.Capitolo 26.

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A cena, l'aria era così tesa, che si sarebbe potuta tagliare con il coltello. Lawrence aveva dovuto trascinare Marcus fuori dalla camera, ma da quando era a tavola non aveva mangiato neanche mezzo boccone, relegandosi in un mutismo arrabbiato. E non è la mia cucina che fa schifo, oserei precisare... ho fatto l'arrosto con le patate, ed è decisamente dignitoso!
Vedendo questo comportamento, sto cercando di non farmi assalire dalle mille domande e dubbi che mi balenano in testa: ho fatto qualcosa di sbagliato? Ce l'ha con me? È solo un capriccio? Ho esagerato nello sgridarlo?
E in tutto questo il neurone senziente è andato alle Hawaii, quindi neache mi è di aiuto, come l'istinto che sembra sparito da quando è esaurita la mia pazienza verso il moretto.
Mentre cerco di non farmi prendere dal panico di aver commesso un errore, indosso la stessa maschera di sempre, e mi impongo di essere gentile e cordiale.

Lawrence è fortunatamente tranquillo, anzi anche molto contento per avermi aiutato a cucinare e aver imparato qualcosa, e non bada al muso che sta tenendo il fidanzato.
Avevo come la netta sensazione che l'artista sapesse a che gioco stesse giocando lui, e se ne voleva tenere fuori!
Sospiro, sedendomi a tavola e cercando disperatamente di intavolare una conversazione, ma con poco successo: solo Lawrence mi risponde, mentre Marcus rimane muto, a giocare con il cibo che ha nel piatto. Prima che mi possa preoccupare ancora di più per il suo digiuno, la barba mi pizzica, e sento che sta tramando altro.

Tossisco, e mi azzardo a chiedere:<< Marcus che succede? Non ti piace?>> tenendo sempre la voce dolce e bassa, anche se la mia preoccupazione mi tradisce, rivelandosi nelle mie parole. Il ragazzo finalmente solleva lo sguardo, sorpreso che volessi ancora parlargli, e probabilmente che fossi anche preoccupato per lui:<<non ho fame.>> si limita a dirmi.
"Va bene" sussurro, cercando di non farmi prendere dall'ansia. Provo a tenere la testa occupata, andando al lavandino a prendere un pò d'acqua. Riempio i bicchieri con l'acqua del rubinetto e li passo ai ragazzi:
Lawrence lo accetta con un sorriso, ma quando è il turno di Marcus, facendo finta di essere sbadato, prende male il bicchiere, facendolo cadere sul tavolo, e zuppando me e la tovaglia.

Ecco, mi sembrava strano avesse finito...
Mi alzo di scatto di riflesso, guardandomi il cavallo dei pantaloni bagnati d'acqua, e velocemente cerco di arginare i danni sulla tavola con un tovagliolo, prima che il putiferio si scateni, senza alcun preavviso.
Mentre il colpevole mi guarda con il suo solito sorrisino beffardo e di superiorità, Lawrence si alza di scatto, al limite della sua sopportazione:<< HAI ROTTO VERAMENTE IL CAZZO MARCUS!!! Vuoi che ci abbandoni pure lui?>> urla, infuriato. Il sorrisetto abbandona il malfattore, stupito della reazione del fidanzato, e quella frase lascia anche me di stucco. Il biondo fa un passo verso il ragazzo, con i pugni chiusi dalla rabbia, pronto alla lite, ma io lo fermo, mettendogli una mano a palmo aperto sul petto, e parlando con voce bassa:<<Lawrence è stato un incidente, non l'ha fatto apposta>> cerco di calmarlo.

