma ti sei promessa di non mangiarlo ma dopo giorni non resisti più e ne mangi un pezzettino,ecco Jorge ora è il mio cioccolato,mi manca terribilmente come ad Orfeo manca la sua Euridice o come a Pizzomunno manca la sua Cristalda. Tutti questi nomi sono preceduti da un aggettivo possessivo perché queste donne erano di questi uomini,il loro amore era così grande che le reputavano proprie come io reputo Jorge solo mio,e anche quando alle loro amate erano successe le terribili disgrazie narrate nella storia loro sono sempre stati legati. Chi si ama davvero è sempre legato anche nella morte,anche quando l'altro non c'è,anche quando a separarvi siete stati voi stessi con i vostri errori. E io e Jorge siamo un po' come Orfeo ed Euridice,lui è venuto da me ma mi ha perso adesso però la nostra storia continua ed io posso cambiarla,io posso ricongiungere le nostra strade,io lo amo e quindi posso fare tutto.

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