Capitolo 22:cos'hai Jorge?

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Essere felici e un privilegio per pochi e noi non siamo tra questi

Jorge's pov
Vi starete chiedendo cosa dovevo fare,bhe dovevo andare da una persona, precisamente da Anthony. Quello per cui lavoravo prima ma poi ho smesso per Elisabeth. Ora avevo bisogno di soldi e lui mi avrebbe aiutato. Non volevo che Elisabeth mi aiutasse,non mi piaceva essere aiutato,dovevo guadagnarmi tutte con me mie forze,me l'avevo detto papà. Forse sarò troppo orgoglioso ma sono sicuro che riuscirò a raccontare la cifra, dovrò lavorare tanto e forse dovrò vivere in povertà ma sarà per poco tempo. Forse ho trattato male Elisabeth, quando le ho detto che non erano fatti suoi l'ho offesa e me ne pento ma in quel momento avevo intesta solo Anthony e poi non volevo dirglielo,lei mi aveva aiutato a cacciarmi fuori dai guai ed ora io mi ci ero andato a rimettere,e se lo avesse saputo penso che ci sarebbe rimasta troppo male,infondo sarà una cosa breve. Arrivai finalmente davanti al cancello nero che solo a guardarlo ti mette timore. Ha una villa antica molto bella e all'entrata ci sono due leoni di marmo nero. La casa è maggiormente nera e grigia ma c'è anche un po' di bianco. Bussai e poco dopo mi ritrovai una signora anziana sulla settantina che mi invitava ad entrare.
Io:vorrei vedere Anthony
Dissi serio ed entrando.
X:certo è nel salone che vi aspetta
Come faceva a sapere che ero lì. Nel salone c'era un tavolo da biliardo e lui aveva due mazze in mano,quando mi vide me ne lanciò una ed io la presi al volo.
Anthony:hai ancora i riflessi pronti.
Disse sogghignando e mettendo la mazza in posizione.
Io: sempre in tua presenza
Dissi con tutto il coraggio e la sicurezza del mondo. Lui tirò e poi mi invitò a fare lo stesso. Tirai.
Io:andiamo subito al punto
Dissi facendogli segno di continuare la partita.
Io:ho bisogno di soldi
Dissi schietto,non mi piaceva girare intorno alle cose.
Anthony:bhe non te li regalerò mica
Disse ovvio e aprendo una bottiglia di whisky.
Io:cosa vuoi in cambio?
Dissi posando la mazza da biliardo che avevo in mano e avvicinandomi a lui che versava il wisky nei bicchieri.
Anthony:che ne pensi di qualche lavoretto
Mi porse il bicchierino ed io lo presi e bevvi tutto d'un sorso
Io:che tipo di lavoretti?
Posai il bicchierino sul tavolo e lei me lo riempì.
Anthony:qualcosa di semplice
Aveva un sorriso malizioso in viso,non mi convinceva. Ma dovevo accettare. Sapevo già di cosa parlavano i suoi lavoretti. Vendita di droga,cose che avevo già fatto,non c'era da preoccuparsi. Ero bravo a scappare dalla polizia o come si dice da queste parti ero bravo a sopravvivere.
Io:ci sto
Gli strinsi la mano e me ne andai velocemente senza girarmi più indietro. Cosa avevo fatto? Come l'avrebbero presa Elisabeth? Bhe non dovevo dirglielo! Tanto come ho già detto non sarebbe durato per molto. Entrai velocemente in macchina e partii verso casa di mia madre.

Elisabeth's pov
Ero arrabbiata con Jorge. Come si era permesso. Mi sembra ovvio che me ne importava,era la sua ragazza. Andai a prendere la sorella a scuola. Stavo andando un po' troppo veloce forse ma dovevo sfogarmi in qualche modo. Arrivai finalmente davanti alla scuola e scesi cercando di vedere Hanna. Quando la vidi mi avvicinai a lei.
Io:Hanna tuo fratello mi ha chiesto di venirti a prendere
Dissi un po' seccata.
Hanna:tu e Jorge state ancora insieme?
Chiese incredula e ghignando facendo sorridere le galline intorno a lei.
Che ragazza antipatica. Bella fuori e brutta dentro.
Io:per tuo grande dispiacere si,ora muoviti
La tirai per un braccio fino alla macchina facendo sgranare gli occhi alle galline.
La spinsi in macchina ed entrai dal lato del guidatore,misi in moto e partii.
Hanna:stai tranquilla
Disse facendo un gesto con la mano. Come odio questa ragazza. In pochi minuti arrivai a casa della mamma di Jorge. Scesi e anche Hanna. Salimmo velocemente e quando aprì la porta vidi Jorge che stava cercando di cucinare qualcosa,si sentiva puzza di bruciato. Alice,la mamma di Jorge,era sul divano che guardava un film.
Io: buonasera
Dissi sorridendo e togliendomi il giubbotto. Alice si girò e mi salutò. Aveva un pelle bianca e delle occhiaie profonde. Si vedeva che non stava bene.
Hanna andò dalla mamma e la abbracciò poi salì in camera sua.
Io:ma questo odore di bruciato viene dalla cucina?
Chiesi sorridendo ad Alice.
Alice:vai a controllare Jorge per favore,non mi fido di lui ai fornelli
Disse sorridendo,sorrisi anch'io ed andai in cucina. Lui era lì che cercava di girare una frittata.
Io:lascia,faccio io
La girai con uno scatto veloce e vidi che la parte di sotto era tutta bruciata. Ecco cos'era questa puzza. Lo guardai e lui sorrise portandosi una mano dietro la nuca e alzando le spalle.
Jorge:ci ho provato
Risi e buttai la frittata.
Io:facciamo che io cucini e tu mi aiuti?
Jorge annuì.
Jorge:la frittata non la so girare
Com'era carino e dolce.
Io: l'ho capito
Dissi ovvia e prendendo le uova dal frigo.
Presi quattro uova e le aprii nella padella.
Jorge:scusa per quello che ho detto prima
Si stava scusando? Già perdonato! Mi bastava un semplice "scusa" e lui me l'aveva dato.
Io:ti perdono se mi dai un bacio
Dissi sorridendo,lui mi si avvicinò lentamente e posò le sue labbra sulle mie. Fu un bacio passionale. Quando ci staccammo gli diedi un'altro bacio,stavolta a stampo e girai le uova per non farle bruciare. Lui mi guardò con occhi stupiti per la mia maestria con le padelle.
Io:corso di cucina
Sorrisi guardandolo. Lui mi abbracciò da dietro e mi baciò il collo.
Jorge:mi ami ancora?
Perché questa domanda? Certo che lo amavo,era il mio tutto,il mio sole,la mia stella,la mia guida,lui era speciale.
Io:ti amerò sempre Jorge
Lui mi guardò negli occhi. Quegli occhi verdi di cui mi ero innamorata,erano pieni di malinconia,tristezza. Mi facevano togliere quel sorriso che avevo.
Jorge:se io ti dicessi che devi andartene da me perché non sono quello giusto tu che faresti?
Dove vuole arrivare? Gli occhi iniziarono a bagnarsi. Mi voleva lasciare?
Io:mi vuoi lasciare?
Chiesi quasi spaventata o forse delusa da lui per quello che avevamo fatto,lui che diceva di amarmi ora ci stava ripensando.
Jorge:rispondi alla mia domanda
Disse serio. Lo guardai negli occhi,erano così freddi. Sapevo che se non gli avrei risposto non saremmo andata avanti quindi gli risposi.
Io:non me ne andrei,cercherei di farti capire che io senza di te non possono vivere bene,ci proverei fino alla morte se fosse necessario
Dissi seria e una lacrima mi rigó il viso. Quasi non me ne accorsi che ne scese un'altra. Uscii dalla cucina ed andai nel bagno. Jorge, perché Jorge vuoi farmi questo? Che stai combinando? Ti prego non allontanarti! Mi asciugai le lacrime e rimasi per qualche minuto in bagno per non far vedere alla mamma e alla sorella che avevo pianto. Dopo essermi guardata allo specchio e aver visto che sembravo come prima stampai un falso sorriso sulle labbra e scesi in cucina. A tavola erano già seduti tutti e stavano aspettando me. Alice era a capotavola,Hanna accanto a lei e Jorge dall'altro lato difronte ad Hanna,vicino a Jorge c'era un posto per me. Così contrariata se andarmene o rimanere a cena mi ritrovai seduta a tavola. Nessuno parlava. Hanna mi odiava,tra me e Jorge qualcosa non andava ed Alice era malata. Ma Alice era l'unica a sorridere. Era una donna forte ce l'avrebbe fatta. Quando finimmo di mangiare aiutai Alice ed Hanna a sparecchiare.
Alice:voi due piccioncini andate a fare un giro
Ci disse guardandomi come a dire "risolvete",bhe ma Jorge aveva qualcosa di strano,sembrava così freddo nei mie confronti,eravamo ritornati al primo incontro,occhi freddi e malinconici. Uscimmo di casa e per le scale nessuno parlò,non cercò neanche di prendermi la mano. Quando arrivammo davanti ad una panchina mi sedetti e Jorge fece lo stesso.
Io:cos'hai Jorge?
Chiesi seria e guardandolo,ma lui non fece lo stesso. Fissava un punto indefinito dall'altra parte della strada. Cosa aveva il mio Jorge?
Jorge: Elisabeth forse è meglio prenderci una pausa?
Una pausa? Ma era impazzito? Si sa che tutte le coppie che si prendono una pausa si lasciano. Ma in quel momento non riuscivo a spiccicare parola e l'unica cosa che mi uscì da bocca fu un "ok" sussurrato. Mi alzai dalla panchina e mi incamminai verso la macchina o meglio verso qualunque posto lontano da lì. Ci stavamo lasciando così,senza una ragione,lui mi stava lasciando,colui che era stato il mio primo tutto. Il mio primo bacio,la mia prima volta a letto,la prima persona a cui avevo fatto vedere la mia collina,il mio primo tacos in un camioncino,il mio primo San Valentino,il mio primo amore. E dopo tutte le cose passate insieme mi stava lasciando. Mi girai sperando che fosse dietro di me ma non c'era nessuno,la panchina era vuota. Inziai a piangere silenziosamente. La mia favola stava scomparendo come il mio Jorge. Tutto si era tramutato da felice a triste. Le cose belle non durano per sempre.

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