L'ha fatto apposta eccome, ma non posso permettermi che a causa mia scoppi una lite tra di loro. L'ultima volta che è successo, mi è bastata e avanzata.
Il biondo mi guarda male, quasi schifato, poichè dopo tutto quello che Marcus mi ha fatto, io sto comunque cercando di difenderlo. Inutile dirlo, che il moro è rimasto senza parole, e ci guarda tra lo stupito e lo spaventato.
<<lo sai anche tu che l'ha fatto apposta! È da mesi che sta cercando di sbarazzarsi di te!!>> urla Lawrence, guidato dalla paura e dallo stress. Ah è così eh, quando finisci la pazienza e ti arrabbi, togli i peli dalla lingua!
Sorrido, e parlo con il cuore... ciao istinto, ben tornato:<<lo so perfettamente... ma devi capire che come tu sei spaventato di perdermi, anche lui ha paura di qualcosa, e come tu ora ti sei infuriati, anche lui ha il suo modo di affrontare la cosa. Arrabbiarsi, urlare, litigare e fare a botte non risolverà niente! Ci vuole calma, pazienza e dialogo. Io ti ho già promesso che non ti abbandono...>> dico, avvicinandomi a lui, e prendendolo per le spalle:<<... e che niente al mondo mi farà cambiare idea... quindi rilassati, va bene?>> finisco con dolcezza.

Lawrence ha gli occhi lucidi, e trema scosso dalla rabbia. Ma appena sente le mie mani sulle sue spalle si rilassa e, dopo aver udito le mie parole, si rintana nel mio petto, abbracciandomi. Sorrido e lo stringo a me, per poi girarmi verso Marcus, che ci guarda come se fossimo scemi, ma quel raggio argentato nei suoi occhi grigi lo tradisce, e il pizzicare della mia barba conferma che qualcosa sta succedendo. Mi limito ad allungare la mano lentamente per non spaventarlo, e ad accarezzargli la testa.
<<e tu.... sei una peste!>>mi limito a dire, con un sorriso.

Il moretto è confuso, stupito e allo stesso tempo un pò intimorito, ma gli lascio i suoi spazi, e presto tolgo la mano prima di diventare invadente e fastidioso, concentrandomi ad accarezzare il biondo, che forte mi stringe il petto, spaventato che io possa andarmene. Presto però, cerco di riportare la situazione alla normalita, facendo finta che nulla sia successo:<< va bene! Vado ad asciugarmi un secondo in bagno... torno subito! Voi cercate di non litigare perfavore...>> dico, regalando una carezza all'artista e limitandomi a sorridere al moretto.
Vado a prendere il Phon per asciugarmi i pantaloni, stando attento a non arrostire ciò che vi è contenuto, quando dopo neanche 2 minuti, sento una porta sbattere con forza.
Ecco, parole al vento le mie...

Tornai velocemente in cucina, trovandoci Lawrence da solo, a mangiare.
<<meno male che vi avevo chiesto di non litigare...>> dico, incrociando le braccia al petto, con un pò di sarcasmo. Il biondo alza le spalle con fare innocente:<< ha fatto tutto da solo! Ha detto di essere stanco ed è andato a letto...>>. Lo guardo per bene...
Quegli occhietti pestiferi lo tradiscono e la barba mi inizia a pizzicare, di sicuro gli deve aver detto qualcosa, così lo guardo male, mettendo le mani sui fianchi:<< forza, sputa il rospo... che gli hai detto?>>
Il biondo mi guarda stupito che io abbia capito che stesse mantenendo, così sospira e mi rivela:<< non ho detto nulla di male Sirio... gli ho solo detto di smetterla di fare così, perchè tu non sei Emanuele...>>

Alzo il sopracciglio confuso, chi diamine è questo Emanuele?
La realizzazione di chi porta quel nome, e di che ruolo abbia per Marcus mi colpisce come un pianoforte durante il classico trasloco... è il patrigno che lo picchiava e abusava.
Scuoto la testa, rimproverando silenziosamente Lawrence con un'occhiataccia, ma non posso biasimarlo, nè dire che non abbia fatto bene.
Mi rimetto a mangiare, notando con dispiacere che Marcus non ha toccato boccone, ma mi trattengo dall'andare da lui: sarà sicuramente stressato, e non voglio dargli più noia di questa intera situazione. Si è un pochino aperto, e ha iniziato a testare i miei limiti, diventando talvolta giocoso... è un enorme passo in avanti, ma ora è il momento di lasciare al ragazzo i suoi spazi.

Sorrido al biondino, e finiamo di mangiare con calma, anche se, dopo aver scoperto quelle cose, è come se il mio istinto mi stesse mettendo drasticamente in guardia.
Sentivo che altro sarebbe successo.....

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora