Capitolo 21:la mia vita

7 2 0
                                    

Godetevi la vita,fate ogni pazzia,non pensate di accontentare gli altri,divertitevi, perché la vita ne è una,non sprecatela.

Elisabeth's pov
Eccoci, mercoledì,si va a scuolaaaaa! Mi svegliai alle 7:00. Mi alzai da letto contenta,non so il perché di questa mia felicità. Vado in bagno mi lavo e mi vesto. Indosso una maglia a mezze maniche azzurra e un pantalone bianco,le scarpe da ginnastica bianche e mi faccio una coda alta. Prendo lo zaino e scendo in cucina volando,come mio solito,per le scale. Penso che ormai avete imparato che non scendo le scale normalmente.
Quando e entrò in cucina vedo mia madre che beve il suo caffè e Jimmy fare colazione. Mio padre è ripartito,dovrebbe tornare per il prossimo weekend. Non so mia madre come fa a fidarsi di mio padre. Sono sempre così lontani. Devono provare un amore indistruttibile e devono anche avere molta fiducia gli uni dell'altro. Vorrei anch'io un amore come il loro ma preferirei non essere così distante dalla mia metà. Ritornai sulla terra e salutai Jimmy e la mamma con un bacio.
Jimmy: buongiorno sorellina
Io: buongiorno piccolino.
Mamma si girò verso di noi e ci sorrise.
Mamma: buongiorno tesoro
Le sorrisi a mia volta ed uscì di casa dopo aver detto "ciao". Mi incamminai a piedi verso la scuola visto che era bel tempo. C'era il sole,un po' coperto dalle nuvole ma c'era. L'aria si stava riscaldando. Stava arrivando la primavera. Adoro la primavera,i fiori,il sole,il vento,la Pasqua,la caccia alle uova. Lo so che sono grande e vaccinata ma faccio ancora la caccia alle uova.
Non provate a ridere di me. Arrivata a scuola vidi Giorgia. Da quanto tempo!
Io:Hey Gio!
Lei si girò di scatto e mi abbracciò forte.
Giorgia:quanto mi sei mancata!
Disse sorridendo e stritolandomi.
Io:se non mi lasci non mi vedrai più.
Lei rise e si staccò dall'abbraccio,la ringraziai e le raccontai di tutto quello che era successo. Lei in questi giorni era stata da suo padre,i genitori sono separati. Il padre di Giorgia si chiama Ben. È un bel signore,alto,ben piazzato,occhi azzurri,come la figlia e capelli rossi. Porta gli occhiali e di veste sempre con camicia e pantaloni eleganti. È forse un po' monotono. La madre di Giorgia invece è California,uguale alla figlia,pelle scura,occhi chiari e capelli biondi. Sono una goccia d'acqua solo che la madre è più grande. Una volta un signore le prese per gemelle. La campanella suonò e fummo costrette ad entrare. Alla prima ora avevo matematica,la mia peggior nemica. Poi due ore di inglese,una di economia,che trovo inutile e per fortuna pausa pranzo e poi club di lettura. Non vedevo l'ora di andare al club di lettura,oggi avremmo parlato di un nuovo libro. Spero tanto sia un giallo. Entrai in classe e la "cubista" iniziò a spiegare. La chiamo cubista perché una volta ero uscita con Giorgia ed eravamo andate in una discoteca e c'era la professoressa che ballava su un cubo mezza nuda. Quindi cubista. Non penso ci vide quella sera,era troppo impegnata. Feci finta di seguire la lezione molto poco interessante e quando finalmente la campanella suonò presi i libri e corsi via di lì. Fui la prima ad uscire,aspettai Giorgia e quando finalmente uscì ci incamminammo verso gli armadietti.
Giorgia:eri concentrata a lezione
Disse sarcastica io sorrisi.
Io:si molto infatti non ho capito niente
Lei rise e anch'io. Arrivate agli armadietti posai matematica e presi i libri di inglese. Avevamo la storia americana,mi piace la storia della mia patria. Quando chiudemmo gli armadietti sentivo degli occhi addosso. Inziai a guardarmi intorno e vidi gli occhi di Ron fissarmi. Quando i nostri occhi si incontrano lui arrossì ed io sorrisi distogliendo lo sguardo. Mi sa che gli piacevo. Bhe ne ero sicura. Il resto delle ore passarono in fretta e arrivò finalmente la pausa pranzo. Andai con Giorgia ad un tavolo e più tardi ci raggiunse Teodoro con l'amico dell'altra volta. Aspettate come si chiamava? Oh Will. Ora mi ricordo.
Will:ciao ragazze
Io:ciao
Ricambiai il saluto sorridendo. Giorgia non riuscì a farlo perché Teodoro era già sulle sue labbra. Com'erano sdolcinati,si dicevano "ti amo" e "per sempre". Anche tu e Jorge lo fate. Eccoti altra parte di me,da quanto tempo,mi eri proprio mancata. Lo so che sei sarcastica,sono te. Ora stai zitta,fammi godere il mio cibo. I
Ok questa conversazione deve finire ora.
Io:Will che mi dici di te?
Chiesi giusto per non parlare con me stessa,era una cosa strana.
Will:bhe vado all'ultimo anno,vivo con mio padre e un gatto di nome Leo,faccio baseball.
Io:non l'ho mai capito il baseball
Sorrisi. Era un po' imbarazzante non capire il baseball,ma è la verità,non ho mai capito le regole.
Will:bhe qualche volta ti do i biglietti così mi vieni a vedere e forse capisci qualcosa.
Gli sorrisi e lo ringraziai. Iniziai a mangiare le mie crocchette di pollo e una volta finite,essendo che avevo ancora fame,andai a prendere una fetta di torta alle fragole. Adoro la torta alle fragole. Mi sono fatta mettere anche la panna sopra. Che bontà. Appena la misi in bocca feci un gemito di approvazione. Era buonissima. Will appena vide la mia espressione di pura goduria ne prese un pezzettino e io grugnì. Nessuno toccava il mio cibo,quando era buono. Lui mi guardò e iniziò a ridere.
Io:che c'è di tanto divertente
Dissi irritata dalla sua risata così vera.
Will:la tua faccia è piena di panna
Io:oh!
Cercai di pulirmi ma lui mi si avvicinò.
Will:aspetta ci penso io
Si avvicinò ancora di più al mio naso con le labbra. Che stava facendo? Ero immobile,non riuscivo a muovermi o fare niente. Mi baciò il naso prendendone la panna che c'era sopra. Iniziai ad arrossire leggermente e a sudare. Si abbassò leggermente e i nostri occhi si incontrarono.
Che stava succedendo. Mi passò un dito sulle labbra e poi se lo leccò. Era così sexy,oh meglio lui stava facendo questo. Elisabeth tu hai Jorge. Lo so ma non posso negare l'evidenza. Ci fissammo per ancora qualche attimo poi lui si risedette. Non avevo il coraggio di parlargli,ero troppo imbarazzata. Secondo me ero rossa come un peperone.
Will:buona la tua torta
Disse con voce maliziosa. Sorrisi imbarazzata e una volta finito il dolce mi alzai ed andai a riporre il vassoio. Mi avviai verso la stanza del club di letteratura. Molti era già lì,mancava solo Gaia. Non era da lei essere in ritardo. Quando entrò aveva un'aria stanca. Aveva delle occhiaie visibili e i capelli arruffati. Tutti la guardammo. Forse si sentì osservata perché era un po' imbarazzata.
Gaia:scusate il ritardo
Disse sedendosi e prendendo il libro sulla sedia.
Gaia:oggi parleremo del libro lolita,l'avete mai letto?
Tutti facemmo di no con la testa. Non l'avevo neanche mai sentito ad essere sincera. Ci iniziò a spiegare un po' la trama. Parla di un trentasettenne che si innamora di una dodicenne e iniziano una relazione sessuale e lui chiama lei lolita che significa diciamo seduttrice. Sembrava carino. Dopo la spiegazione iniziammo a leggere il primo capitolo e ne parlammo un po'. Parlava della vita della ragazzina al momento. Quando finimmo di leggerlo la campanella suonò la fine delle lezioni pomeridiane. Uscimmo lentamente da quella stanza e mi avviai verso la porta di vetro per uscire dall'edificio.
Quando vidi Gaia le andai vicino. Volevo chiederle perché aveva ritardato.
Io: come mai sei arrivata in ritardo oggi?
Chiesi curiosa. Volevo sapere il perché. Sono una persona molto curiosa,mica è colpa mia!
Gaia:mi ero addormentata in classe e quando mi sono svegliata mi sono accorta che non c'era nessuno e che era ora di andare al club
Risi sotto i baffi. Si era addormentata!
Dopo averla salutata mi incamminai verso casa. Prima di aprire la porta il telefono squillò e risposi,non avevo letto il nome di chi mi aveva chiamato.
Io: pronto chi è?
Chiesi aprendo la porta e posando il giubbotto.
Jorge:sono io
Aspettai che continuasse da solo a dirmi perché mi aveva chiamato ma non lo fece.
Io: perché mi hai chiamato?
Jorge:bhe mia madre...
Sua madre? Cosa era successo a sua madre? Quella signora così dolce!
Io:bhe?
Lo invitai a continuare,non potevo aspettare un'altro secondo senza sapere cosa aveva sua madre.
Jorge:ha bisogno di un trapianto al fegato
Rimasi scioccata
Jorge:ha un epatite fulminante al fegato,deve essere operata immediatamente
Disse continuando dopo una pausa. Ma non era finta là,sembrava che ci fosse un ma.
Jorge:non ho i soldi per pagarlo
Disse incupendosi più di prima.
Io:ti aiuterò io Jorge,dimmi quanto ti serve?
Chiesi salendo in fretta le scale.
Jorge: Elisabeth non voglio i tuoi soldi c'è la farò da solo.
Cosa? Stava scherzando? Io volevo solo aiutarlo!
Io:Jorge ti voglio aiutare in qualche modo,ti prego
Lo supplicai,volevo aiutarlo.
Jorge:se puoi vai a prendere mia sorella da scuola e portala a casa io devo andare a fare una faccenda
Disse stava per staccare ma io lo fermai
Io:che faccenda Jorge?
Chiesi seria. Ero preoccupis per lui.
Jorge:non sono affare tuoi!
Staccò. Questo è pazzo! Non sono affari miei? Sono la sua ragazza diamine! Voglio aiutarlo. Mandai un messaggio a mamma dicendogli tutto tralasciando il fatto di come mi aveva trattata Jorge e poi uscii di casa per andare a prendere la sorella di Jorge.

Amore infinito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora