Capitolo 13: vi presento Jorge

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Era gennaio, erano passati cinque mesi. Io e Jorge eravamo ancora insieme. Eravamo inseparabili. Questa sera sarebbe venuto a conoscere i miei. Ero talmente emozionata. Lui era un po' più preoccupato,pensava che non l'avrebbero accettato ma io conosco i miei come sono e sono sicura che l'avrebbero accettato. Se io ero felice loro erano felici ed io con Jorge ero felice. Quella notte riuscì a dormire poco per colpa della troppa emozione. La mattina mi svegliai prima quindi decisi di alzarmi e preparare la colazione per tutti. Feci una torta al cioccolato e il caffè. Quando i miei genitori si svegliarono io ero già pronta e avevo preparato anche la colazione. Mi ero messa un jeans stretto e una maglia nera della Gucci,le scarpe da ginnastica e mi ero fatta una coda bassa.
Papà:ma come siamo allegri stamattina
Io:si papà,non dimenticarti che stasera viene Jorge.
Dissi puntandogli il dito contro.
Papà:io dimenticare un evento tanto importante? Ma no
Disse facendo un gesto con la mano come a voler scacciare via il mio pensiero. Io lo guardai negli occhi seria e leggermente irritata e lui annuì ridendo. A quella risata mi sciolsi,come facevo sempre,e sorrisi.
Mamma: buongiorno anche a te figliola
Disse la mamma offesa. La andai ad abbracciare e le diedi un bacio sulla guancia per poi salutarla e uscire di casa. Andai a scuola e quando vidi Giorgia le raccontai che stasera sarebbe venuto Jorge. Girandomi vidi Ron. Ve lo ricordate? Se è un no vi rinfresco la memoria. Ron,quello del club di lettura che ci stava provando con me. A quel club per fortuna si va solo una volta a settimana. Quello di recitazione l'ho abbandonato,non fa per me parlare davanti a tante persone,mi faccio rossa come un pomodoro.
Ron:Ciao Elisabeth
Disse sorridendomi. Io rimasi fredda.
Io:Ciao Ron,come stai?
Chiesi forse un po' scocciata e schifata,ma non penso se ne sia accorto.
Ron:io bene,tu?
Io:bene fino a poco fa
Risposi per poi andarmene sentendo il suono della campanella. E brava Elisabeth,così si fa! Grazie altra parte di me.
Giorgia:chi era quello?
Chiese risvegliandomi dalla conversazione tra me e me.
Io:Ron,uno del club di lettura.
Giorgia:e cosa c'è che non va tra voi due?
Chiese fermandosi e guardandomi. Mi fermai anch'io e le raccontai l'accaduto. Lei fece un "ooo" e poi entrammo in classe. Era l'ora di ginnastica. Andai negli spogliatoi e mi cambiai mettendomi un leggins e una maglia a mezze maniche.
Quando entrai in palestra la professoressa fece due squadre per giocare a pallavolo e come sempre la mia vinse. Perché io sono brava a pallavolo.
Tornai a casa e mi feci un bel bagno che durò forse un'ora. La mia pelle era leggermente arrossata,sembrava fosse stata cotta. Mi asciugai i capelli e poi mi misi la crema alle rose. Mi misi una maglia larga e un pantaloncino e mi distesi sul letto mettendo la sveglia per le 7:00 nel caso mi fossi addormenta. Meglio non rischiare!
E come pensavo mi addormentai per poi svegliarmi grazie alla sveglia. Mi alzai dal letto e mi preparai. Mi misi una gonna leggermente gonfia nera e una maglia rosa che faceva intravedere giusto un dito di pancia. Mi misi degli anfibi e scesi giù. Mia madre era lì a cucinare. Si era messa un vestito rosso stretto e delle scarpe con il tacco nere. Aveva i capelli legati in uno chignon.
Io:mamma stai benissimo
Lei si girò e mi sorrise.
Mamma:tu sei ancora più bella.
Le sorrisi e mi avvicinai a lei. Stava cucinando gli spaghetti col sugo e un'insalata con pomodori e mais.
Io: papà?
Chiesi curiosa.
Mamma: è di sopra a prepararsi.
Annuì e poi sentì dei passi provenire dalle scale. Mi avvicinai alle scale e vidi mio padre. Aveva una camicia bianca e un pantalone classico nero.
Io:ma che bel ragazzo
Dissi sorridendo.
Papà:hai preso tutto da me
Disse abbracciandomi
Dopo qualche secondo scese Jimmy con un maglione e un jeans.
Io:ma che bel fratellino
Dissi prendendolo in braccio e dandogli una bacino sulla guancia. Lo rimisi a terra e sentì il campanello. Andai ad aprire la porta. Vidi Jorge. Aveva una camicia blu e un pantalone classico nero.
Aveva una rosa bianca e una margherita.
Jorge:sei bellissima principessa
Io:anche tu mio principe
Dissi sorridendo. Lui mi baciò a stampo le labbra e poi lo feci entrare.
Mi diede la rosa e poi andò in cucina e portò la margherita a mia madre. Mia madre lo ringraziò e poi mi fece segno di accompagnarlo al tavolo dove c'erano mio padre e mio fratello.
Jorge:piacere Jorge
Disse sorridendo e porgendo la mano a mio padre che la strinse.
Papà:piacere Oscar William
Papà sorrise e fece segno a Jorge di accomodarsi al suo fianco. Io andai in cucina e aiutai mia madre ad impattare e portare i piatti a tavola. Mi accomodai accanto a Jorge e iniziammo a mangiare. In stanza c'era un silenzio tombale finché Jorge non parlò.
Jorge:Signora William questi spaghetti sono buonissimi.
Mia madre arrossì leggermente a quel complimento,ero come lei.
Mamma: grazie Jorge ma chiamami Maria.
Jorge:ok Maria
Jorge sorrise e mi portò una mano sulla coscia. Lentamente la sua mano salì sempre più in su arrivando accanto alla mia mutandina. Per fortuna però mio padre parlò.
Papà:e Jorge che lavoro fai?
Chiese guardandolo. Ora iniziava l'interrogatorio,povero Jorge.
Jorge:faccio il cameriere in un ristorante nel Bronx.
Mio padre sembrò più calmo.
Papà:hai fratelli o sorelle?
Jorge:si ho una sorella,si chiama Hanna
La conversazione si fermò finché il campanello non suonò. E ora chi era? Non aspettavamo nessuno.
Mamma:vai ad aprire tu per favore?
Disse mia mamma rivolgendosi verso di me. Mi alzai dalla sedia e andai ad aprire. Quando misi bene a fuoco chi avevo davanti gli saltai letteralmente addosso. Era mio fratello Diego. Io mio fratellone.
Io:mi sei mancato tantissimo Diego
Dissi mentre una lacrima mi rigava il viso.
Diego:anche tu sorellina
Disse sorridendo a 32 denti. Scesi dalle sue braccia e lo portai in cucina. Lì mia madre lo abbracciò forte e iniziò a piangere silenziosamente. Mio fratello Jimmy lo abbracciò e Diego lo prese in braccio facendolo girare in aria. Mio padre invece si avvicinò e lo abbracciò. Il solito abbraccio da maschi.
Papà:ci sei mancato figliolo.
Non pianse per la gioia come mamma ma dalla voce si sentiva che voleva. Quando mio fratello vide Jorge rimase un'attimo scioccato ma quando Jorge gli si avvicinò sorridendo Diego gli strinse la mano.
Jorge:piacere Jorge
Diego:piacere Diego
Disse freddo. Il solito fratello protettivo.
Jorge: Elisabeth mi ha parlato tanto di te.
Diego si girò verso di me e sorrise.
Diego:immagino che voi siete...
Non fini di parlare che Jorge gli rispose.
Jorge:si stiamo insieme
Sorrise e si portò una mano dietro la nuca un po' imbarazzato.
Sorrise anch'io a quell'imbarazzo. Non l'avevo mai visto così.
Jorge si avvicinò a me e mi abbracciò piano.
Mamma:accomodati figliolo aspettami vado a prenderti un piatto
Mia madre corse in cucina e prese un'altro piatto di spaghetti. Lo portò a tavola e ricominciammo a mangiare.
Papà:come è andato il viaggio?
Diego:benissimo
Io:come si sta in California?
Chiesi sorridendo come una scema. Ero troppo contenta di tutto.
Diego:bene,fa caldo,ho belle ragazze e gli studi proseguono normalmente.
Finimmo di mangiare gli spaghetti ed andai a prendere l'insalata.
Diego:e Jorge tu che fai?
Chiese mio fratello come volesse intendere "se sbagli ti giuro che sei morto". Jorge si spaventò un po',forse aveva sentito anche lui la voce da minaccia.
Jorge:lavoro come cameriere in un locale  vicino a dove abito
Chiese ritornando in se.
Diego:e dove abiti
E ora viene il bello. Cavolo.

Jorge's pov
Era arrivato il fratello di Elisabeth,Diego. Mi iniziò a guardare male e farmi un interrogatorio. Sembrava stessi in una stazione di polizia. Arrivò la domanda che speravo non arrivasse mai.
Diego:dove abiti?
Dovevo dirglielo? Bhe sì tutti lo sapevano. Ma come se avevo paura. Il suo sguardo mi metteva in soggezione più di quello del signor William. Qualcuno mi salvi.
Io:abito nel Bronx
Si sentì solo un "oh" da parte di Diego e poi silenzio finché tutti non finimmo di mangiare l'insalata. Maria si alzò dal tavolo e tornò con un dolce alle male. Me ne diede una fetta e la assaggiai. Era una delizia. Mi fece dimenticare tutti quegli sguardi.
Io:Maria dopo mi deve dare la ricetta non sono mai riuscito a fare una torta di mele così buona.
Dissi mentre ne mangiavo un'altro pezzettino.
Lei sorrise e poi arrossì,stesso difetto della figlia,pensai.
Maria:oh grazie Jorge. Se vuoi dopo te ne do un po'. Ma quindi cucini
Chiese curiosa
Io:la ringrazio e si cucino,mi ritengo bravo.
Elisabeth:crede in se stesso
Disse dandomi una pacca sulla spalla.
Tutti ridemmo per la faccia di Jimmy quando assaggiò la torta. Il primo a smettere di ridere fu Diego che mi riguardó come se mi volesse minacciare.
Dopo poco la cena finì e Maria mi diede un pezzo di torta. Ringrazia tutti e mi incamminai verso la porta accompagnato da Elisabeth.
Io:sono simpatici i tuoi
Elisabeth:sei tu amichevole amore
Disse per poi baciarmi la guancia
Io:lo so è una delle mie grandi qualità principessa
Le sorrisi e le diedi un bacio dolce sulle labbra. Non avrei voluto che qualcuno ci vedesse,ma lei approfondì facendo entrare la sua lingua nella mia bocca. Quando ci staccammo senza fiato le intrappolai il labbro inferiore facendola gemere a bassa voce. Lei sorrise e mi diede un'altro bacio stavolta a stampo. Feci il broncio.
Io:preferivo quell'altro
Dissi piagnucolando.
Elisabeth:buona notte principe
Disse sbuffando ma sorridendo per il mio irresistibile musetto.
Io:buona notte principessa
Me ne andai a casa più contento che mai. Mi stesi nel letto fissando il soffitto e pensando alla mia vita. Ho sempre imparato che le cose belle non durano per sempre e questo mio amore è troppo bello. Cercai di togliermi questo pensiero da testa e finalmente mi addormentai.

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