Capitolo 16:preparativi

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Dammi del pazzo,non me la prendo perché sono pazzamente innamorato di te

Elisabeth's pov
Era il 12 marzo. Era giovedì,sabato sarebbe stato il compleanno di Jorge ed io voleva fargli una festa a sorpresa. Il tempo era volato con lui al mio fianco.
Era tutto passato così in fretta,nessuno dei due aveva mai tradito l'altro,la discussione più grande è stata quando ha ricominciato a fumare ma poi mi sono arresa,dice che lo fa per rilassarsi. E per me va bene,non fa niente. Ci vediamo solo nel weekend perché in settimana tra la scuola e i compiti ho poco tempo. A volte viene a prendermi e mi porta a mangiare fuori ma i miei genitori non vogliono che io resti a dormire con lui. Bhe hanno ragione,se fossi mamma neanch'io farei andare mia figlia di 18 anni a dormire a casa di un ragazzo più grande che abita da solo. Tornando da scuola andai in camera e chiamai Olivia per organizzare tutto. Avevo pensato di farla in una casa vicino al mare. La affittano i miei genitori tutti gli anni e gli ho chiesto se potevo e loro hanno detto di si.
Dopo averla chiamata tre volte Olivia finalmente rispose. Che ragazza,non risponde neanche a telefono.
Io:Olivia!
Dissi secca
Olivia:ero impegnata
Disse con la voce impastata dal sonno. Risi un po'.
Io:dobbiamo organizzare la festa a sorpresa a Jorge
Le ricordai e lei fece un "mmh" di consenso.
Io:si terrà all'indirizzo che ti ho mandato
Lei fece di nuovo lo stesso verso aspettando che io continuassi
Io:invita Brandon e digli di invitare qualche amico,non tutto il Bronx mi raccomando
Dissi sottolineando l'ultima parte
Olivia: okay,chiamo Brandon
Io:bene io dico a Jorge che sabato lo porto in un posto
Olivia:perfetto
Io:perfetto
Sorrisi e staccai. Mi buttai a peso sul letto e mi misi a fissare il soffitto. È davvero un bel soffitto,pensai e sorrisi per il mio pensiero senza senso. Che scema che sono. Vero. Hey altra parte di me non dovresti andare contro di me. Io sono l'unica intelligente tra noi due. Okay questa conversazione deve finire. Mi alzai e composi il numero di Jorge iniziando a camminare per tutta la stanza. Lo faccio quando sono a telefono.
Dopo qualche squillo rispose
Jorge:Hey amore
Io:Hey Jorge
Dissi sorridendo. Mi quasi imbambolai. Cosa dovevi dirgli? Dopo un po' mi ricordai. Oh sì l'uscita,che sbadata. Per fortuna che lo sai. Lasciai perdere la parte di me "intelligente" e ritornai a Jorge.
Io:sabato ti porto alla casa al mare dei miei.
Jorge:così potremo stare soli e divertirci
Disse con voce maliziosa
Io:che pervertito
Lui rise e anch'io
Jorge:comunque ci sto,vieni a prendermi tu?
Io:certo amore
Staccai la chiamata dopo vari saluti e bacini. Che sdolcinati che eravamo.
Inizia a studiare per il compito di domani di storia. Mi piace la storia e penso di essere brava. Ho una buona memoria e ricordo sempre tutto.
Mio madre salì in camera ed entrò,come sempre,senza bussare.
Io:mamma ti ho detto che...
Non mi fece finire di parlare che iniziò ad urlare dalla gioia.
Mamma:una lettera da Stanford,aprila muoviti
Le corsi incontro e presi la busta tutta eccitata. La aprì velocemente e lessi solo la fine della lettere dove c'era scritto se ero stata accettata o non. Ero stata accettata. Oh mio dio! Aaaaaaa! Decisi di fare uno scherzo a mia madre e così prima di sorridere e correre per tutta la casa gridando feci diventare la mia espressione triste ed inizia a dire di no con la testa.
Io: mamma mi dispiace ma...sono stata accettata
Mia madre iniziò a saltare ed anch'io. Iniziammo a gridare come delle pazze e a ballare per la stanza. Ero felicissima. Io alla Stanford. Un sogno che diventa realtà. Uno dei posti più belli del mondo,almeno per me. Mia madre mi abbracciò fortissimo ed io ricambiai.
Io:mamma lo devo dire a Jorge.
Mamma:si vai da lui
Io annuì e velocemente presi il giubbotto e misi le scarpe da ginnastica bianche. Ero in pantaloncini e maglietta ma non ci feci caso,ero troppo contenta per far caso a cosa indossavo. Entrai in macchina e guidai fino a casa di Jorge. Scesi velocemente dall'auto ed andai a bussare. Dopo qualche minuto infinito Jorge aprì e io gli saltai letteralmente addosso. Non aspettandosi questo mio "saluto"perse l'equilibrio e quasi cascò a terra ma per fortuna riuscì a tenersi in piedi. Lo strinsi fortissimo e poi lo baciai sorridendo ogni tanto sulle sue labbra. Quando ritornai con i piedi per terra glielo dissi.
Io:Jorge sono stata accettata alla Stanford
Jorge:oh mio dio amore
Mi abbracciò fortissimo quasi a strangolarlo,come avevo fatto poco fa io. Mi sollevò leggermente da terra e poi con fare malizioso parlò
Jorge:potrei abbituarmici a questa te eccitata
Io risi come una scema
Quando mi tolsi il giubbotto lui mi fissò le gambe e lì feci caso che il pantaloncino mi copriva a stento il sedere.

Jorge's pov
Sentì bussare alla porta più di una volta così mi alzai ed andai ad aprire. Sulla soglia della porta vidi Elisabeth,non mi diede il tempo di salutarla che mi saltó addosso e mi iniziò a baciare. Ormai la conoscevo bene,se mi saltava addosso appena aprivo la porta voleva dire che era successo qualcosa di bello. Mi piaceva questo saluto molto caloroso.
Quando la feci scendere parlò
Elisabeth:Jorge sono stata accettata alla Stanford
Non potevo crederci era il suo sogno ovviamente dopo sposarsi con me.
Io:oh mio dio amore
Dissi contentissimo. La strinsi fortissimo,forse un po' troppo forte,ma ero felicissimo per lei.
Io:potrei abbituarmici a questa te eccitata
Dissi con voce maliziosa e facendo anche un sorriso malizioso.
Lei rise,non riusciva a fare di meglio da quando era entrata.
Quando si tolse il giubbotto lungo vidi che aveva un pantaloncino che le copriva a mala pena il sedere. A vederla così i miei ormoni si risvegliarono dal letargo.
Lei mi guardò e arrossì,accorgendosi che la stavo fissando. Lei mi solpassò camminando sensualmente. La mia Elisabeth provocante. Andò in cucina e aprì il frigo quando lo chiuse, le portai le mani ai lati della testa poggiandole sul frigo. I nostri occhi si incontrano. Vidi il suo desiderio e il mio, riflesso nei suoi occhi.

Elisabeth's pov
Jorge mi stava guardando con la bava alla bocca così decisi di provocarlo. Andai verso il frigo camminando sensualmente. Una volta arrivata aprì il frigo e presi dell'acqua quando però lo chiusi e mi girai Jorge era lì. Aveva le mani ai lati della mia testa e i suoi occhi erano fissi nei miei. I suoi magnifici occhi. Non riuscivamo a staccare i nostri sguardi,erano come incrociati,legati. Portai le mie mani dietro alla sua nuca. Era da tempo che non lo facevamo ed entrambi avevamo voglia. Lo attirai verso di me. Tra noi c'era pochissimo spazio. Le nostre labbra si sfioravano. Smisi di tirarlo a me e quando lui ci rimase male mi avvicinai alle sue labbra e le feci incontrare con le mie. Fu un bacio lungo e bello. Quando ci staccammo senza fiato lui mi prese dalle coscie e mi portò sul suo letto. Mi fece stendere e si mise su di me. Ci fissavano negli occhi senza staccarci. Nei suoi occhi vedevo le foreste,i prati e i fiori. Erano come un prato verde. Mi iniziò a spogliare lentamente mentre gli baciavo il collo. Feci lo stesso con lui. Rimasimo in intimo. Lui sopra di me. Girai la situazione mettendomi sopra di lui e gli tolsi i boxer. Gli diedi un bacio delicato sulle labbra prima che iniziò a togliere gli ultimi indumenti sulla mia pelle. Si mise di nuovo sopra di me ed entrò in me. Provai una sensazione di goduria indescrivibile. Inizia a gemere senza preoccuparmi di nulla. Quando uscì da me gli diedi un bacio passionale intrappolando il suo labbro inferiore tra i miei denti. Lui gemette e quando ci staccammo iniziammo a sorridere. Eravamo pazzamente innamorati. Una amore malato,forse,ma malato di una malattia magnifica.

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